Il Centro del Buon Pastore spegne la sua prima candelina

Il Centro del Buon Pastore spegne la sua prima candelina

Emanuela Giorgianni

Il Centro del Buon Pastore spegne la sua prima candelina

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mercoledì 05 Giugno 2019 - 19:35

Il Centro del Buon Pastore di via Calvi ha festeggiato il suo primo anno di attività insieme a Terra di Gesù Onlus e all’Università di Messina.

Il Centro del Buon Pastore è nato dal desiderio dei suoi volontari, in pieno spirito pastorale come dice il suo stesso nome, di fare qualcosa concretamente per i più bisognosi. È una struttura polifunzionale a sostegno delle fragilità e, per tutto l’anno, si è occupato della cura verso i nuclei familiari meno abbienti, soprattutto verso i più piccoli, collezionando molti successi.

Sembra difficile da immaginare, ma la povertà nel nostro territorio è davvero consistente, per questo il ruolo svolto dal Centro diviene ancor più fondamentale, “non possiamo pensare esistano davvero dei bimbi le cui famiglie non abbiano soldi per i pannolini, invece in Italia sono un sacco. Il sistema sanitario non va bene per niente, puntiamo a raggiungere i più alti livelli tecnologici, perdendoci nel banale: la povertà. Vi è una grossa povertà sanitaria e infantile, abbiamo tantissime storie da raccontare, un papà italiano, per esempio, ha trovato qui il regalo della prima comunione per i figli. Non vogliamo più vedere questa povertà ma siamo felici per ciò che abbiamo conquistato in quest’anno meraviglioso, è il segno che avevamo visto giusto, la direzione era quella” afferma Francesco Certo.

Tantissimi, infatti, i progetti realizzati: “Rifarmaco”, in collaborazione con il Banco Farmaceutico, per la distribuzione di farmaci ai bisognosi, anche on the road per curare i senza tetto; “Passo dopo Passo”, con Meter&Miles, per i ragazzi disabili tra i 20 e i 40 anni che vogliono acquisire e migliorare la facoltà di leggere e scrivere; “Prima Vita” con Spaccio Alimentare, per donare pannolini e omogeneizzati.

A festeggiare con il Buon Pastore sono l’Onlus Terra di Gesù e l’Università di Messina, a questa vanno, infatti, i più sentiti ringraziamenti per aver concesso in comodato d’uso i suoi locali, in cui un tempo sorgeva la segreteria di Scienze Politiche, sentendosi da subito vicina al progetto. All’Università è stato, quindi, consegnato il Premio Medico di Carità 2019.

Una collaborazione così forte è fondamentale, soprattutto in questo momento storico, dimostrando come il nostro territorio sappia essere unito dalla passione, dallo spirito di solidarietà e di integrazione.

Così, infatti, si è espresso Monsignore Cesare Di Pietro, presente all’evento: “a parlare qui sono i fatti non la retorica, qui tutto palpita di vita e l’Università di Messina non si è privata dei suoi locali, li ha aperti, piuttosto, alla cultura. Questo centro propone una cultura della vita, offre all’Università una cultura a 360 gradi, grazie a Cuzzocrea e al taglio dato al suo rettorato, dedicato all’umanizzazione”.

Non resta, allora, che soffiare la candelina e festeggiare insieme, il prossimo invito sarà ad ottobre per il report sanitario su tutte le attività svolte.

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