Palazzo Zanca, nuova bufera sui servizi sociali

Palazzo Zanca, nuova bufera sui servizi sociali

Palazzo Zanca, nuova bufera sui servizi sociali

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mercoledì 01 Giugno 2011 - 12:59

L’ufficio tributi del Comune e la Serit certificano che alcune cooperative non erano in regola con tasse e imposte al momento della presentazione delle offerte: non avrebbero potuto partecipare alle gare che poi hanno vinto. Caliò (Pid): «Che fanno i funzionari?»

Una nuova bufera si abbatte sui servizi sociali del Comune di Messina. La “pax” che sembrava essere stata raggiunta dopo le gare biennali svoltesi nei mesi scorsi è pura illusione. L’ufficio tributi di Palazzo Zanca, infatti, ha reso noto ai legali della cooperativa Solco di Catania (una di quelle uscite sconfitte dalle gare), gli avvocati Francesco Amalfa e Antonio Catalioto, che alcune delle cooperative che hanno vinto non erano in regola col pagamento di tasse e imposte alla data della presentazione delle proprie offerte, cioè il 24 febbraio. La regolarità delle posizioni nei confronti dell’erario è conditio sine qua non per la partecipazione alle gare stesse, motivo per cui, stando alle carte e al ricorso presentato dalla Solco stessa, queste cooperative non avrebbero potuto partecipare. Nella fattispecie si tratta di Azione Sociale e Nuova Presenza, che in raggruppamento con Faro 85 si sono aggiudicati alcuni degli appalti affidati negli scorsi mesi. Azione Sociale, ad esempio, solo il 30 marzo scorso, quindi un mese dopo il termine del bando, ha regolarizzato la propria posizione rispetto ad una cartella da 786 euro, che il 24 febbraio, dunque, non aveva ancora pagato. Stessa cosa è accaduta, sempre per Azione Sociale, con un’altra imposta da 233 euro regolarizzata in parte il 9 giugno 2010, quindi effettivamente molto prima del 24 febbraio scorso, ed in parte il 30 marzo scorso, quindi un mese dopo. Nuova Presenza, invece, aveva un tributo da pagare pari a 302 euro, regolarizzato solo il 15 marzo.

Il tutto senza che la commissione di gara del Comune rilevasse alcunché. Sollecitata a verificare questi casi, infatti, la commissione stessa ha constatato che le cooperative erano in regola alla data della verifica stessa, senza appurare se lo fossero alla data del 24 febbraio. La bufera contribuisce ad alimentarla il consigliere comunale del Pid Tanino Caliò, che nei mesi scorsi aveva presentato un esposto ai Carabinieri in seguito ad una lettera ricevuta in cui venivano denunciati proprio questi fatti. Caliò stamani ha convocato una conferenza stampa proprio per illustrare i contenuti degli atti trasmessi agli avvocati Amalfa e Catalioto (che tutelano anche altre cooperative che hanno presentato ricorso) dall’ufficio tributi del Comune. Caliò è limpido: «Alla data del 24 febbraio le cooperative avrebbero dovuto essere in regola con tasse e imposte ed evidentemente non lo erano. Io insieme ad altri colleghi consiglieri, Pergolizzi, Cocivera e Zuccarello, abbiamo chiesto agli uffici del Comune di accedere agli atti ma non abbiamo ottenuto ciò che invece hanno in mano gli avvocati. Mi chiedo: ma la commissione di gara cosa fa? Cosa vengono pagati a fare i funzionari del Comune?». L’altra domanda è: cosa succederà adesso?

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