Il collegamento tra territorio e ospedale al tempo della Covid

Il collegamento tra territorio e ospedale al tempo della Covid

Redazione

Il collegamento tra territorio e ospedale al tempo della Covid

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mercoledì 28 Ottobre 2020 - 07:00

Il dott. Frank Coppolino riceve a Messina via Porto Salvo, 4 telefono 090 47444 - Merì via Immacolata, 22 telefono 329 4716111 - Torrenova via Mazzini, 31

“Seguo la signora C.S. di 76 anni da parecchio tempo, vive in provincia di Messina, zona tirrenica. La seguo dal punto di vista cardiologico, sia ambulatorialmente, sia durante i diversi ricoveri che ha effettuato in passato presso il reparto che dirigo. Si tratta di una donna con plurimorbilità ed estrema limitazione funzionale, con necessità di assistenza costante, che i familiari prestano con grande cura ed attenzione, da anni”.

La storia la racconta il dott. Frank Coppolino, responsabile del reparto di Cardiologia dell’Istituto Ortopedico del Mezzogiorno d’Italia di Messina, e rappresenta l’esempio della collaborazione, dell’impegno e della fiducia tra medico e paziente, tra territorio ed ospedale.

La storia della signora si complica nei mesi della pandemia poiché l’accesso alla cure ospedaliere o anche ai semplici controlli di routine, diventa pressoché impossibile.

“Trovo sempre il modo ed il tempo di raggiungere i miei pazienti al domicilio quando sono impossibilitati a raggiungere il mio ambulatorio per le loro precarie condizioni, naturalmente con tutti i dpi necessari” – ci tiene a sottolineare il dottor Coppolino – e quindi, in questi mesi di difficoltà ho seguito al domicilio la signora.

“Tuttavia la sua situazione inaspettatamente si complica e, pertanto, prospetto alla signora la necessità di cure ospedaliere. Com’è noto, attualmente per poter accedere alle strutture ospedaliere è necessario eseguire il tampone naso-faringeo Sars Cov 2 che, anche presso lo Iomi di Messina, viene regolarmente eseguito per la sicurezza dei pazienti e di tutti gli operatori sanitari. La signora, naturalmente, espone tutti i suoi dubbi e le perplessità: dovrà recarsi in clinica per eseguire il tampone, ricoverarsi il giorno seguente – ma non solo -, non avrà l’assistenza della famiglia, non potrà quindi vedere, chissà per quanti giorni, i suoi cari.

Ho cercato di convincerla che la famiglia avrebbe potuto, comunque, contattarla telefonicamente. Infatti, in questi mesi, i miei colleghi ed io abbiamo usato i nostri smartphone personali per le videochiamate tra pazienti ricoverati e familiari, per permettere loro di mantenere un rapporto, quanto più possibile. Abbiamo anche organizzato orari di ricevimento telefonico, per poter fornire ai familiari tutte le informazioni necessarie circa lo stato di salute dei loro cari.

Ma la paziente rifiuta il ricovero. La sua situazione, però, nottetempo si aggrava e viene richiesto l’intervento del 118 che comunica loro la necessità del ricovero. La signora rifiuta ulteriormente, non vuole in nessun caso andare in struttura.

I familiari mi richiamano in mattinata e corro ancora a visitarla. E’ chiaro che ha bisogno di cure che al domicilio non possono essere adeguatamente fornite e la situazione clinica è molto labile: prescrivo la terapia in urgenza e, solo allora, la signora si convince per il ricovero presso lo Iomi. Ma si pone il problema tampone. Contatto la direzione sanitaria dell’Istituto Ortopedico con la quale concordiamo una soluzione per venire incontro alla paziente e al suo stato di salute: si eseguirà prima il tampone a domicilio e verrà consegnato al laboratorio con cui collabora il nostro Istituto da mesi. Contatto la collega del reparto, la dottoressa Aragona, che immediatamente si reca dalla signora, con tutti i dpi necessari, per eseguire il tampone, e in poche ore arriva il risultato. La signora finalmente viene ricoverata. Con la collaborazione totale, che ha coinvolto tutti, dai vertici agli operatori, siamo riusciti ad ottenere il miglior risultato per la paziente”.

“Dopo il ricovero e le terapie, la signora è potuta rientrare, successivamente, al domicilio in buone condizioni generali – comunica la dottoressa Oriana Aragona, che aveva eseguito il tampone al domicilio e che fa parte dell’equipe ospedaliera del dott. Coppolino. La signora, durante il ricovero, non ha sofferto la lontananza dai familiari, grazie al sostegno fisico e psicologico di tutto il personale. Ogni giorno è riuscita a tenersi in contatto tramite videochiamate con i propri cari”.

“Il ruolo della sanità è fondamentale, non solo per curare ma soprattutto per creare fiducia, sostegno, entrare in empatia con il paziente. La nostra equipe – prosegue il dott. Coppolino – ha seguito altri pazienti in serie condizioni cliniche ed ha effettuato il tampone naso-faringeo al domicilio per consentire l’accesso alle cure ospedaliere anche in zone non propriamente limitrofe a Messina, come il caso di pazienti residenti ad Alcara Li Fusi, per fare un esempio”.

Quella del dottor Coppolino è l’esempio di una delle tante equipe che giornalmente si prodigano in questo difficile periodo di Covid, per trovare quelle soluzioni alternative che permettano il sostegno, il conforto e il soccorso alle persone bisognose di assistenza medica e di eventuale ricovero in struttura.

Redazionale a cura del dott. Frank Coppolino, primario U.F. Cardiologia (Iomi) Ganzirri.

Riceve a Messina via Porto Salvo, 4 telefono 090 47444 – Merì via Immacolata, 22 telefono 329 4716111 – Torrenova via Mazzini, 31.

Un commento

  1. Tutti preparati e professionali. Tranne uno che se la tira un po’ troppo per essere al contatto con i pazienti che hanno subito traumi fisici e psicologici

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