Piemonte-Papardo, Gianpiero D'Alia chiede l'intervento del ministro Beatrice Lorenzin

Piemonte-Papardo, Gianpiero D’Alia chiede l’intervento del ministro Beatrice Lorenzin

Rosaria Brancato

Piemonte-Papardo, Gianpiero D’Alia chiede l’intervento del ministro Beatrice Lorenzin

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lunedì 18 Agosto 2014 - 23:04

Il caso Piemonte-Papardo finisce sul tavolo del ministro Lorenzin. A chiedere l'intervento del ministro della salute è stato il deputato nazionale Udc Gianpiero D'Alia che alla luce della programmazione e dei finanziamenti di governo e regione sin dal 2010 chiede alla Lorenzin di prendere tutte le iniziative di competenza in merito alle decisioni di Vullo. Intanto a Ganzirri il Comitato mamme del Papardo ha chiesto interventi immediati a tutela della salute.

Lo strano caso del Papardo-Piemonte, singolare vicenda per la quale la soluzione trovata è peggiore del male, finisce all’attenzione del ministro alla salute Beatrice Lorenzin, alla quale con un’interpellanza rigorosa e dettagliata si è rivolto il deputato nazionale Udc Gianpiero D’Alia. Il presidente nazionale dell’Udc, nel ripercorrere le tappe che hanno interessato il destino dei due nosocomi, spiega poi quanto accaduto nelle ultime settimane, con le decisioni del direttore generale Michele Vullo, chiedendo al ministro Lorenzin d’intervenire per quanto di sua competenza. Nel frattempo a Ganzirri il Comitato spontaneo delle mamme del Papardo ha organizzato una manifestazione di protesta per chiedere ai rappresentanti delle Istituzioni un intervento immediato a tutela della salute delle mamme e dei neonati, in seguito alla chiusura del punto nascita.

Ma andiamo per ordine. Già durante la seduta aperta del consiglio comunale del 5 agosto Gianpiero D’Alia aveva protestato “in diretta” contro le stupefacenti dichiarazioni di Vullo che aveva decretato la chiusura del punto nascita del Papardo ed annunciato la prossima chiusura del pronto soccorso del Piemonte, poiché, a suo dire, pericoloso per gli utenti.

Il parlamentare centrista ha quindi trasmesso un’interpellanza al ministro Lorenzin nella quale vengono illustrate le tappe in sede nazionale che avevano individuato ben altri disegni sia per il Piemonte che per il Papardo rispetto a quanto, con la delibera d’agosto ha deciso il direttore generale dell’azienda.

Nel 2010, dopo l’accorpamento delle due aziende ospedaliere, Piemonte e Papardo, fu promossa un’audizione presso la Commissione parlamentare d’inchiesta in merito alla situazione delle due strutture. Dalla seduta emerse che il Piemonte necessitava di lavori di adeguamento sismico ma sarebbe dovuto diventare struttura di secondo livello per l’emergenza/urgenza e di importanza strategica anche per le operazioni di Protezione civile. Il Papardo, lontano 12 km dal centro, sarebbe dovuto diventare ospedale destinato ad interventi medici di elezione, nonché sede per il polo materno-infantile.

Tre mesi dopo il sopralluogo della Commissione a Messina, il 25 maggio, l’allora assessore regionale alla sanità emise un decreto di riordino della rete ospedaliera che prevedeva al Papardo 422 posti letto e 78 al Piemonte con il contestuale trasferimento di una serie di Unità operative dal viale Europa alla zona nord. Il Piemonte quindi era chiaramente destinato a diventare struttura d’emergenza-urgenza per tutto il centro e d’importanza strategica.

Nel 2011, spiega ancora D’Alia, sono iniziati i lavori per la ristrutturazione dei padiglioni a rischio sismico del Piemonte, con finanziamenti statali e regionali, parte dei quali però non sono ancora ultimati.

In questo quadro il 1 luglio scorso si è insediato il nuovo direttore generale Michele Vullo, che sin da subito ha annunciato di voler realizzare il Punto nascita al Piemonte procedendo poi con la dismissione del pronto soccorso dichiarando “ che non riesce a trattare prontamente né infarti né ictus perché manca dei servizi di Emodinamica e di Neurologia….e rappresenta solo un pericolo, un parcheggio dannoso per il paziente”.

Il parlamentare Udc rileva come queste dichiarazioni e la successiva delibera di Vullo siano in contrasto con la programmazione seguita sin dal 2010 e con gli investimenti sia dello Stato che della Regione per l’adeguamento sismico del Piemonte.

