Territori devastati, bilancio dei roghi tra "stato di calamità" e organizzazione degli interventi di soccorso

Territori devastati, bilancio dei roghi tra “stato di calamità” e organizzazione degli interventi di soccorso

Territori devastati, bilancio dei roghi tra “stato di calamità” e organizzazione degli interventi di soccorso

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venerdì 17 Giugno 2016 - 17:07

Passato il peggio della giornata di incendi del 16 giugno che ha pesantemente colpito i Nebrodi, si prova a far la conta dei danni sul territorio e si avanza da più parti la richiesta di uno stato di calamità, e di potenziare le dotazioni di uomini e mezzi impiegabili in servizi d'intervento.

Dopo la tanta paura, una notte di passione per evitare il peggio e grazie all'abbassamento delle temperature e del forte vento che aveva caratterizzato la giornata, ci si avvia ad un ritorno alla normalità.

Non sarà però facile perché il primo punto è la costatazione dei danni subiti con vaste aree incenerite, per lo più boschive e relativamente impervie, ma poi le fiamme hanno puntato verso aree urbanizzate colpendo anche zone abitate o con insediamenti produttivi.

Troppo ampio il fronte degli incendi sui Nebrodi, ed aldilà delle considerazioni sulle responsabilità da accertari sulla presenza di piromani che potrebbero aver innescato, in sinergia tra loro o meno, gli incendi: appare certo che qualcosa nei servizi d'intervento sul territorio necessiti di un maggior coordinamento di forze e mezzi.

Sin dalle prime ore del 16 giugno il fuoco ha iniziato a divampare nel centro montano di Naso in ben quattro punti diversi del territorio e richiamando alla mente quanto era successo nell'estate del 2007: Brucoli, Caria Ferro, Ficheruzza e zona Convento, quest'ultima sia nell'area dell'ex Ospedale che oggi ospita il RAMS scegliendo l'evacuazione dei mezzi dal parcheggio ma mantenendo all'interno i degenti. Le fiamme poi si sono spostate verso il Parco Suburbano parzialmente distrutto, e nelle vicinanze della Chiesa di Sant'Antonino che è stata in serata evacuata a scopo precauzionale. Lunga distesa distesa di vegetazione bruciata anche tra Cresta e Maina.

L'altro fronte più caldo è stata la vallata del Rosmarino. Sin dalla mattinata il versante occidentale vedeva la presenza di un fronte di fiamme che in modo del tutto incontrollabile ha attraversato i due versanti. Sul fronte di Torrenova fiamme si sono registrate nella zona intorno al Cimitero lungo la strada statale 113.

Altri focolai nel centro guidato dal sindaco Salvatore Castrovinci si sono aperti poi nella parte più bassa della frazione Rosmarino, appena a ridosso della linea ferrata vicino al cavalcavia che segna il confine con Sant'Agata di Militello, e nella parte inferiore della contrada in un terreno incolto e destinato ad un progetto di espansione urbanistica. Fiamme pure in prossimità della zona Zappulla ed a Laganeto.

Fiamme nelle parti alte del Rosmarino nell'ingresso alla cittadina di Militello Rosmarino, dove ironia della sorte a bruciare è stato un centro di avvistamento ed intervento del Corpo Forestale inserito in un contesto boschivo circostante. Le fiamme hanno interessato a più riprese il centro nebroideo guidato dal sindaco Calogero Lo Re con il fumagnolo attorno al Monte Scurzi attivo sin dalla mattina.

Con il passare delle ore è divenuta sempre più critica a Sant'Agata di Militello, infatti qui le fiamme nella mattinata sembravano esser state circoscritte all'area della strada statale 113 in prossimità del fiume Rosmarino, ma in porzioni più montane, ma nella tarda mattinate le fiamme hanno trovato una via di discesa colpendo uno di due capannoni dove si costruiscono imbarcazioni, e favorito dalla presenza di solventi chimici e altri materiali infiammabili ha distrutto quanto trovato nell'attiguo spiazzale circostante. Con grandi disagi anche per la circolazione in autostrada che veniva presto chiusa allo svincolo di Rocca di Capri Leone in direzione Palermo.

Danni notevoli anche in una falegnameria posta in contrada Carbone, verso cui le fiamme sospinte dal vento si erano indirizzate all'inizio di un percorso che ha iniziato a puntare in pieno le contrade Apesana e San Leo, lambendo le prime abitazioni.

L'intervento congiunto di vigili del fuoco, volontari e le prime azioni di prevenzione sembravano aver circoscritto l'impatto degli incendi, ma nel primo pomeriggio la situazione è nuovament peggiorata e per fortuna che nel pomeriggio è sopraggiunto l'intervento ausiliare dei Canadair e prima di sera il peggio sembrava quasi scongiurato, sebbene ancora erano numerosi i focolai a covare sotto le ceneri.

Ed infatti intorno alle 22:00, un terreno fin li risparmiato posto su un livello sottostante la Contrada San Leo, in contrada San Giuseppe, nelle immediate vicinanze della rotatoria della circonvallazione Vicari prossimi ad un noto ristorante "Il grande Pino" e del supermercato Eurospin era avvolto da un vasto incendio che per fortuna è stato contenuto e fermato alle prime ore del mattino.

In tarda serata, anche un nuovo fronte si apriva sul lato occidentale in un crinale lungo il fiume Inganno che partendo da San Fratello ridiscendeva verso Acquedolci. Le fiamme altissime erano ben visibili a distanza, ma per fortuna la conformazione dei terreni e le mutate condizioni del vento ne frenavano la corsa verso la statale ed il bivio per San Fratello dove sussistono alcune attività con mezzi ed alcuni edifici.

