"Il rifugio della morte" di Cesare Giorgianni: un giallo nello scenario della nostra terra

“Il rifugio della morte” di Cesare Giorgianni: un giallo nello scenario della nostra terra

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“Il rifugio della morte” di Cesare Giorgianni: un giallo nello scenario della nostra terra

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domenica 03 Novembre 2019 - 09:04

Il terzo libro del giornalista messinese è stato presentato nei giorni scorsi a Palazzo dei Leoni

Centinaia di ormai introvabili cartoline d’epoca, nei tre romanzi di Cesare Giorgianni, oltre ad accompagnare i testi, contribuiscono alla riscoperta della storia e dell’identità del nostro territorio. Per tale ragione la Città Metropolitana ha voluto ospitare l’autore e l’editore Armando Siciliano nella Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea diretta dalla dott.ssa Angela Pipitò”. Con queste parole, la dott.ssa Anna Maria Tripodo, Dirigente della V Direzione Cultura di Palazzo dei Leoni, ha aperto l’incontro di presentazione del terzo romanzo dell’autore messinese, “Il rifugio della morte”, tenutosi martedì 29 ottobre.

Storie del territorio

A partecipare all’appuntamento è stato anche il Sindaco Metropolitano Cateno De Luca, il quale ha voluto sottolineare, tra l’altro, che “tutti i libri che raccontano positivamente il territorio diventano un momento di promozione da non sottovalutare”. Le rare raffigurazioni riprodotte nei tre libri fanno parte della collezione dello stesso vicepresidente del Circolo Filatelico Peloritano e contribuiscono alla diffusione della cultura locale.

Il terzo libro di Giorgianni

“Il rifugio della morte” è il terzo lavoro del giornalista in ordine cronologico dopo “Baracche e schiavitù nell’Europa del XX secolo” (2015) e “Morte a Taormina” (2016); è il secondo giallo della serie ambientata nella provincia di Messina, in particolare nei centri della riviera jonica, nel quale si muove anche qualche personaggio già presente in “Morte a Taormina”.

“Il rifugio della morte” si sviluppa, con riferimenti a temi di grande attualità, tra suggestivi angoli, più o meno conosciuti, dei paesi del comprensorio che va da Taormina a Scaletta Zanclea, passando per Letojanni e la Valle del Leto, Giardini Naxos, le Valli del Pagliara, del Chiodàro, dell’Agrò e del Nisi. Zone, queste, “familiari” all’autore per l’attenzione prestata in circa tre decenni di lavoro nella redazione del quotidiano “La Sicilia”.

Un altro “caso” di fantasia, quindi, nel quale il giornalista ha voluto cimentarsi dopo “Morte a Taormina” e il positivo esordio di “Baracche e schiavitù nell’Europa del XX secolo”: una storia vera, questa, dedicata al padre Alfredo, prigioniero dei nazisti in Germania, durante la Seconda Guerra Mondiale, in un campo di concentramento del Terzo Reich. Una cronaca reale di lavoro coatto dei cosiddetti “IMI” (Internati Militari Italiani), di paura, fame e sofferenze, ma anche di “convenienti” intrecci amorosi, narrata in presa diretta dall’altra parte del filo spinato.

A presentare l’autore è stata la dott.ssa Angela Pipitò: “Cesare Giorgianni – ha detto – è un giornalista professionista oggi in pensione. Ha lavorato per La Sicilia dal 1989 alla fine del 2017, sia nella redazione della Città peloritana che in quella centrale di Catania. Ha collaborato con Antenna Sicilia-Teletna ed è stato Direttore responsabile del settimanale messinese Il Soldo. Redattore del settore cronaca, è stato inviato, oltre che in Italia, per servizi speciali in Danimarca, Svezia e Finlandia, sia per il giornale che per la rete televisiva. Ha realizzato reportage turistico-culturali sulle Isole Svalbard-Spitsbergen oltre Capo Nord in Norvegia e sulle Orcadi, a Nord della Scozia, per il magazine “Sicilia in Viaggio”. Dal 2018 collabora con il quotidiano online Tempostretto”.

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