Hyerace: "Il Pd a Messina rinasce, Russo e Leanza? Nemici mai"

Hyerace: “Il Pd a Messina rinasce, Russo e Leanza? Nemici mai”

Marco Olivieri

Hyerace: “Il Pd a Messina rinasce, Russo e Leanza? Nemici mai”

domenica 03 Novembre 2024 - 16:15

Intervista con il neo segretario provinciale del Partito democratico. "Non siamo spaccati ma terrò conto degli equilibri interni". E su De Luca e Basile...

MESSINA – Armando Hyerace, nuovo segretario provinciale del Partito democratico a Messina per soli 34 voti che la separano da Alessandro Russo. L’assemblea del Pd vede da una parte 51, per il vincitore, e dall’altra 49 eletti per Russo, nel rispetto della parità di genere. Siete un partito spaccato?

“Non spaccato ma diviso sì. Penso dunque che si debba fare di tutto perché si lavori tutti assieme a favore di un’unica causa. Le priorità sono quelle di tornare nei territori e ristrutturare il partito. E lì dove ci sono i circoli con ancora più decisione. E, soprattutto, occorre un’azione politica chiara, senza ambiguità. Dobbiamo occuparci dei problemi quotidiani dei cittadini. Dalla mancanza di servizi a istruzione, sanità, infrastrutture, il dissesto idrogeologico. Tutti temi su cui probabilmente il Pd è stato assente in questi anni, salvo meritorie iniziative dei rappresentanti istituzionali”.

Torniamo al concetto di spaccatura. Si tratta di una divisione irrecuperabile tra suoi sostenitori e quelli di Russo, sostenuto da Leanza, dall’ex segretario provinciale Bartolotta e dal consigliere Calabrò, o di una normale contesa politica?

“Una contesa. Io e Alessandro Russo lo abbiamo detto più volte durante la sfida congressuale: l’avversario è all’esterno. Non dentro il partito”.

Qualcuno dice, anche all’interno del Pd, che l’avversario è il vostro stesso deputato regionale: Calogero Leanza. Un politico che viene percepito come lontano dalla tradizione Dem e c’è chi teme che si voglia impadronire del partito…

“Questo congresso ha dato la dimostrazione plastica che oggi noi abbiamo veramente fondato il Partito democratico a Messina. Abbiamo celebrato un congresso con due posizioni diverse. E l’impegno è stato quello di andare nei circoli, nei territori. Io mi sono speso molto in tal senso e penso che abbiamo dato una grande prova di democrazia. Questo partito ha i suoi anticorpi rispetto agli errori del passato. Leanza ha partecipato in modo legittimo e trasparente alla contesa, sostenendo Alessandro Russo. E non ha partecipato con l’intento di prendersi il Pd. Né è l’intento mio e di chi mi ha sostenuto. Direzione e segreteria terranno conto delle quote e degli equilibri delle forze in campo, sempre nel segno della competenza e dell’impegno. Ci aspetta un lavoro davvero faticoso”.

Se il Partito democratico, con la segretaria Elly Schlein, tenta una rifondazione a sinistra del partito, la situazione a Messina e provincia è ancora più difficile. Qui manca persino il luogo dove riunirvi. Tutto da rifondare…

“La crisi del Pd a Messina è quella di tutti i partiti. Il Partito democratico è l’unico in Italia a essere strutturato alla vecchia maniera. Consideriamo le sedi un presidio di democrazia. L’aver tolto i finanziamenti pubblici ai partiti è stato un errore, con conseguenze serie. Il problema di una sede del Pd a Messina non è dovuto alla cattiva volontà. Si tratta di un problema economico. Capiremo adesso su quali risorse possiamo contare. Abbiamo fatto un buon tesseramento e gli eletti devono contribuire”.

Quali sono gli attuali numeri?

“I tesserati sono mille e ottocento. Circa mille e duecento hanno partecipato al voto. L’obiettivo è crescere. Dobbiamo chiudere il tesseramento 2024. Quanto costa la tessera? Venti euro. Una parte è destinata a Roma, al partito nazionale, e una parte rimane qui per le esigenze locali”.

Avvocato, lei lavora nello studio Saitta ma ha vinto il concorso come funzionario al Comune. Potrebbe esserci qualche imbarazzo, non appena avrà preso servizio a Palazzo Zanca, a fare il segretario provinciale?

“No. Mi pare che siamo in democrazia…”.

Voi, lo avete ribadito sia lei sia Russo, siete alternativi non solo al centrodestra ma anche a Basile-De Luca. Con le forze del centrosinistra vi confronterete presto?

