L'associazione, parte civile al processo agli Ofria, condanna anche l'assenza del Comune di Barcellona
Messina – Ha preso il via davanti al giudice preliminare Alessandra Di Fresco il processo sulla gestione dei beni confiscati alla famiglia Ofria di Barcellona che, secondo la Procura, era rimasta in mano al boss capofamiglia con la complicità dell’amministratore giudiziario.
Il processo
Il processo entrerà nel vivo a dicembre, intanto ieri la Giudice ha ammesso l’associazione Rita Atria come parte civile, assistita dagli avvocati Valentino Gullino e Goffredo D’Antona. La sigla civile fa notare che non ha invece chiesto di costituirsi l’Agenzia per l’amministrazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, parte offesa in virtù delle ipotesi di reato avanzate per il commercialista Salvatore Virgilitto, nominato dal Tribunale per la gestione dell’impresa sequestrata e confiscata nello scorso decennio.
J’accuse dell’associazione Rita Atria
“Gravissima e inspiegabile, dice l’associazione, l’assenza in aula dell’Agenzia. Rappresenta un vuoto istituzionale di estrema gravità che rischia di indebolire il significato stesso della confisca come strumento di giustizia e riscatto sociale. Altrettanto inaccettabile e politicamente significativa l’assenza del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto”.
Il processo prosegue a dicembre. Quasi tutti gli imputati ieri, praticamente l’intero nucleo familiare del boss Salvatore Ofria (oggi al carcere duro) e i principali collaboratori nello “sfascio” Bellinvia, hanno chiesto di essere giudicati col rito abbreviato e saranno processati. Per loro la sentenza è attesa per fine gennaio 2026.
Processo a Barcellona il prossimo 15 dicembre, invece, per il commercialista Virgilitto, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
