«Povera patria. Ho un senso di colpa dal quale non riesco a fuggire»

«Povera patria. Ho un senso di colpa dal quale non riesco a fuggire»

«Povera patria. Ho un senso di colpa dal quale non riesco a fuggire»

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mercoledì 16 Ottobre 2013 - 11:03

Tempostretto.it inaugura un nuovo spazio destinato ai blogger. Gli interessati a questa iniziativa editoriale possono inviare una mail al seguente indirizzo di posta elettronica: info@tempostretto.it

Tempostretto.it inaugura un nuovo spazio destinato ai blogger. Il nostro giornale on line ha i deciso di “ospitare” i blogger che vogliano fare uscire i propri articoli dal loro “habitat naturale”, il blog, e “consegnarli” ad un pubblico più ampio.

Avviamo questo spazio con il blog di Ileana Panama, www.alienaanna.it.

I blogger interessati a questa iniziativa editoriale possono inviare una mail con il link del blog e dell’articolo che si vuole pubblicare su Tempostretto.it al seguente indirizzo di posta elettronica: info@tempostretto.it

Di seguito l’ articolo della nostra prima blogger.

Povera patria

Ho un senso di colpa dal quale non riesco a fuggire. E’ un nodo alla gola che mi prende fitto. Il nodo si stringe sempre più forte ogni volta che parto e so che starò via per molto. Il nodo soffoca quando ascolto le storie di chi come me, se n’è andato via da Messina, forse per sempre.

A Messina ci sono nata e cresciuta, ci ho passato gli anni più belli della mia infanzia e della mia adolescenza, l’università, le feste, i sabato sera, sempre gli stessi ma tutti unici. Il mio, un piccolo grande quartiere dove ci si conosce tutti, dove le serate di scirocco sono consuetudine. Nella Piazza, “mucciata” dai gradini della statua dell’Angelo, ho fumato la mia prima sigaretta, Messina mi ha sempre protetto rispetto a quelle grandi città dove non esistono facce ma solo persone. Ma soprattutto Messina mi accoglie ogni volta che torno.

Io invece, non le ho mai reso la grazia che merita, si sta facendo vecchietta Messina, e io continuo ad usarla per andare al mare, per fare lunghe passeggiate in bicicletta intorno ai Laghi, continuo a mostrarla fieramente cinica delle sue grandi potenzialità a tutti gli amici incontrati durante i miei viaggi, spiegandogli, come un disco rotto che a Messina non si po fari nenti! e che è tutto inutile.

Nonostante ciò Messina resta il porto sicuro delle mie continue tempeste.

Sono sempre stata convinta che non mi avesse mai dato nulla, ingrata! e per quanto ho creduto di odiarla, per quanto mi vada ancora stretta, per quanto sia insofferente a tante cose, Messina è la mia città. E mi dispiace per tutte le volte che l’ho ferita, per tutte le volte che l’ho volutamente trascurata e maltrattata, messa in disparte, mi dispiace per tutte le volte che mi sono rassegnata a quel modo di fare becero e contraddittorio. Ma mi dispiace soprattutto per tutte le volte che ho volutamente rinunciato a Messina.

Tutti l’abbiamo trattata così, meschini, abbandonandola a se stessa. Per questo oggi vorrei chiedere a tutti i messinesi di tornare a Messina, soprattutto di tornare ad amare Messina (so che siamo in tanti) e a chi invece non si è mai spostato, di darsi una mossa, perché Messina non ha bisogno di turisti, Messina ha bisogno dei messinesi.

Ridiamole la luce che merita. Glielo dobbiamo, oggi più che mai.

Un commento

  1. “l’università, le feste, i sabato sera, sempre gli stessi ma tutti unici”

    Io invece ogni volta che torno a Messina trovo le stesse facce di sempre che ancora a 35 anni vivono con la mamma, vanno all’universita’, alle feste il sabato sera.

    Si chiama immaturita’ e si supera facilmente. Non e’ necessario andarsene, pero’ aiuta!
    Fai dei figli, lavora costruisciti il domani e vedrai che ti passa.

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