In Sicilia nasce l'asse Pd-M5S con il "modello Caltagirone". Ma i cittadini sono... più distanti dalle urne

In Sicilia nasce l’asse Pd-M5S con il “modello Caltagirone”. Ma i cittadini sono… più distanti dalle urne

Carmelo Caspanello

In Sicilia nasce l’asse Pd-M5S con il “modello Caltagirone”. Ma i cittadini sono… più distanti dalle urne

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martedì 12 Ottobre 2021 - 09:11

Barbagallo e Cancelleri (Pd e M5S): "Sta arrivando nell'Isola il vento del cambiamento. E' un avviso di sfratto a Musumeci". Falcone (FI): "Alle regionali sarà un'altra partita"

Sono due i dati sui quali riflettere all’indomani delle elezioni nei 42 comuni siciliani chiamati alle urne per rinnovare le Amministrazioni locali: uno di natura politica e l’altro sociologica. Sotto il profilo politico emerge il rafforzamento dell’asse Pd-M5S. E già si parla del “Modello Caltagirone”. Il centro amministrato nell’ultimo lustro da Gino Ioppolo, coordinatore regionale di Diventerà Bellissima e vicino al presidente della Regione Nello Musumeci, ha fatto registrare il trionfo giallorosso e la brusca frenata del centrodestra, ricompattatosi solo alla vigilia della presentazione delle liste. Si riflette, in queste amministrative, l’equilibrio politico nazionale. Gongolano i leader regionali di Pd e M5S, Antony Barbagallo e Giancarlo Cancelleri. Per il segretario regionale democratico “il vento del cambiamento sta arrivando anche in Sicilia. Da Caltagirone giunge un messaggio forte e chiaro”. Per il leader pentastellato “il risultato elettorale in Sicilia è un avviso di sfratto al presidente Musumeci”. Scettico l’assessore regionale forzista Marco Falcone: “Caltagirone è uno dei 42 Comuni al voto, alle Regionali sarà tutta un’altra partita. Ripartiamo dall’unità ritrovata”.

Sentiremo sicuramente parlare, e tanto, del modello Caltagirone. Ma c’è un aspetto da non sottovalutare a conclusione della tornata elettorale: dei 537mila e 294 elettori chiamati a votare nella nostra regione, solo il 56, 66% si è recato alle urne. Poco più di uno su due. Una calo generalizzato, che non esclude nemmeno Caltagirone, la città presa a modello dall’asse Pd-M5S, dove la percentuale dei votanti si è fermata al 58, 42. I cittadini appaiono sempre più distanti dalle urne. Il fenomeno dell’astensionismo, in Sicilia come altrove, rappresenta certamente una ferita alla democrazia. E di questo devono tenerne conto tutti. Anche chi ha vinto con una percentuale di partecipanti al voto che supera appena il 50% degli aventi diritto (va sottolineato che, in alcuni centri, il calo di votanti è ancor più marcato).

NEL MESSINESE LA PERCENTUALE PIU’ ALTA DI VOTANTI

Messina è stata la provincia siciliana in cui si sono recati più cittadini a votare (il 63, 45% degli aventi diritto nei quindici Comuni in cui sono state rinnovate le amministrazioni). Sulla tornata elettorale cala il sipario. Bisogna adesso comprendere se la Sicilia ha una nuova “capitale” della politica. Una capitale sturiziana, Caltagirone, la città che ha dato i natali a don Luigi.

(Nella foto Cancelleri, il neo sindaco di Caltagirone Roccuzzo e Barbagallo)

3 commenti

  1. MAI CON QUELLI DI BIBBIANO…..

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  2. La paura fa novanta e pur di non morire si accetta pure di sedersi alla stessa tavola con il nemico più odiato e infamato con frasi e parole delle più volgari e cattive.
    Se questa è politica,…………. Dio salvi l’Italia.

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  3. Mai con i disoccupati incompetenti usciti dal nulla. Mai con i comici.

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