Elezioni avvocati, parla Magaudda: dagli uscenti solo tam tam mediatico

Elezioni avvocati, parla Magaudda: dagli uscenti solo tam tam mediatico

Alessandra Serio

Elezioni avvocati, parla Magaudda: dagli uscenti solo tam tam mediatico

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mercoledì 26 Giugno 2019 - 07:30

Al legale, già presidente nazionale Aiga, la conferenza stampa al Comune non è piaciuta: "Piacentini è casa di tutti".

L’avvocato Tommaso Magaudda entra a gamba tesa nella campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Messina, pochi giorni prima dell’apertura delle urne.

Commentando la conferenza stampa tenuta dal presidente uscente Vincenzo Ciraolo e il suo direttivo, il già presidente dell’AIGA nazionale non lesina i toni duri, in particolare sulle modalità di comunicazione stesse scelte dagli uscenti, poi sul tanto dibattuto nodo della formazione. Di seguito il suo intervento in integrale.

Per la prima volta il consiglio dell’Ordine ha convocato una conferenza stampa per un bilancio dell’attività svolta a conclusione dell’ultimo mandato. Più che la novità, sorprendono la scelta di una sede così detta neutra e i toni divisivi utilizzati dai presenti nel nome di una sola parte del consiglio Palazzo Piacentini è la casa di tutti gli avvocati, che non si sono mai distinti in guelfi e ghibellini.

La scelta della casa comunale evoca solo quello stancante e fastidioso tam tam mediatico, che, in più occasioni, indicava presidenti di ordini professionali a papabili candidati a sindaco della città, svalutando così la funzione che svolgono e l’istituzione che rappresentano.

Plaudo alla corposa attività che una ben determinata parte del consiglio ha svolto per la formazione e per la preparazione degli aspiranti avvocati, che aiuta anche a comprendere le ragioni di un così elevato numero di iscritti all’albo professionale rispetto a quello degli abitanti nel circondario del tribunale di Messina.

E tuttavia mi chiedo quali iniziative siano state assunte a favore di coloro i quali, con convinzione ed entusiasmo, hanno scelto di esercitare realmente al professione di avvocato.

Cosa è stato fatto ad esempio per far valere il diritto dell’avvocato a un equo compenso, essenziale per garantire il libero esercizio della professione e difendere chi, in passato, è stato messo alla berlina per i fantasiosi lauti onorari che avrebbe percepito da enti e società pubbliche? Cosa è stato fatto per valorizzare e tutelare l’impegno di quei giovani che si avvicinano alla professione e assicurare loro, quanto meno, la possibilità di avviarsi senza essere richiesti di svolgere compiti a loro estranei?

Cosa è stato fatto per denunciare e porre rimedio allo stato i grave difficoltà in cui versa il Tribunale di Messina anche per l’assenza di diversi magistrati e alla durata insopportabile delle cause civili? Cosa è stato fatto per tanto che i miei colleghi, oggi chiamati al voto, ben conoscono e di cui non vi è menzione nella conferenza stampa che il Consiglio ha tenuto nel nome di alcuni volenterosi consiglieri?

Ho presieduto l’Associazione Italiana giovani avvocati e tuttora ne custodisco e difendono i valori, che non si appartengono ad una presunta elite ma a tutta l’avvocatura. Auspico che cessata la bagarre elettorale, l’Aiga e le altre associazioni forensi recuperino il loro ruolo di impulso e critica costruttiva, perché il nuovo consiglio possa essere davvero portatore delle istanze di tutti gli avvocati e operare solo per il perseguimento di queste.

Un commento

  1. Per par condicio ricopio mio commento alla conferenza stampa del Presidente uscente : <>

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