"Interesse pubblico non dimostrato e il rischio di una speculazione edilizia". Da qui la bocciatura del progetto di uno studentato a prezzi alti vicino al liceo a Messina
MESSINA – “Un interesse pubblico non dimostrato e il rischio di una speculazione edilizia mascherata dietro il diritto allo studio”. Da qui il voto unanime del Consiglio comunale, giovedì sera, contro il progetto “Archimede”. Presenti in ventuno, su 32, e tutti compatti nel dire no. . Una bocciatura annunciata.
ln primo piano la progettazione più grande, con i suoi 1.080 posti, da far sorgere nella stessa zona dell’omonimo liceo scientifico, sul viale Boccetta, con il prezzo di 637,50 euro per ogni stanza. Un palazzone che avrebbe dovuto svilupparsi in altezza per dodici piani, di cui due interrati. Per le tre strutture erano state chieste deroghe a causa delle altezze superiori al consentito.
Dopo il no compatto (con il Dc Caruso astenuto) allo studentato al Centro e il sì al progetto “Policlinico”, per volere della maggioranza pro Basile e con cinque astensioni, questa era la terza e la più delicata delibera nell’ambito dei tre progetti per gli studentati universitari. Progetti con i fondi del Pnrr (più di 36 milioni di euro), presentati dalla Zanklon Capital srl. Società londinese con manager l’imprenditore messinese Natale Giostra.

L’appello da parte del presidente del Consiglio Pergolizzi e di alcuni consiglieri per una maggiore presenza in aula è stato accolto in parte. Mancavano in undici. E i ventuno hanno espresso parere contrario, con interventi a favore di un’altra idea di città, incentrata sulla rigenerazione sociale e urbana.

Le dichiarazioni di Calabrò e Alessandro Russo (Pd), Carbone (Fratelli d’Italia), Oteri (Lega), La Fauci (Ora Sicilia), Feminò (a nome dei tre gruppi per Basile sindaco), Di Ciuccio (Forza Italia) e Villari (gruppo misto) hanno evidenziato le carenze d’interesse pubblico e le tante riserve sull’operazione. Dai prezzi esosi per gli studenti al pesante impatto sul piano urbanistico e della viabilità nella zona. Parere negativo è stato espresso pure dal presidente della IV Municipalità Grasso.
“Il rischio di uno stupro del territorio in una zona intasata”
A rappresentare l’amministrazione c’era il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Mondello, affiancato dal dirigente Giuseppe Messina, ingegnere.
Il capogruppo del Pd Calabrò e il suo collega Russo si sono soffermati su “anomalie e incongruenze del progetto”. Il capogruppo leghista Oteri ha parlato di “prezzi illogici” e sulla necessità di salvaguardare le colline. Per Carbone (FdI), si tratta di una potenziale speculazione edilizia travestita da diritto allo studio, con cifre da capogiro e il limite nella destinazione d’uso di dodici anni. Non si capisce poi come abbia fatto la Sopritendenza ai beni culturali a esprimere parere positivo nei confronti dell’operazione. Ha ragione Russo a parlare di stupro del territorio in una zona con un’emergenza dovuta all’inquinamento ambientale, come rileva ogni anno l’Arpa”. Altra spada di Damocle la scadenza, in linea con il Pnrr, del 30 giugno 2026 per la consegna dei lavori.
Un’altra idea di città è emersa pure negli interventi di Feminò, La Fauci, Di Ciuccio e Villari, nel segno della rigenerazione urbanistica e sociale di una Messina da rivitalizzare.

Ma non si poteva fare in un’altra zona della città più accessibile?
Bene.
Messina continua a bocciare ogni e qualsiasi tentativo di investimento da parte di società straniere. Infatti in città manca la componente industriale vero volano economico tra prodotto e indotto. Salvaguardiamo un non ben identificato sociale e le colline…intanto la città si svuota per un’assoluta mancanza di prospettive e non solo di giovani.Bene anzi benissimo avanti così…..
.. molto bene!!!
Del progetto “monstre” di Minissale ne vogliamo parlare? Un quartiere con un’ unica entrata/uscita intasata ogni mattina, ci vogliono 15 minuti di fila per uscire, mai nessun progetto di viabilità alternativa è stato portato avanti! Un quartiere dove non c’ è nulla a parte un panificio…..cosa dovrebbero fare centinaia di studenti?
ma poi dico…..ci sono tante abitazioni vuote, compreso il plesso de “la casa dello studente”. perchè non utilizzare quelle, facendo accordi con privati.
Una città con 32.000 alloggi potenzialmente disponibili ne va a fare altri. Come mai gli amministratori non si mettono a cercare di recuperare una piccola parte di questi alloggi?
La Sovrintendenza che aveva espresso parere favorevole! Scandaloso.