“Le dichiarazioni di Vullo-prosegue D’Alia- destano un grave allarme sociale posto che se un pronto soccorso è pericoloso per i cittadini lo si chiude e non lo si lascia aperto, come viceversa è accaduto, e sono smentite dal fatto che: a) come dimostrano i dati in possesso della Direzione Generale il trattamento degli infartuati soccorsi al PSG del PO Piemonte nel primo semestre 2014 avviene entro i tempi previsti dalle linee guida internazionali; b) la maggior parte degli Ospedali italiani non ha la Neurochirurgia e quindi si trovano nelle stesse condizioni di rischio dell’Ospedale Piemonte per i pazienti affetti da ictus emorragico c) la nuova Rete ospedaliera varata dalla Regione Siciliana non è stata approvata a fine luglio a Roma dal Ministero della Salute. Peraltro, tali dichiarazioni hanno procurato un incalcolabile danno d’immagine all’Azienda Ospedaliera Papardo-Piemonte e indignato ed offeso i medici e tutti gli operatori sanitari che svolgono con alta professionalità il loro dovere”.

Il deputato ricorda poi come la delibera, anticipata di un giorno rispetto agli annunci appaia dannosa perché penalizza i cittadini della zona nord “ed inoltre è allegata una relazione che dichiara che entrambi i punti nascita non sono strutturalmente sicuri”.

Va da sé che l’accorpamento operato non ha nulla a che vedere con la realizzazione del polo materno infantile che necessita di ben altra programmazione, finanziamento e tempistica completamente diversa. L’ex ministro del governo Letta interroga quindi la Lorenzin per sapere: “Quali iniziative, nell’ambito delle sue competenze, intenda assumere per accertare eventuali responsabilità e per garantire il rispetto della programmazione sanitaria, finanziaria e infrastrutturale posta in essere dallo Stato e dalla Regione Sicilia, con particolare riguardo al PO Piemonte, anche sulla base dei lavori della commissione parlamentare di inchiesta”.

Nel pomeriggio intanto a Ganzirri si è tenuta la manifestazione di protesta promossa dal Comitato delle mamme del Papardo, alla presenza del sindaco, del presidente del V quartiere Morabito, del rappresentante del VI quartiere Mangraviti, dei rappresentanti sindacali, della deputata del M5S Valentina Zafarana e della consigliera comunale Antonella Russo che sulla vicenda ha presentato l’ordine del giorno che è stato la base del dibattito della seduta aperta del 5 agosto, quella durante la quale è scoppiato il caso.

Accorinti si è impegnato a battere i pugni sul tavolo con l’assessore Borsellino per far valere le ragioni della città, mentre la Zafarana ha annunciato iniziative all’Ars.

“Vullo ha scelto una soluzione abnorme rispetto al problema- ha ribadito Antonella Russo– Una decisione che ha comportato la riduzione del servizio, perché al Piemonte adesso ci sono il doppio dei medici ma mancano i posti letto, ha penalizzato le mamme ed ha reso il servizio rischioso. Qui in piazza ci sono decine di gestanti che sono allarmate, perché non sanno neanche dove andranno a partorire. Non è escluso che in tanti decidano di ricorrere alle vie legali”.

Un no secco anche da parte della Fp Cgil, come sottolineato da Clara Crocè: “L’accorpamento dei due punti nascita è una scelta ragioneristica che priverà di un servizio alla popolazione della zona Nord è che segna la morte dell’ospedale Piemonte. E’ evidente che in caso di mancata revoca della delibera la FPCGIL metterà in campo una serie di iniziative anche legali, a tutela del diritto alla salute dei cittadini messinesi , delle mamme e dei loro bambini”.

Ed in Procura è andato il Comitato del Piemonte, rappresentato da Marcello Minasi.

Le immagini in photogallery sono state gentilmente fornite tramite WhatsApp da Comitato Aurora Diamo Vita alla Vita,

Rosaria Brancato

8 commenti

  1. I presidi sotto i mille parti/anno andranno, con buona pace di tutti, chiusi ( e su questo la Lorenzin non potrà sconfessare se stessa). E’ certamente discutibile, comunque, un punto nascita al Piemonte, a due passi dal Policlinico. La scelta, a breve, sarà obbligata, ovvero, tutti a Papardo. Sulla sicurezza, ovvero sulle capacità del PS del Piemonte di garantire codici rossi e gialli, reputo che Vullo, numeri e casistica alla mano, abbia ragione. Prima di avanzare interpellanze, certi politici, dovrebbero informarsi meglio.

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  2. I presidi sotto i mille parti/anno andranno, con buona pace di tutti, chiusi ( e su questo la Lorenzin non potrà sconfessare se stessa). E’ certamente discutibile, comunque, un punto nascita al Piemonte, a due passi dal Policlinico. La scelta, a breve, sarà obbligata, ovvero, tutti a Papardo. Sulla sicurezza, ovvero sulle capacità del PS del Piemonte di garantire codici rossi e gialli, reputo che Vullo, numeri e casistica alla mano, abbia ragione. Prima di avanzare interpellanze, certi politici, dovrebbero informarsi meglio.

