Il Taobuk ha un nuovo ambasciatore visivo: il Tarassaco, fiore del cambiamento

Il Taobuk ha un nuovo ambasciatore visivo: il Tarassaco, fiore del cambiamento

Emanuela Giorgianni

Il Taobuk ha un nuovo ambasciatore visivo: il Tarassaco, fiore del cambiamento

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martedì 04 Maggio 2021 - 07:31

È un Tarassaco, detto anche soffione o dente di leone, il fiore simbolo del Taobuk 2021. E la nuova edizione torna con il suo suggestivo percorso in Ape calesse

Tramanda la mitologia greca che la dea Ecate avesse prescritto a Teseo di cibarsi per 30 giorni consecutivi del Dente di Leone, così da diventare abbastanza forte prima di affrontare il Minotauro.

Nel famoso fiore, infatti, chiamato anche soffione o Tarassaco, che tramuta i suoi petali gialli in lievi frutti di colore bianco, è racchiusa una formula universale di cura e resilienza, affidata anche al suo nome: tarakè, turbamento, che si combina ad akos, rimedio.

Anche secondo leggende celtiche ed irlandesi, nella corolla del fiore potrebbero aver trovato rifugio fate, gnomi, elfi e molte altre creature magiche, mimetizzando le loro vesti in quella nuvola soffice e volatile.

Ambasciatore visivo del Taobuk

Per questo motivo il Tarassaco diviene “ambasciatore visivo” del Taobuk 2021, l’11^ edizione dedicata al tema “Metamorfosi”, dal 17 al 21 giugno.

Così il Taormina Book Festival si ripresenta al pubblico nel nuovo progetto grafico dedicato appunto alla “Metamorfosi del Tarassaco”, firmato dallo studio ADD Design; con un auspicio legato alla ripresa sostenibile, al rispetto dei ritmi naturali, dell’ambiente e della Terra.

La metamorfosi del Tarassaco

La “metamorfosi del Tarassaco” è affascinante metafora del naturale e circolare flusso della vita: la trasformazione del niveo soffione che si stacca dal pistillo e vola verso nuovi orizzonti; mutare, evolvere, per vivere meglio, affrontando l’imprevedibilità degli eventi.

Così lo racconta Antonella Ferrara, direttrice e ideatrice del Taobuk: «La possibilità di tornare in presenza è un’ulteriore testimonianza della metamorfosi costante che il nostro tempo implica: nella massima attenzione alla sicurezza e con piena ottemperanza alle norme sanitarie previste per gli eventi di cultura e spettacolo. I lunghissimi mesi di pandemia hanno ancora una volta dimostrato l’importanza di agire in consonanza e armonia con i ritmi e le regole della natura. Per questo motivo la scelta visuale del tarassaco, identificato nella sua vittoriosa trasmutazione, per quella etimologia che al problema abbina la soluzione, quella capacità intrinseca di andare oltre la propria forma e infine ritrovarla. Un simbolo che è anche una formidabile materializzazione delle celebri “Lezioni” di Italo Calvino, concentrato di visionaria saggezza per il Terzo Millennio: la “leggerezza” per concentrarsi sui concetti essenziali, evitando inutili pesantezze; la “rapidità” per sviluppare pensieri flessibili e rispettosi dei tempi; l’“esattezza” per combattere l’approssimazione, la “visibilità” per dare forma definita; infine l’accoglienza della “molteplicità” e della pluralità, come valore e condizione esistenziale. Cinque lezioni di letteratura che diventano, oggi, ispirazione di sostenibilità per guardare al futuro».

Taormina cult a bordo dell’Ape calesse

In attesa di presentare, nei prossimi giorni, tutti i dettagli di programma, Taobuk 2021 rinnova anche la sua proposta di esplorazione dell’isola di Taormina attraverso il progetto Taormina Cult, nel segno di un incontro, fecondo, fra cultura e storia dei luoghi, e di un mezzo di trasporto agile e sostenibile, l’Ape calesse.

Taormina Cult ci porterà sulle tracce di chi si è lasciato ispirare dal fascino di questa terra, in un viaggio a ritroso nel tempo attraverso 21 luoghi simbolo della città e oltre un secolo di storia in un vortice di aneddoti, curiosità e racconti che portano il mondo intero a Taormina, e Taormina nel mondo.

Ecco il Grand Hotel Timeo, dove soggiornarono, fra gli altri, Thomas Mann, il Kaiser Guglielmo II, Richard Wagner, Jacqueline Kennedy ma anche Luigi Pirandello, Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo e Leonardo Sciascia. Ed ecco piazza IX Aprile, nei cui bar trascorrevano le giornate Truman Capote, Winston Churchill, Michelangelo Antonioni e Vitaliano Brancati. C’è poi Casa Cuseni, che vide passare per le sue stanze Tennessee Williams, Pablo Picasso, Bertrand Russel e D.H. Lawrence. Mentre l’Hotel San Domenico fu ribalta di magistrali interpretazioni e il palcoscenico vero e proprio del Teatro Greco, sul quale furono omaggiati, tra gli altri, Audrey Hepburn, Ingrid Bergman, Lawrence Olivier, Cary Grant e Marlene Dietrich.

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