La Stretto di Messina ha spiegato il suo piano in commissione: i numeri e gli interventi studiati dagli ingegneri
MESSINA – Il Ponte sullo Stretto “non ruberà l’acqua ai messinesi”. Lo hanno affermato gli ingegneri Gioacchino Lucangeli e Daniele Scammacca, della società Stretto di Messina, intervenuti in Consiglio comunale ieri mattina durante la commissione Ponte presieduta da Pippo Trischitta. Il tema è duplice e per Messina è cruciale: da una parte l’avvio dei cantieri, che dipende dall’approvazione del Cipess e per il quale gli ingegneri hanno dimostrato assoluta fiducia; dall’altra l’acqua che serve ai cantieri stessi per poter lavorare, in una terra che ha sete, ogni estate (e ogni anno) sempre di più.
Dalle slide proiettate in aula dai due ingegneri emergono alcuni dati: “La disponibilità idrica della Città di Messina, considerando tutte le fonti di approvvigionamento e al lordo delle perdite, è pari a circa 1.000-1.200 l/s a fronte di un fabbisogno di circa 1.050 l/s. Per le attività di cantiere saranno necessari al massimo 67 l/s, pari a circa il 7% della disponibilità idrica”. Stretto di Messina spa ha spiegato di aver studiato la situazione anche tenendo conto dell’emergenza idrica della scorsa estate e di aver analizzato soluzioni che recepiscono “le esigenze del territorio e tengono conto del Piano d’Ambito dell’ATI Messina”. E poi “lo studio svolto e le relative determinazioni sono state trasmesse al MASE il 12 settembre 2024”.
Dai pozzi ai serbatoi
Da qui le soluzioni previste, con “l’integrazione delle risorse idriche lungo la fascia ionica” e il “collegamento esterno tra i serbatoi Montesanto-Tremonti-Torre Faro”. Opere che passano da altri interventi previsti nel piano d’ambito come l’efficientamento della rete o “l’interconnessione dei sistemi di approvvigionamento idrico e integrazione risorse idropotabili”.
Gli interventi
Ma cosa significa integrare le risorse idriche lungo la fascia ionica? La Stretto di Messina spa ha spiegato: “Gli interventi previsti, con riferimento alle problematiche connesse all’alimentazione delle aree di cantiere in esame, possono essere così riassunte: realizzazione di n° 3 campi pozzi lungo la dorsale ionica in corrispondenza delle depressioni generate delle fiumare dei torrenti Pagliara, Savoca e Porto Salvo, incluse stazioni di sollevamento e prementi per l’immissione delle acque nell’acquedotto Fiumefreddo; derivazione surplus acque potabili rilasciate dalla centrale idroelettrica Alcantara 2; eventuale realizzazione di un booster in linea per convogliare le maggiori portate sull’acquedotto Fiumefreddo, che passerebbe da un max di 1000 l/s ad un max di 1100 l/s, sebbene distribuiti lungo il percorso”.
Le tempistiche
Dai tre pozzi si andrebbero a trovare circa 160 litri d’acqua al secondo: 25 dal torrente Pagliara, 45 dal torrente Savoca e 95 dall’ultimo, quello di Forza D’Agrò. Il collegamento esterno tra i serbatoi Montesanto, Tremonti e Torre Faro, invece, prevede “la realizzazione di circa 6,5 km di condotta DN 700, tra i serbatoi Montesanto-Tremonti” e “a realizzazione di circa 11 km di adduttore DN 500, tra i serbatoi Tremonti-Torre Faro”. La tempistica di realizzazione eventuale è di circa 15 mesi. E nel frattempo? Lo ha spiegato anche l’ingegnere Gioacchino Lucangeli in commissione Ponte ed è scritto anche nei documenti della società: “Per i primi 15 mesi, durante i quali verrà realizzato l’intervento della soluzione 1, essendo minimo il fabbisogno per i cantieri, l’approvvigionamento avverrà con autobotti o mediante l’acquisto del surplus dall’Alcantara”.

Hanno preso e ricopiato pari pari il Piano d’ambito, tralasciando però di trascrivere che l’acqua dei nuovi campi pozzi da creare tra Pagliara, Savoca e Porto Salvo servirebbe ad alimentare sia Messina che i comuni della costa Ionica e che “Il surplus di risorsa, oltre ad essere distribuita ai comuni costieri, avrebbe funzione strategica nell’ottica dell’interconnessione con la dorsale tirrenica, in casi di crisi idriche, permettendo il trasferimento di significati risorse da una zona all’altra dell’ambito territoriale”. Acqua da destinare ai lavori del ponte di fatto non ce n’è. Una presa in giro.
Fa anche ridere la soluzione delle autobotti che si aggiungerebbero ai 40 camion l’ora che percorrerebbero la panoramica…. ma poi le autobotti dove dovrebbero riempirle?
Ma ancora con queste prese in giro. L’acqua serve ai messinesi che la pagano profumatamente …ma ‘sta Commissione quando la aboliamo cari amministratori, i gettoni destiniamoli a cose piu utili per esempio Assessore Finocchiaro sistemare la Pala0Tracuzzi sarebbe cosa buona e giusta o no?
BLA BLA BLA BLA……OGGI 12 MARZO ALLE ORE 10.30 NON C’E’ PIU’ ACQUA NEL RUBINETTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
E l’acqua arrivò, quado si vuole l’acqua c’è……dobbiamo dire quando ci sono interessi l’acqua c’è…e come che c’è
Quindi ora la Siccità è finita, ovvero quando vogliono c’è la siccità…..in altre occasioni quando ci sono forti interessi i Pozzi esistono e quindi c’è l’acqua
Ma io dico, perchè sti benedetti pozzi non venivano trivellati per tempo…..?? quando l’acqua si necessitava….??
Ma se i dati sono quelli che dicono, 1200 disponibilità e 1050 fabbisogno, perché l’acqua al centro città arriva dalle 6 di mattina alle 11??
Acqua in centro ore 11:00 finita, l’acqua si per il ponte, a volontà, i cittadini si arrangino. Le cose cambiano. In peggio, lo vedrete presto che abbiamo venduto la città ai business men del ponte. Tra due anni tutte le attività da contemplazione a mortelle potranno chiudere, chi vivrà vedrà.
Ma ci rendiamo conto come i venditori di fumo fanno una propaganda pericolosissima? Messina ha altre necessità e tra queste non leggo la parola ponte. Ringrazio sempre Basile e Trischitta e tutto il consiglio comunale per l’amore viscerale che mettono per la costruzione di questo mostro.