E' emergenza, ma la Regione non sblocca i bandi. Picchetti anti-sfratto e primi dati del 2014

E’ emergenza, ma la Regione non sblocca i bandi. Picchetti anti-sfratto e primi dati del 2014

Eleonora Corace

E’ emergenza, ma la Regione non sblocca i bandi. Picchetti anti-sfratto e primi dati del 2014

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martedì 26 Maggio 2015 - 22:06

Altre due famiglie hanno scongiurato lo sfratto per mezzo della pratica ormai consolidata dei picchetti anti sfratto. Ne hanno beneficiato ieri mattina una famiglia di Contesse e una di Bordonaro. Intanto, sono in stallo i bandi per i contributi ai morosi incolpevoli che i Comuni dovrebbero attivare in concerto con la Regione. Escono, nel frattempo, i primi dati sull’emergenza abitativa del 2014

Due famiglie in gravi difficoltà, l’una vessata dalla crisi economica, l’altra assillata da pesanti problematiche di salute. Entrambe con minori a carico. Entrambe vittime di un decreto di sfratto. Entrambe aventi diritto ad accedere ai contributi e alle tutele date per legge a chi viene riconosciuto moroso incolpevole, se solo i bandi fossero già stati pubblicati. I due nuclei familiari hanno inoltre scongiurato lo sfratto e guadagnato un paio di mesi di respiro nell’arco della stessa mattinata. Ieri mattina, infatti, si sono svolti quasi contemporaneamente ben due picchetti anti-sfratto, promossi dal sindacato Unione Inquilini e da diversi attivisti, soprattutto membri del Teatro Pinelli, dei Giovani Comunisti Prc e della “Deriva”– gli occupanti dell’ex Casa del Portuale.

La prima famiglia abita sulla S.S. 114 a Contesse. Il nucleo familiare è composto, tra gli altri, da due minori ancora molto piccoli e da un padre di 65 anni con delle problematiche di salute. La famiglia non riesce a pagare l’affitto da un anno e mezzo dal momento che la crisi economica ha stroncato i redditi familiari, falciando due entrate su tre: se prima lavoravano anche i genitori, infatti, ora a provvedere alle esigenze della famiglia è rimasta solo una figlia che lavora come estetista. Questo non basta a coprire i 400 euro mensili richiesti dall’affitto.

La seconda famiglia vive a Bordonaro: un figlio a carico ormai maggiorenne e una minorenne di sedici anni, padre cardiopatico e una madre in dialisi, costretta a sottoporsi alle cure tre volte a settimana. Il padrone di casa – ci raccontano – non voleva fare una mediazione economica, anche se la famiglia era riuscita ad offrire 200 euro degli 800 dovuti grazie alla pensione di invalidità della madre , oltre al sussidio dello stesso padre di famiglia poiché da anni ha dovuto interrompere il suo lavoro di operaio – prima nei cantieri SMEB e dopo nel settore edile – a causa di una disfunzione cardiaca che lo ha portato a subire un angioplastica. Ora aspetta la liquidazione. Fino al 2013 grazie a questi due sussidi riuscivano a pagare l’affitto ma poi i tagli alla sanità hanno gravato anche sulla pensione della madre. Questa mattina gli attivisti hanno formato un picchetto fisico di fronte il portone di casa evitando così che l’assistente sociale e il padrone di casa entrassero. Da lì sono iniziate le trattative.

Una situazione, quella dell’emergenza abitativa e degli sfratti per morosità incolpevole che si aggrava sempre di più. I primi dati del Ministero dell’Interno per il 2014 circa gli sfratti, non sono confortanti. Per il periodo che va da Gennaio a Giugno 2014 – per avere i dati definitivi si deve attendere il prossimo mese –a Messina gli sfratti per “finita locazione” sono stati 7 in città e 10 in provincia, quelli per “morosità” sono stati 84 in città e 108 in provincia per un totale di 209 sfratti nei primi sei mesi del 2014, poi per 52 è stata fatta la richiesta di esecuzione in presenza di un ufficiale giudiziario e per 61 è stato eseguito lo sfratto. In Sicilia il totale degli inquilini in difficoltà nella prima metà del 2014 è di 1,647. Inoltre ben 4,170 sono state le richieste di esecuzione per lo sfratto e 1,036 sfratti sono stati eseguiti.

Il Prefetto di Messina aveva reso esecutivo il registro delle morosità incolpevoli, ma solo per il mese di maggio. Il blocco dell’uso della forza pubblica per i soggetti che rientrano nel registro dei morosi incolpevoli – presentato il 25 marzo dal Comune – ha dunque una breve scadenza, salvo un nuovo ordine dalla Prefettura che doveva essere preceduto però – almeno queste le dichiarazioni del Prefetto – da un completamento dell’elenco presentato dal comune con ulteriori documenti.

Dal fronte della Regione Sicilia la situazione non è delle migliori: i bandi sono fermi. “In pratica la regione ha emanato ai Comuni una circolare che faceva riferimento solo alle persone che hanno avuto provvedimenti di sfratto nel 2013 – spiega Antonio Currò dell’Unione Inquilini – di conseguenza tutti i casi che si sono verificati successivamente sono squalificati e nessuno a Messina, ad esempio, può più fare istanza per gli aiuti economici. Il nostro elenco si rifà a situazioni verificatesi nel 2014. È uno scandalo”. La deputata all’Ars del Movimento 5 Stelle, Valentina Zafarana, a riguardo sta presentando un’interrogazione L’Unione Inquilini ha scritto, una settimana fa, una lettera al Ministero. “Per i capricci di una regione che limita al solo 2013 la concessione del contributo subiscono danni enormi tantissime famiglie – continua Currò – Questa decisione è stata comunicata con una circolare ai vari Comuni ed è per questo che questi ultimi non stanno facendo i bandi”. La Regione non potrebbe neppure lamentarsi dal punto di vista economico, dal momento che dal Ministero sono arrivati i finanziamenti inerenti al 2014 e proprio in questi giorni sono stati stanziati altri contributi, nello specifico 1,3 milioni di euro, per il 2015, come si può leggere già nella Gazzetta Ufficiale.

Anche il Comune, però, potrebbe fare di più: “In una situazione che funziona bene –l’Unione Inquilini – come succede in alcuni paesi del Nord Italia – il Comune non si limita a mettere a disposizione gli assistenti sociali all’ufficiale giudiziario nel momento che quest’ultimo deve intervenire in una casa dove risiedono dei minori, ma riesce a trovare delle mediazioni e soprattutto predispone delle strutture per l’emergenza abitativa, dove le famiglie possono sistemarsi temporaneamente. Dei veri e propri residence popolari”. (Eleonora Corace)

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