I primi effetti sono stati prodotti in grandi disagi sugli assi viari principali con autostrade e strade statali con tratte chiuse ed aperte ad intermittenza, con treni spesso fermi in stazioni specie in direzione Palermo e con linee telefoniche in tilt, specie quelle della Tim, prima di un lento ritorno alla normalità quest'oggi.

Da più parti si avanzano richieste per la dichiarazione di "stato di calamità" da far dichiarare al governo regionale del presidente Crocetta, ma che ancora tarda mentre ancora oggi si fa fatica ad un conteggio dei danni patiti in ampie zone di un territorio che appare quasi come uno scenario lunare.

Grandi sforzi compiuti da vigili del fuoco, volontari della protezione civile, uomini dei vari comandi di polizia, carabinieri e vigili urbani. Sforzi profusi anche dagli uomini del Corpo Forestale, apparsi però spesso in difficoltà di mezzi ed attrezzature per fronteggiare una situazione che per quanto preannunciata dagli allarmi lanciati alla vigilia della torrida giornata, ha altresi fatto emergere qualche lacuna sul piano organizzativo e forse qualcosa dovrà in tal senso essere rivisto anche in fase del prossimo piano regionale con l'immancabile riferimento alle giornate lavorative di quei forestali, di cui una piccola frangia è talvolta additata di ospitare tra le sua fila anche dei possibili piromani.

Quel che è certo che gli effeti di questi incendi, oltre ai danni diretti ai servizi comuni quanto a beni privati (aziende, edifici, terreni coltivati), si riverseranno nel prossimo futuro anche sul territorio in termini di rischi frane e dissesti di natura idrogeologica in un contesto che già ha palesato nel passato le conseguenze di simili circostanze.

(Giuseppe D'Amico)

6 commenti

  1. letterio.colloca 17 Giugno 2016 20:41

    “Le responsabilità da accertare sulla presenza di piromani che potrebbero aver innescato, in sinergia tra loro o meno, gli incendi”.Anche le pietre sanno che TUTTI gli incendi sono DOLOSISSIMI come,pure gli AUTORI di tali crimini.Basta ricordarsi del ” CUI PROTEST” e tutto si delinea limpidamente. Eppoi,ci sono 23000 unità di forestali che altro non aspettano che di lavorare.Beh,il resto é CONTINUAZIONE DI ……TRADIZIONE DELINQUENZIALE a cui nessuno può fare spallucce,in special modo INQUIRENTI, prima,e MAGISTRATI,a prosecuzione.

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  2. letterio.colloca 17 Giugno 2016 20:41

    “Le responsabilità da accertare sulla presenza di piromani che potrebbero aver innescato, in sinergia tra loro o meno, gli incendi”.Anche le pietre sanno che TUTTI gli incendi sono DOLOSISSIMI come,pure gli AUTORI di tali crimini.Basta ricordarsi del ” CUI PROTEST” e tutto si delinea limpidamente. Eppoi,ci sono 23000 unità di forestali che altro non aspettano che di lavorare.Beh,il resto é CONTINUAZIONE DI ……TRADIZIONE DELINQUENZIALE a cui nessuno può fare spallucce,in special modo INQUIRENTI, prima,e MAGISTRATI,a prosecuzione.

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  3. Perchè non scrivere che questi sono incendi dolosi ,che dietro c’è la mafia peggiore ,becera,priva di ogni cultura ,quella che ruba pascoli privati e pubblici,specie sui Nebrodi ,perchè non scrivere che abbiamo 23000 forestali in sicilia il cui utilizzo e la loro funzione sono praticamente inutili?Per non parlare degli incendi dolosi che a breve avremo nella riserva dello Zingaro per giustificare il numero enorme di assunti ?!!!

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  4. Perchè non scrivere che questi sono incendi dolosi ,che dietro c’è la mafia peggiore ,becera,priva di ogni cultura ,quella che ruba pascoli privati e pubblici,specie sui Nebrodi ,perchè non scrivere che abbiamo 23000 forestali in sicilia il cui utilizzo e la loro funzione sono praticamente inutili?Per non parlare degli incendi dolosi che a breve avremo nella riserva dello Zingaro per giustificare il numero enorme di assunti ?!!!

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  5. Intanto tra le prime cosa da fare vi è quella di ESCLUDERE DEFINITIVAMENTE, dalle prossime chiamate tutti ma proprio tutti gli stagionali chiamati ultimamente , poiché sicuramente tra chi ha provocato gli incendi dolosi, uccidendo la natura vi è chi conosce bene quei luoghi e chi se nn proprio quelli che periodicamente vi hanno lavorato e qualora ce ne fosse bisogno assumere solo persone che non risultano iscritti in quei ruoli, facilmente rintracciabili dai ruoli inps, agenzie entrate e assessorati vari, vedrete come queste manifestazioni diminuirebbero subito, o quanto meno verrebbero fuori i nomi di questi animali di merda.Successivamente riformare questo sistema mafioso di chiamata coinvolgend x le verifiche anche altri organ

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  6. Intanto tra le prime cosa da fare vi è quella di ESCLUDERE DEFINITIVAMENTE, dalle prossime chiamate tutti ma proprio tutti gli stagionali chiamati ultimamente , poiché sicuramente tra chi ha provocato gli incendi dolosi, uccidendo la natura vi è chi conosce bene quei luoghi e chi se nn proprio quelli che periodicamente vi hanno lavorato e qualora ce ne fosse bisogno assumere solo persone che non risultano iscritti in quei ruoli, facilmente rintracciabili dai ruoli inps, agenzie entrate e assessorati vari, vedrete come queste manifestazioni diminuirebbero subito, o quanto meno verrebbero fuori i nomi di questi animali di merda.Successivamente riformare questo sistema mafioso di chiamata coinvolgend x le verifiche anche altri organ

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