I mega palazzi e gli studentati di lusso, un altro futuro è possibile per Messina

I mega palazzi e gli studentati di lusso, un altro futuro è possibile per Messina

Marco Olivieri

I mega palazzi e gli studentati di lusso, un altro futuro è possibile per Messina

domenica 09 Novembre 2025 - 12:19

Mentre il Consiglio prende tempo per esaminare i tre progetti Pnrr, esiste una necessità. Quella di uno sviluppo armonico della città. E con più giustizia sociale

di Marco Olivieri

MESSINA – Progetti che non convincono tra mega palazzi e studentati di lusso. La priorità, infatti, deve essere l’avvenire di Messina. La città dello Stretto può diventare sempre di più una realtà universitaria e aperta al futuro, mentre assistiamo a una continua fuga di giovani e a un presente dove il lavoro rimane una chimera. E dopo decenni di “grande bruttezza”, e scelte edilizie discutibili, esiste la necessità di uno sviluppo armonico che restitituisca a Messina la sua bellezza. Non abbiamo bisogno di mega palazzoni, né di acuire il già fortissimo divario tra pochi ricchi e tantissimi poveri. Ma di giustizia sociale. E qui andiamo al punto. La settimana politica è stata caratterizzata a Palazzo Zanca anche dal dibattito sui tre progetti per gli studentati universitari, grazie ai fondi del Pnrr, presentati dalla Zanklon Capital. E il Consiglio comunale ha deciso di tornare in commissione e approfondire alcuni aspetti sulle tre delibere.

I tre palazzi

Si tratta di una proposta di delibera per la realizzazione di un fabbricato di 504 posti letto, denominato “Policlinico”, da adibire a studentato a Minissale. Un’altra delibera fa riferimento alla costruzione dello stabile “Centro”, in zona via Catania e da 255 posti. La terza riguarda quello denominato “Archimede”, il più grande con i suoi 1.080 posti, da far sorgere nella stessa zona dell’omonimo liceo scientifico, sul viale Boccetta (nella foto il rendering). Un palazzone che dovrebbe svilupparsi in altezza per dodici piani, di cui due interrati.

In sostanza, i consiglieri sono chiamati a votare le deroghe per la costruzione stessa delle strutture, previste di 6, 9 e 10 piani. Tutte altezze superiori a quelle possibili con i regolamenti attuali. Tra i temi affrontati c’è stato anche quello dei prezzi previsti per le singole stanze. Negli allegati al progetto si parla di 637,50 euro per una singola nello studentato “Archimede” e di 680 euro per gli altri due.

La questione è stata affrontata di recente da Rifondazione comunista: “L’assenza di un’offerta adeguata di posti letto pubblici per universitari fuori sede obbliga migliaia di studenti e studentesse ad affidarsi al mercato immobiliare privato della nostra città, dove il costo di una stanza singola si attesta in media tra i 250€ e i 380€ al mese nelle zone centrali della città e adiacenti alle sedi universitarie. A fronte di circa 10mila studenti fuori sede ci sono solo 300 posti letto pubblici. Davanti a questo divario tra domanda e offerta pubblica si infilano i soggetti privati, incoraggiati dal quadro normativo del nuovo housing universitario, che prevede il conseguimento dell’obiettivo ambizioso di 30.000 posti letto entro giugno 2026 per l’intero territorio nazionale”.

“La sedia lasciata libera dallo Stato, per garantire diritti e servizi pubblici, viene occupata dal privato”

E ancora: “Siamo di fronte a una vera e propria operazione immobiliare che dispiegherà tutto il suo carattere speculativo al termine dei 12 anni di vincolo di destinazione uso. Trascorso tale termine, l’immobile rientrerà nella piena disponibilità e autonomia gestionale del soggetto privato. Dal suolo della nostra città si continuano a estrarre valore e ricchezza privati: la sedia lasciata libera dallo Stato, per garantire diritti e servizi pubblici, viene occupata dal privato che persegue il suo interesse principale, ovvero quello di generare profitto”.

I diritti negati degli studenti

In questo clima d’arretramento dello Stato nella giustizia sociale, anche l‘Udu ha posto il problema dei diritti negati: “Su 5120 studenti ammessi, 4360 risultano idonei non beneficiari. In altre parole, quasi 9 studenti su 10 che hanno diritto al sostegno economico non riceveranno, per il momento, neanche un euro”. L’Unione degli studenti è andata pure all’attacco dei possibili nuovi residence studenteschi, soffermandosi su quello “Archimede”: “Il progetto, secondo quanto emerso dai documenti e dagli articoli pubblicati, prevede che il 70% delle camere venga affittato a 650 euro al mese e solo il 30% dei posti sarà riservato a studenti con redditi bassi”.

Occorre, dunque, che il Consiglio comunale valuti tutto con saggezza, dando priorità all’interesse pubblico e all’equità sociale.

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2 commenti

  1. Altro saccheggiamento di terra, altro ammassamento di cemento in zone già sature! Per cosa?! Col calo demografico tra 10 anni vi sarà pure riduzione di immatricolazione negli atenei. Messina non è città da campus come Salerno, Caceres, ecc. Recuperare aree già edificate o lasciate incomplete come sotto la zona industriale o a valle di via La Farina potrebbe esser idea per dare lustro creando comparti per residenze studentesche.

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  2. Gli studentati sarebbero il futuro per Messina? E per quale motivo se poi vanno via tutti, messinesi e non?

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