“Noi, ben prima delle ultime amministrative, abbiamo sperimentato un modello a Messina nel segno del confronto (dai Cinquestelle a Messina Cambiamo dal basso, n.d.r.) Forse è mancata la consapevolezza che il percorso avviato doveva proprio portarci alle stesse amministrative. Ed è mancata un po’ di concretezza”.

E adesso che cosa bisogna fare secondo lei?

Bisogna costruire un fronte politicamente coerente nel quale si possano riconoscere le forze che credono in un campo progressista, anche di sinistra, e le forze civiche e fresche della città. Forze deluse dalle amministrazioni De Luca e Basile. Abbiamo un astensionismo altissimo pure a Messina. Si tratta di una questione nazionale. C’era chi pensava che bastasse lo scandalo in Liguria, che ha coinvolto il presidente Toti, per vincere. La storia ci insegna altro. In Sicilia, allora, dovremmo dovuto vincere tutte le elezioni se pensiamo, ad esempio, a quello che è successo con Cuffaro”.

Anche se alcune candidature del centrosinistra non è che siano state particolarmente azzeccate. Se consideriamo che la vostra candidata alla presidenza della Regione siciliana, Caterina Chinnici, è oggi in Forza Italia…

“Osservazione corretta. Io ho sempre detto, nei congressi dei circoli, che il Pd deve ripartire con forza dalla credibilità. Noi abbiamo perso credibilità in questi anni. Abbiamo avuto tanti problemi: organizzativi e politici. Ma, secondo me, il fattore più grosso, che allontana le persone dal voto, è la credibilità. Se a ogni elezione ti presenti con un tot di persone che passano poi in un altro schieramento, qualsiasi ruolo abbiano, perdi la faccia. Ed è difficile ripresentarti per sottoporti al giudizio degli elettori”.

Quanto pesa ancora il periodo con a capo Francantonio Genovese e poi il passaggio di Pietro Navarra dal Pd al centrodestra, dopo che non è stata confermata la sua ricandidatura in Parlamento?

“Ci siamo messi alle spalle questi due casi completamente diversi. Abbiamo certificato con questo congresso, e valeva anche in caso di vittoria con Alessandro Russo, che il partito si è rinnovato. Noi partiamo da una base valoriale, di condivisione, e da una visione. Questa è casa nostra e questi sono i nostri valori. Se ci muoviamo seguendo questa direzione, situazioni spiacevoli come quelle che abbiamo vissuto nel passato non avverranno più”.

Lei si sente un segretario dell’area di Antonio Saitta e di Elly Schlein? Di una corrente, insomma?

“No. Nemmeno la sfida appena conclusa è stata una sfida di correnti. Sia io, sia Alessandro Russo non l’abbiamo vissuta come una guerra di correnti. Se le correnti riguardano una differenziazione di vedute, dal ponte ad altri temi che investono le politiche cittadine e provinciali, ben vengano. Il confronto ci sta. Se deve trasformarsi in una battaglia tra bande, io sono il primo a dire no”.

Ha citato il ponte. Quali sono gli altri temi su cui intende insistere?

“Acqua, sanità, infrastrutture. Noi diciamo sì alle mille opere che servono a questa città e alla provincia. Il miglior spot no ponte lo ha fatto Salvini quando ha dichiarato che, semmai dovesse esserci un terremoto a Messina, tutto sarebbe raso al suolo tranne il ponte sullo Stretto. Il problema è il quando. Non il se… Da qui il tema della messa in sicurezza. E non dimentichiamo gli asili nido e l’istruzione. Abbiamo un tasso di dispersione scolastica, soprattutto nei quartieri periferici, altissimo”.

Farete una Giunta ombra in contrapposizione alla Giunta Basile?

“Struttureremo una segreteria tematica, oltre a cercare di coprire tutta la provincia. In questi anni, il territorio metropolitano è stato trascurato. La segreteria provinciale è stato troppo incentrata su Messina. Sono 108 Comuni con peculiarità diverse in base alla zona”.

Un giudizio sulla revisione, da parte di De Luca e Basile, delle partecipate e della squadra degli assessori?

“Mah. All’inizio sembrava, con le dimissioni di presidente e Cda Amam, un dare la colpa della crisi idrica a un determinato gruppo di gestione. Evidentemente, così non è. Si sta rivelando uno spoils system interno al movimento di De Luca, che è in difficoltà. Movimento che sta perdendo pezzi. Di conseguenza, De Luca sta serrando le fila, dando spazio a chi finora non l’ha avuto”.

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Un commento

  1. Per favore ripescate Russo. E’ uno sconfitto seriale!

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