Vara: riparazione “fai da te” che mette in allarme il Diccap ma non la Soprintendenza

Vara: riparazione “fai da te” che mette in allarme il Diccap ma non la Soprintendenza

Danila La Torre

Vara: riparazione “fai da te” che mette in allarme il Diccap ma non la Soprintendenza

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venerdì 04 Novembre 2016 - 23:20

Il coordinatore provinciale Nicola Aloi, che ha più volte segnalato il danneggiamento del carro votivo, ha intrapreso una lunga battaglia per fare emergere eventuali responsabilità, chiamando in causa anche l'Assessorato regionale ai Beni Culturali. C'è poi quel progetto obiettivo del 2015, pronto ad arrivare all'attenzione dei sindacati, che per il Diccap sa di beffa

«La scrivente organizzazione sindacale segnala una incresciosa vicenda legata alla “Vara”…». Iniziava esattamente così la lettera di denuncia inviata, ormai oltre un anno fa, dal sindacato DICCAP alla Soprintendenza dei Beni Culturali di Messina. In particolare, il coordinatore provinciale , Nicola Aloi, portava alla luce il danneggiamento degli angeli che ornano il carro votivo e il successivo intervento di ripristino, eseguito – secondo l’organizzazione sindacale – senza alcuna autorizzazione «da personale non qualificato e con materiali non idonei» .

Quella lettera, datata 23 settembre 2015, oltre ad essere la prima di una lunga serie di missive – finite anche sulla scrivania dell’Assessorato regionale ai beni culturali (l’ultima risale a un mese fa) – segna l’inizio di una lunga battaglia intrapresa dal Diccap per fare emergere eventuali responsabilità da parte del Comune di Messina, sia per quel che riguarda i lavori di restauro non autorizzati sia per quel che riguarda le cause del danneggiamento della Vara, la quale –come viene ribadito in tutte le lettere firmate da Aloi – è un bene a cui la Regione ha riconosciuto un valore storico –artistico e in quanto tale deve essere adeguatamente tutelato.

Secondo il sindacato, infatti, la machina votiva si sarebbe rovinata non per una tragica fatalità ma per colpa della negligenza di chi avrebbe dovuto provvedere a smontare e riportare in deposito la Vara il 1.settembre 2015 e non l’ha fatto, lasciandola in balìa delle intemperie. Un acquazzone di fine estate avrebbe infatti provocato i danni che hanno poi reso necessaria la riparazione “fai da te”, divenuta oggetto di una diatriba che va avanti da 14 mesi.

La Soprintendenza ai Beni Culturali, che in un primo momento aveva negato l’esistenza dei danni alle sculture della Vara, spiegando in una lettera di aver effettuato il 30 ottobre 2015 un sopralluogo per verificare la situazione, ha successivamente cambiato idea ammettendo la presenza di danni alla macchina votiva, pur tuttavia precisando «che le peculiarità del rito della Vara …hanno da sempre comportato rifacimenti e riparazioni» e che «solo una sospensione di tale rituale per fini conservativi e una musealizzazione del bene potrebbe garantirne la conservazione ideale…». In poche parole, dalla sede di viale Boccetta hanno cercato di sminuire la portata della denuncia del sindacato, che per nulla soddisfatto della risposta fornita dalla Soprintendenza ha continuato ad incalzare l’Assessorato regionale, chiamato in causa sin da dicembre 2015 e destinatario della documentazione fotografica prodotta dal Diccap a supporto della denuncia.

Nell’ultima lettera, che risale allo scorso 26 settembre, il coordinatore Aloi chiede all’assessore regionale, che nel frattempo è diventato il messinese Carlo Vermiglio, «di conoscere quali provvedimenti sono stati adottati, e in caso negativo, quali le motivazioni per cui non è stato dato ancora seguito a quanto denunciato dalla scrivente organizzazione sindacale». Il sindacato teme che sia stata definitivamente compromessa la qualità storico/artistica dell’imponente machina votiva, ma sino ad oggi non ha avuto alcun riscontro da Palermo. Nell’ultima missiva, Aoli avvisa l’Assessorato regionale che in mancanza di riposte si rivolgerà direttamente alla Procura.

Al caso degli angeli danneggiati e riparati da mani non specializzate e con materiali non adatti si collega il caso del progetto-obiettivo Vara 2015, vale a dire il programma degli interventi propedeutici e successivi alla manifestazione del 15 agosto che si sono realizzati (o almeno avrebbero dovuto realizzarsi) dalla metà di luglio al primo settembre 2015.

«Oltre al danno, la beffa» commenta Aloi a proposito del fatto che nel progetto obiettivo era stato espressamente indicato il primo settembre come termine perentorio per lo smontaggio ed il trasporto in deposito della macchina votiva. Se quella data fosse stata rispettata, il carro votivo non avrebbe subito alcun danno, visto che le condizioni meteo sono peggiorate solo nei giorni successivi. Secondo il segretario del Diccap, il paradosso è che «negli anni precedenti è sempre stata rispettata la tempistica… senza ricorrere né all’affitto di automezzi né tanto meno a progetti obiettivi».

Il progetto-obiettivo predisposto dal dirigente del Dipartimento Manutenzione Immobili Comunali, Francesco Ajello non è stato a costo zero ma ha reso necessario un impegno di spesa poco meno inferiore a 23 mila euro, prevedendo: l’impiego di 17 unità di personale, circa 404 ore di straordinario festivo, 48 ore d straordinario notturno, 1045 ore di straordinario diurno, per un monte ore totale di 1857 .

Un' altra anomalia del progetto-obiettivo relativo all'organizzazione della Vara e delle manifestazioni collaterali riguarda la tempistica: sebbene si riferisca non all’ultima ma alla penultima edizione della Vara, soltanto nei prossimi giorni arriverà all’attenzione dei sindacati per la contrattazione decentrata. E c’è da scommetterci che non mancheranno le polemiche, sicuramente da parte del Diccap ma probabilmente anche da parte di altre organizzazioni sindacali. Sulla graticola è destinato a finire il segretario/direttore generale Antonio Le Donne, che in qualità di vertice dell’apparato burocratico dovrebbe vigilare sul funzionamento della macchina amministrativa e sull’operato dei dirigenti.

Un progetto-obiettivo che viene esaminato a distanza di un anno dalla sua realizzazione è la prova provata che qualcosa al Comune di Messina non funziona come dovrebbe.

Danila La Torre

6 commenti

  1. a buddacilandia ci mancava puru u danneggiamentu da “VARA” minchi facemu ridiri…….

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  2. a buddacilandia ci mancava puru u danneggiamentu da “VARA” minchi facemu ridiri…….

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  3. Leggo ed inorridisco , un sindacato che si occupa di questioni artistiche , forse stiamo solo assistendo a qualche piccolo dispettuccio mascherato da interesse per il bene comune .

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  4. Leggo ed inorridisco , un sindacato che si occupa di questioni artistiche , forse stiamo solo assistendo a qualche piccolo dispettuccio mascherato da interesse per il bene comune .

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  5. Sembra che il problema non sia prettamente legato alla Vara quanto ai fondi stanziati per un progetto che non è stato attuato a dovere, con il conseguente sperpero di denaro pubblico.

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  6. Sembra che il problema non sia prettamente legato alla Vara quanto ai fondi stanziati per un progetto che non è stato attuato a dovere, con il conseguente sperpero di denaro pubblico.

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