Uno dei mammiferi marini più rari e minacciati del Mediterraneo sta tornando a farsi vedere nelle acque della Sicilia e in provincia di Messina
La foca monaca (Monachus monachus), uno dei mammiferi marini più rari e minacciati del Mediterraneo, sta tornando a farsi vedere nelle acque della Sicilia, e in provincia di Messina, con avvistamenti sempre più frequenti che accendono l’entusiasmo di biologi, ambientalisti e amanti del mare. Simbolo di un Mediterraneo che un tempo era ricco di biodiversità e coste incontaminate, questo pinnipede, considerato a rischio di estinzione, rappresenta un indicatore della salute del nostro mare. Gli ultimi avvistamenti, vicino a Panarea, nelle Isole Eolie, confermano che la foca monaca sta lentamente riconquistando i suoi antichi territori, offrendo un segnale di speranza per la conservazione marina.
Un ritorno storico nelle acque messinesi
Fino alla metà del Novecento, la foca monaca era una presenza comune lungo le coste siciliane, comprese nel Messinese, soprattutto nell’area delle Eolie, e sui promontori rocciosi della costa ionica, secondo testimonianze dei pescatori locali (fra Capo Taormina e Capo Sant’Alessio). Tuttavia, la caccia, la pesca intensiva, l’inquinamento e l’antropizzazione selvaggia delle coste hanno ridotto drasticamente la sua popolazione, portandola a scomparire quasi del tutto dall’Italia negli anni ’70. Oggi, si stima che la popolazione globale di foca monaca conti meno di 700 individui, classificandola come “vulnerabile” secondo la Lista Rossa dell’IUCN. La maggior parte vive in piccoli nuclei familiari nel Mar Egeo, tra Grecia e Turchia, con circa 400 esemplari, e in una colonia atlantica tra Mauritania e Marocco. In Italia, la specie è considerata praticamente estinta come residente stabile, ma gli avvistamenti recenti suggeriscono che individui solitari, forse in cerca di cibo o nuovi territori, stanno tornando a esplorare le nostre acque, specie su basso Adriatico, Ionio e Tirreno meridionale.

Nella provincia di Messina, la foca monaca è stata avvistata in diverse aree delle isole Eolie. Questi avvistamenti, spesso accompagnati da foto e video validati da esperti dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), testimoniano un cauto ritorno della specie in zone che un tempo erano il suo habitat naturale.
L’importanza ecologica della foca monaca
La presenza della foca monaca nelle acque di Messina e delle Eolie non è solo un evento emozionante, ma anche un segnale positivo per l’ecosistema marino. Questo mammifero, che si nutre principalmente di pesci e cefalopodi, è un indicatore della salute del mare: la sua presenza suggerisce una buona qualità delle acque e una riduzione del disturbo umano in alcune aree protette. Le Eolie, con le loro grotte marine e coste rocciose, offrono l’habitat ideale per la foca monaca, che predilige luoghi remoti e silenziosi per riposare e riprodursi. Tuttavia, gli esperti sottolineano che si tratta ancora di individui solitari, non di una popolazione stanziale, e che il loro ritorno è fragile e richiede protezione.
La tecnologia moderna, come l’analisi del DNA ambientale (eDNA), sta giocando un ruolo cruciale nel monitoraggio della specie. Progetti come Spot the Monk Observatory dell’Università di Milano-Bicocca hanno permesso di mappare la distribuzione della foca monaca nel Mediterraneo senza bisogno di avvistamenti diretti.
Gli avvistamenti della foca monaca nelle nostre acque sono un’occasione per riflettere sull’importanza di tutelare il nostro mare. Le aree marine protette, come quella di Capo Milazzo o il Regno di Nettuno a Ischia, dimostrano che gli sforzi di conservazione possono dare risultati concreti. La foca monaca, con la sua presenza discreta ma potente, ci ricorda che la natura può riprendersi i suoi spazi, ma solo se le garantiamo rispetto e protezione. Per i messinesi e gli abitanti delle Eolie, ogni avvistamento è un invito a custodire con saggezza questa ricchezza naturale, un patrimonio che appartiene non solo alla Sicilia, ma a tutto il Mediterraneo.

bene visto che è tornata mandate via i messinesi