Gli anniversari della morte di quattro giganti della musica e della cultura italiani. 26 anni fa l'addio al cantautore genovese
“Aprile è il più crudele di tutti i mesi: genera Lillà dalla terra morta”, scriveva Eliot nella “Terra desolata”. Giorgio Gaber (1 gennaio 2003), Pino Daniele (4 gennaio 2015), Fabrizio De André (11 gennaio 1999), Luigi Tenco (27 gennaio 1967) ci ricordano che, per motivi totalmente differenti dall’ispirazione del poeta, anche questo mese invernale appare crudele. Come forse ogni mese.
Quattro notevoli, e diversissimi, artisti della canzone e della cultura italiani da ricordare sempre. Oggi, 11 gennaio, sono 26 anni dalla morte di De André. Artista unico e indimenticabile. La voce profonda, la bellezza soprendente dei versi, l’alchimia con artisti come Pagani e Fossati (ma anche Piovani e Bubola, tra gli altri) nel creare un’armonia unica di testi e musica, l’impegno e la forza poetica, il coraggio e la libertà interiore, la visione politica e l’attenzione davvero straordinaria agli ultimi. Mai una parola sciatta venne fuori da quella bocca così attenta a ogni sfaccettatura della società e a ogni piega dell’anima.
Artisti da non dimenticare
E allora le ricorrenze possono servire a non dimenticare la grandezza, intellettuale e artistica, del teatro canzone di Giorgio Gaber e Sandro Luporini; la creatività e la carica innovativa di Pino Daniele; le vette raggiunte da Fabrizio De André e alcune composizioni immortali di Luigi Tenco. Continuiamo ad ascoltarli. E a coglierne, nel tempo, sempre di più, sfumature e intuizioni.
In evidenza l’inserto “Musica”, supplemento al quotidiano “la Repubblica” del 21 gennaio 1999, dedicato alla morte del cantautore genovese.