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  3. Parliamone….ma con cognizione di causa…….i presidi sotto i mille parti l’anno vanno chiusi…..bene il 90% dei capoluoghi italiani non avrà un presidio per le nascite……poiché sono tutti distanti dai mille parti….quello che vale per Messina vale per il resto della Sicilia………chiudiamo tutti i punti nascita sotto i mille parti…..bambini concepiti in una provincia nasceranno in un’altra…..parliamone……solo di numeri ……etica, amore, rispetto per le comunità, per gestanti……no…conta solo……la matematica….i numeri…..e già successo negli anni 40…….nessun amore, nessuna etica, nessun rispetto…..persone considerate solo numeri…..ed i figli considerati numeri accessori…
    Esiste un territorio, delle esigenze logistiche…..delle necessita inviolabili……si può partorire a 30 o 50 km. di distanza……lontano dal proprio territorio ed imponendo alle famiglie notevoli sacrifici……ma se le persone si considerano numeri…..non c’è problema…..chiudete, spostate, eliminate…..guardando solo dei dati…numerici…..senza vedere le sofferenze, i disagi ……delle persone che ci sono dietro i vostri numeri…..la storia si ripete……

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  4. Parliamone….ma con cognizione di causa…….i presidi sotto i mille parti l’anno vanno chiusi…..bene il 90% dei capoluoghi italiani non avrà un presidio per le nascite……poiché sono tutti distanti dai mille parti….quello che vale per Messina vale per il resto della Sicilia………chiudiamo tutti i punti nascita sotto i mille parti…..bambini concepiti in una provincia nasceranno in un’altra…..parliamone……solo di numeri ……etica, amore, rispetto per le comunità, per gestanti……no…conta solo……la matematica….i numeri…..e già successo negli anni 40…….nessun amore, nessuna etica, nessun rispetto…..persone considerate solo numeri…..ed i figli considerati numeri accessori…
    Esiste un territorio, delle esigenze logistiche…..delle necessita inviolabili……si può partorire a 30 o 50 km. di distanza……lontano dal proprio territorio ed imponendo alle famiglie notevoli sacrifici……ma se le persone si considerano numeri…..non c’è problema…..chiudete, spostate, eliminate…..guardando solo dei dati…numerici…..senza vedere le sofferenze, i disagi ……delle persone che ci sono dietro i vostri numeri…..la storia si ripete……

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  5. Non entro nel merito di chiudere un presidio, ma non comprendo come in una città vi debbono essere due presidi a distanza di pochi metri.
    Anziché chiudere il presidio del Papardo “che serve tutta la zona Nord – si immagini una partoriente d Ortoliuzzo, s. Saba, Mortelle, Ganzirri ecc. – con una viabilità da quarto mondo ??? quale strade e quali condizioni”, si chiuda il presidio del Piemonte. Ma forse nell’intento di qualcuno vi è la volontà di offendere, mortificare…. ma fino a quando.
    Già dimenticavo il buon intervento dell’On. D’Alia,…. forse dovrebbe anche guardare al suo interno …. dove l’uomo più vicino a Lui il Messinese …. Presidente dell’Assemblea Siciliana, percepisce appena 650.000.= (seicentocinquantamila) euro l’anno, ovviamente oltre auto, autista e i normali benefici.

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  6. Non entro nel merito di chiudere un presidio, ma non comprendo come in una città vi debbono essere due presidi a distanza di pochi metri.
    Anziché chiudere il presidio del Papardo “che serve tutta la zona Nord – si immagini una partoriente d Ortoliuzzo, s. Saba, Mortelle, Ganzirri ecc. – con una viabilità da quarto mondo ??? quale strade e quali condizioni”, si chiuda il presidio del Piemonte. Ma forse nell’intento di qualcuno vi è la volontà di offendere, mortificare…. ma fino a quando.
    Già dimenticavo il buon intervento dell’On. D’Alia,…. forse dovrebbe anche guardare al suo interno …. dove l’uomo più vicino a Lui il Messinese …. Presidente dell’Assemblea Siciliana, percepisce appena 650.000.= (seicentocinquantamila) euro l’anno, ovviamente oltre auto, autista e i normali benefici.

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  7. Non entro nel merito di chiudere un presidio, ma non comprendo come in una città vi debbono essere due presidi a distanza di pochi metri.
    Anziché chiudere il presidio del Papardo “che serve tutta la zona Nord – si immagini una partoriente d Ortoliuzzo, s. Saba, Mortelle, Ganzirri ecc. – con una viabilità da quarto mondo ??? quale strade e quali condizioni”, si chiuda il presidio del Piemonte. Ma forse nell’intento di qualcuno vi è la volontà di offendere, mortificare…. ma fino a quando.
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  8. Non entro nel merito di chiudere un presidio, ma non comprendo come in una città vi debbono essere due presidi a distanza di pochi metri.
    Anziché chiudere il presidio del Papardo “che serve tutta la zona Nord – si immagini una partoriente d Ortoliuzzo, s. Saba, Mortelle, Ganzirri ecc. – con una viabilità da quarto mondo ??? quale strade e quali condizioni”, si chiuda il presidio del Piemonte. Ma forse nell’intento di qualcuno vi è la volontà di offendere, mortificare…. ma fino a quando.
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