Tre anni dopo la morte di Vittoria Gatto, imputati i tecnici Anas per la mancanza delle barriere adeguate sulla SS 113
MESSINA – L’incidente è quello costato la vita alla 65enne Vittoria Gatto, precipitata in un burrone mentre percorreva la SS113 sui colli Sarrizzo.
Dopo una prima richiesta di archiviazione, cui la famiglia si è opposta ottenendo che venisse celebrata l’udienza, ieri il vaglio preliminare davanti al Gup Ornella Pastore, che ha rinviato a giudizio i due tecnici dell’Anas indagati, che saranno quindi processati con l’accusa, in sostanza, di aver contribuito all’incidente mortale non avendo regolarmente manutenuto le barriere protettive di quel tratto di strada.
La Gatto quel tragico giorno di marzo 2019 stava percorrendo la Statale a bordo di una lancia Y prima di finire fuori strada, tra il villaggio di Gesso e le così dette “Quattro Strade”. Inutili i tentativi dei soccorsi – i Vigili del Fuoco in particolare – di tirarla viva fuori dall’auto accartocciata in fondo alla scarpata. Ci vollero mesi per recuperare la quattro ruote dal burrone.
L’indagine aveva messo sotto la lente l’ingegnere Cristiano Fogliano e di due tecnici Anas Domenico Giacomo Alberti e Carmelo Mento, difesi dagli avvocati Corrado Rizzo e Giuseppe Carrabba, mentre la famiglia è assistita dagli avvocati Giovanni Caroè e Antonello Scordo.