Il Consiglio comunale va a rilento: tanta carne al fuoco, poca produttività

Il Consiglio comunale va a rilento: tanta carne al fuoco, poca produttività

Francesca Stornante

Il Consiglio comunale va a rilento: tanta carne al fuoco, poca produttività

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giovedì 23 Marzo 2017 - 00:28

Dalla seduta dedicata alla mozione di sfiducia il consiglio comunale si è riunito sei volte, ma l'attività langue. Le sedute più produttive sono state quelle dedicate all'elezione dei vicepresidenti e alla rimodulazione delle commissioni. E intanto una serie di delibere importanti aspettano di essere discusse.

Dall’ormai famoso giorno della non-sfiducia a Palazzo Zanca è trascorso ormai oltre un mese. Quella maratona finita nel cuore della notte e i giorni che hanno preceduto l’infuocata discussione sulla mozione, che avrebbe potuto mettere la parola fine al mandato elettorale del sindaco Accorinti e di questa consiliatura, sembrano ormai un lontano ricordo. Eppure l’impressione è che da quel giorno, in aula consiliare, si sia cristallizzato tutto. Esaurite le polemiche e finiti gli strascichi di quella fase, il consiglio sembra arrancare nelle attività. Dal 15 febbraio ad oggi ci sono state 6 sedute e l’unica realmente produttiva sono state quelle dedicate all’elezione dei vicepresidenti del consiglio e alla rimodulazione delle commissioni consiliari. Per il resto poco o nulla. L’ultimo consesso si è riunito martedì e nella convocazione c’erano all’ordine del giorno diversi punti: l’acquisizione a titolo gratuito di aree stradali in contrada Campolino a Santa Lucia sopra Contesse, il regolamento per l’uso condiviso dei beni comuni della città di Messina, il riconoscimento di debiti fuori bilancio, il rinnovo della convenzione e della rimodulazione del piano industriale della Stu “Tirone spa”, un provvedimento sulle valutazioni di incidenza ambientale, lo schema di regolamento per l’attivazione di politiche antimafia – misure di contrasto alla corruzione, al gioco d’azzardo, al racket e sostegno alle imprese che denunciano. I lavori d’aula però si sono esauriti con la discussione e approvazione di un debito fuori bilancio. Uno solo su 18 che erano stati inseriti all’ordine del giorno della seduta precedente. Meritevole, indiscutibilmente, l’ordine del giorno approvato a sostegno dei lavoratori ex Servirail impegnati in questo momento in un presidio a piazza Cairoli per salvare il proprio posto di lavoro. Ma, oltre questo, è evidente che nell’ultimo mese il consiglio comunale ha brillato poco.

Eppure di carne al fuoco ce ne sarebbe. L’ultima delibera in ordine di tempo che ha animato il dibattito più fuori che dentro il palazzo è quella che contiene il regolamento sui beni comuni. Un atto che incarna fortemente la politica accorintiana, ma che ha trovato il pieno appoggio per esempio delle sei circoscrizioni che hanno lanciato un appello affinché il consiglio voti al più presto questo regolamento frutto di un lavoro condiviso e partecipativo, che ha spinto numerosi artisti messinesi a lanciare un appello, che è stato al centro di una petizione popolare online per chiedere che non finisca vittima dei giochi politici d’aula.

Ci sono delibere importanti che sono ferme nel cassetto in attesa di essere discusse. C’è per esempio la MessinaServizi: il consiglio ha deciso di costituirla alla vigilia della discussione sulla sfiducia, erano giorni di tensione a Palazzo Zanca e i consiglieri decisero di procedere su un atto politico importante e determinante per il futuro della gestione rifiuti. Doveva seguire però l’approvazione dell’altro provvedimento fondamentale per la MessinaServizi, cioè l’affidamento dei servizi di igiene ambientale. Per non lasciare che la nuova società sia solo una scatola vuota, tocca al consiglio dare sostanza a quel percorso tracciato dall’amministrazione comunale. Ma ad oggi è calato il silenzio. Nonostante proprio l’amministrazione stia andando avanti e ha bandito la ricerca per l’amministratore unico della società in vista della sua costituzione.

Altra delibera ferma da mesi è quella per modificare il regolamento Cosap nella parte che riguarda l’occupazione suolo pubblico degli impianti pubblicitari. Una questione che l’amministrazione Accorinti ha trascinato per anni senza mai decidere e che fa perdere al Comune almeno un milione di euro di incassi ogni anno. Non è servito neanche parlare di rischio di danno erariale per imprimere un’accelerazione a questa delibera. L’assessore Sebastiano Pino, che oggi però non ha più le deleghe al Patrimonio, a febbraio dello scorso anno aveva finalmente presentato la proposta di modifica delle parti dichiarate illegittime dal Cga ma ad oltre un anno di distanza quella delibera sembra essersi persa tra i meandri di Palazzo Zanca.

E’ pronta ormai da più di un mese anche la delibera sull’isola pedonale, esitata in commissione dopo numerose sedute e che sicuramente scatenerà nuove polemiche e scontri visto che ormai questo è uno dei terreni di scontro più forti tra amministrazione e consiglio.

Insomma, il lavoro non manca. Tocca all’aula decidere se continuare a trascinarsi o se riappropriarsi in pieno del suo ruolo.

Francesca Stornante

2 commenti

  1. Mezze figure che la vita avrebbe relegato al ruolo di misere comparse, molti si sono “elevati” al ruolo di politico, solo grazie ad opportunismo e servilismo.
    Non è nella loro natura combattere per ciò in cui credono. La vita li ha cresciuti incapaci di guardare al di la dei propri meschini bisogni.
    Non a caso amanti delle polemiche sterili ma rumorose,molti di loro sono nati e cresciuti in città, ben al riparo da qualunque influenza li potesse aiutare a crescere.
    Messina accudisce ed ama i figli che più le somigliano, li cresce e li pasce garantendo loro l’illusione di una finta importanza che altrovealtrove sarebbe solo considerata penosa farsa.
    Loro ricambiano con l’immobilismo che tanto ci caratterizza.
    Questo siamo.

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  2. Mezze figure che la vita avrebbe relegato al ruolo di misere comparse, molti si sono “elevati” al ruolo di politico, solo grazie ad opportunismo e servilismo.
    Non è nella loro natura combattere per ciò in cui credono. La vita li ha cresciuti incapaci di guardare al di la dei propri meschini bisogni.
    Non a caso amanti delle polemiche sterili ma rumorose,molti di loro sono nati e cresciuti in città, ben al riparo da qualunque influenza li potesse aiutare a crescere.
    Messina accudisce ed ama i figli che più le somigliano, li cresce e li pasce garantendo loro l’illusione di una finta importanza che altrovealtrove sarebbe solo considerata penosa farsa.
    Loro ricambiano con l’immobilismo che tanto ci caratterizza.
    Questo siamo.

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