Il comitato "Vogliamo l'acqua dal rubinetto" non crede alle rassicurazioni della Stretto di Messina. Ed espone le sue ragioni
“I cantieri del ponte sullo stretto si berranno l’acqua dei messinesi”. A sostenerlo è l’assemblea organizzata ieri dal Comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto!” presso Casa Cariddi, a Torre Faro, nei pressi dei luoghi dove dovrebbe sorgere il pilastro siciliano della grande opera.
Questa la nota: “Con dati alla mano, e citando le carte dello stesso progetto del ponte, gli attivisti del Comitato hanno dimostrato che i 67 litri al secondo di cui hanno bisogno i cantieri del ponte non sono in primo luogo una piccola porzione dell’acqua erogata in città, ma corrispondono a ben 5 milioni di litri d’acqua al giorno in una città in cui l’acqua è quotidianamente razionata, arrivando in alcuni quartieri anche per poche ore al giorno. A Torre Faro il principale cantiere del ponte avrebbe bisogno di circa 1.780.000 litri al giorno, in un villaggio in cui l’erogazione dell’acqua viene addirittura interrotta alle 11:00/12:00 circa. Da dove proverrebbe poi l’acqua dei cantieri del ponte? Anche su questo punto è stata fatta chiarezza, visto che le soluzioni “non convenzionali” di cui si era parlato, ovvero dissalatori o l’acqua depurata del grande depuratore cittadino di Mili, sono state scartate dagli stessi progettisti”.
Continua il comunicato del comitato: “L’acqua dei cantieri verrebbe dunque emunta da tre pozzi ubicati nella zona jonica del messinese (Forza d’Agrò, Savoca e Pagliara), ma tali pozzi erano stati individuati già nel piano d’ambito dell’Ati Messina approvato nel 2022 proprio per fare fronte alle crisi di siccità a cui periodicamente vanno incontro non solo Messina, ma anche alcuni Comuni ionici e tirrenici a cui l’acqua dei tre pozzi era destinata. “Ne prenderemo solo 67 l/s dai 3 pozzi che abbiamo individuato e che hanno una potenzialità totale di circa 160 l/s, per cui la città avrebbe pure subito un surplus di acqua” hanno dichiarato recentemente i tecnici della Stretto di Messina. Ma nelle carte del progetto le cifre sono ballerine, per cui si parla di 160 l/s ma anche di 150 l/s, per poi dire che si spera di prelevare solo 100 l/s. Quello che poi non si dice è che il 53% dell’acqua si disperde a causa della rete colabrodo, e che lo scorso anno, causa siccità, l’erogazione è diminuita di un ulteriore 30%”.
“I cantieri del ponte sguazzerrebbero nell’acqua potabile sottrata alla città”
E ancora: “Facendo dunque due conti tutta l’acqua dei pozzi, che era destinata per Messina e altri Comuni, verrebbe assorbita dai cantieri del ponte e, in caso di siccità, ne servirebbe pure altra, per cui si verificherebbe l’assurda situazione che, mentre la città soffre la sete, i cantieri del ponte sguazzerebbero nell’acqua potabile sottratta alla città. Il Comitato ha chiuso la riunione ricordando i primi dati del sondaggio condotto la mattina stessa in città sul tema dell’acqua, da cui si ricava che le ore di erogazione idrica sono inferiori a quelle dichiarate da Amam, e che l’avversione al ponte sullo Stretto “bevitore d’acqua” si diffonde”.
Il prossimo appuntamento del Comitato sarà sabato 19 Luglio alle ore 18:00, sempre a Casa Cariddi a Torrefaro, per “organizzare ulteriori iniziative di sensibilizzazione e aumentare il pressing su Amam e Comune”.
La Stretto di Messina: “Il ponte non ruberà l’acqua ai messinesi. Anzi ci saranno nuovi pozzi per la città”
Nel marzo 2025, in commissione ponte, invece, gli ingegneri Gioacchino Lucangeli e Daniele Scammacca, della società Stretto di Messina hanno sostenuto che i lavori non ruberebbero acqua ai messinesi. Ha sottolineato Lucangeli: “Per ogni singolo cantiere, è stato stimato un fabbisogno per un totale di 67 litri al secondo. E qual è la soluzione che garantisce questo fabbisogno? Il contraente ha studiato varie soluzioni, come quella relativa alla costruzione di nuovi pozzi, di dissalatori o il trattamento di acque reflue. “La soluzione indicata come ottimale è quella della realizzazione di pozzi nella fascia jonica. E il collegamento per 11 chilometri, con una dorsale, dal serbatoio Tremonti a Torre Faro. Questa soluzione porterà un apporto idrico di circa 160 litri al secondo. E che, confrontandolo con i 67 necessari per i cantieri, oltre a garantire tale fabbisogno, fornisce un surplus a disposizione, anche durante l’esecuzione dei lavori, della città di Messina. Il tutto deve essere legato all’efficientamento della rete di distribuzione che attualmente ha numerose perdite“.
In ogni caso, il tema del ponte rimane caldo, così come quello dell’acqua e degli interventi in corso per rimediare alla rete colabrodo.

……….altri RIDICOLI anti Ponte……
E poi ci imbiancheranno le case e chiuppilu pi tutti.
Solo il sindaco si fida….
….E grande sete certamente avranno
Con Epicuro tutti i suoi seguaci
Quando i cantieri del ponte apriranno….
Quanta scienza infusa, ma dov’era nascosta?!?!
Basta con questo ponte. Si elimini il progetto definitivamente. Non se ne può più. Ogni giorno una novità. Ognuno con le proprie motivazioni che al semplice cittadino riesce difficile comprendere se siano fondate.
Un ponte basato su bugie e menzogne
E meno male che beve solo acqua, il peggio sarebbe stato se beveva pure vino e birra, un ponte sobrio a prova di alcol test quindi.
Un’approssimazione senza precedenti, quindi bene fa la popolazione siculo/calabra ad opporsi con tutti i mezzi legali. Troppa approssimazione per consentire la devastazione da sud a nord della città deturpando un luogo meraviglioso.