Riduzione fondi per la polizia penitenziaria, la Cisl lancia l’allarme per la casa circondariale di Gazzi

Riduzione fondi per la polizia penitenziaria, la Cisl lancia l’allarme per la casa circondariale di Gazzi

Riduzione fondi per la polizia penitenziaria, la Cisl lancia l’allarme per la casa circondariale di Gazzi

lunedì 06 Settembre 2010 - 09:24

Il sindacato auspica di poter concertare con l’Amministrazione Penitenziaria le strategie necessarie per superare lo stato d’emergenza

Una lettera, inviata al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e al Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per denunciare nuovamente la grave carenza d’organico della Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Messina.

“Carenza – si legge nella nota a firma del segretario provinciale Roberto Bombara e dell’aggiunto Rosario Spinello – a cui si deve aggiungere anche la riduzione dei fondi destinati alle prestazioni di lavoro straordinario per la Polizia Penitenziaria e quelli destinati alle attività lavorative dei detenuti”.

Effetti devastanti, quelli che derivano da provvedimenti che, secondo la FNS Cisl, piombano su una struttura fortemente compromessa strutturalmente in cui si sviluppano attività volte a garantire l’ordine, la sicurezza e la disciplina previsti dalla Legge di riforma 395 del 1990 ma anche la

rieducazione del condannato prevista dall’art. 27 della Costituzione.

“Attualmente – spiegano i responsabili sindacali – i turni sono di otto ore, due delle quali di lavoro straordinario con un’incidenza mensile pro-capite per singolo operatore in media pari a circa 50 ore delle quali solo 41 ore potranno essere messe in liquidazione, e non sempre. La gran parte del

personale, infatti, ha avuto liquidato in modo frammentato solo una parte di esse. Le ore in eccedenza, pur essendo accumulate, rimangono spesso in giacenza nell’attesa di una futura, possibile, liquidazione oppure, su richiesta dell’interessato, siano tramutate in giornate di riposo

compensativo.

Le conseguenze – continuano Bombara e Spinello – sono due, la non fruizione dei riposi per esigenze di servizio e la scopertura di svariati posti di servizio che indirettamente incidono sull’intero sistema organizzativo con eccesso dei carichi di lavoro, stress, assenze per

malattie, indisponibilità di operatori per assicurare le scorte nei trasferimenti dei detenuti presso le aule di giustizia e per le visite specialistiche”.

La Fns Cisl, nella lettera, ha evidenziato anche la situazione della Casa Circondariale di Messina in cui le poche attività lavorative espletate dai detenuti, previste dall’art. 20 della Legge 26 luglio 1975 n. 354, riguardano prevalentemente quelle per assicurare la pulizia degli ambienti.

“A causa della riduzione dei fondi le ore lavorative si sono ridotte prima a tre ore e per ultimo a due ore con ricadute sugli stessi detenuti per la scarsa retribuzione e per l’ozio forzato. Non vanno poi trascurati gli aspetti riguardanti l’igiene e la salubrità dei locali dove la sporcizia

regna sovrana”.

La Fns Cisl auspica di poter concertare con l’Amministrazione Penitenziaria le strategie necessarie per superare questo stato d’emergenza vissuto sulla pelle di tutti gli operatori della struttura penitenziaria messinese al fine di evitare il famigerato corto circuito.

E’ necessario che accada qualcosa di eclatante per fare accendere i riflettori sulla Casa Circondariale di Messina?” è la domanda che rivolgono i segretari provinciali della Fns Cisl.

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