Il buco milionario dei derivati: Messina vuole chiudere la partita con Dexia

Il buco milionario dei derivati: Messina vuole chiudere la partita con Dexia

Francesca Stornante

Il buco milionario dei derivati: Messina vuole chiudere la partita con Dexia

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mercoledì 11 Novembre 2020 - 17:44

Una pagina disastrosa per le casse di Palazzo Zanca. Adesso il Comune di Messina, con il voto del consiglio comunale, punta ad un accordo per mettere la parola fine

Finanza derivata e contratti che dovevano servire per pagare i debiti e che invece hanno rischiato di trascinare Palazzo Zanca nel baratro. Una pagina disastrosa della storia recente del Comune di Messina, andata avanti a suon di milioni di euro e battaglie legali, inchieste giudiziarie in sede amministrativa, civile e penale, buchi neri e grande confusione. 

I derivati al Comune di Messina

Una vicenda che affonda le sue radici nel 2002, quando l’allora amministrazione Leonardi decise di sottoscrivere contratti di finanza derivata con la Bnl. Nel 2006 poi subentrò un anche un secondo istituto di credito, la Dexia. E in tutti questi anni le casse del Comune di Messina si sono ritrovate a dover sborsare centinaia di migliaia di euro per operazioni finanziarie che non si sono mai rivelate convenienti per l’ente. 

L’accordo per chiudere

Nel 2016 arrivò il primo passo verso la svolta: l’amministrazione Accorinti, dopo due anni di lavoro serrato, riuscì a chiudere un accordo con la Bnl che liberò Palazzo Zanca dal primo fardello. Era rimasto però l’altro macigno: il contratto con la Dexia. Contro cui, tra l’altro, sempre l’amministrazione Accorinti presentò un esposto in Procura. Ma anche su questo fronte il Comune di Messina sembra vedere finalmente la luce in fondo al tunnel. Ieri sera, infatti, il consiglio comunale ha approvato sul filo del rasoio, con 9 voti favorevoli e 8 astenuti, l’accordo per chiudere con una transazione tutta la partita con la Dexia.

Cosa prevede l’accordo

L’amministrazione De Luca, supportata dallo studio legale Parrinello, ha portato in aula una delibera per chiedere al consiglio di avallare la decisione di chiudere la battaglia legale che si trascina da anni con Dexia con un accordo. Cosa prevede? Definizione di tutti i rapporti esistenti al momento tra il Comune di Messina e Dexia Crediop, estinzione con abbattimento del 50% di debiti maturati e somme dovute dal 2011 al 2020. In più è prevista l’estinzione, con risoluzione anticipata, di ogni rapporto tra il Comune di Messina e la Dexia. Quel contratto che legava Messina alla banca franco-belga addirittura fino al 2036. In più tra le condizioni dell’accordo c’è anche l’abbattimento di una somma pari a 1,6 milione di euro di spese legali. Infine, la reciproca rinunciaa a qualsiasi ulteriore pretesa, domanda, azione a qualsiasi titolo. Un accordo che costa in totale al Comune circa 8 milioni di euro.

Una questione economico-finanziaria spinosa, con risvolti legali che hanno trascinato il Comune di Messina in una causa regolamentata dal diritto inglese, quindi anche complicata sotto il profilo giuridico. Il Comune avrebbe potuto decidere di continuare la sua battaglia in sede legale, così come anche aveva “suggerito” nei giorni scorsi Giuseppe Cannizzaro, esperto in finanza derivata durante l’amministrazione Accorinti e l’accordo con Bnl. L’amministrazione De Luca e i legali dello studio Parrinello però hanno deciso di battere la strada dell’accordo.

Una partita complicata

Proprio l’avvocato Marcello Parrinello, in aula davanti i consiglieri, ha definito quel contratto e tutto ciò che ne è scaturito come una “una gabbia dentro cui oggi si è costretti a muoversi con pochissimi margini”. Ha spiegato gli aspetti giuridici e giudiziari anche difficili da interpretare perché non si può ragionare con la logica del diritto italiano, ma bisogna farlo con quella del diritto inglese. Molto diverso dal nostro e in materia finanziaria sempre più a favore del creditore, che in questo caso è la Dexia. Senza considerare che il Comune di Messina, ad oggi, forse non avrebbe neanche le spalle abbastanza larghe da sorreggere anche economicamente un tale processo.

E di fronte ad una sconfitta legale, che gli avvocati messinesi danno per molto probabile, il Comune di Messina si troverebbe a dover sborsare 9 milioni di debiti maturati, almeno 3 milioni di spese legali e poi a dover “reggere” il contratto fino al 2036 con circa 800 mila euro annui da versare. Una zavorra che potrebbe portare il Comune al dissesto. 

Il voto del consiglio

Per questo il sindaco Cateno De Luca ha puntato sulla strada dell’accordo. Chiedendo al consiglio il via libera per definire questa strada. In aula non sono mancati dubbi e richieste di chiarimenti, ha fatto discutere anche quel parere che l’ex esperto Cannizzaro aveva inviato pochi giorni fa a tutti i consiglieri. Alla fine però, con numeri risicatissimi, ha vinto la linea voluta dall’amministrazione De Luca. Una linea che, secondo il sindaco, eviterà il dissesto e porterà anche il Comune di Messina fuori dal Piano di riequilibrio.

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