Il progetto per il parcheggio era stato approvato dieci anni fa. I consiglieri Libero Gioveni e Massimo Rizzo chiedono lumi al sindaco. Mercoledì l'interrogazione sarà discussa in aula

I consiglieri comunali Libero Gioveni e Massimo Rizzo, autori nei giorni scorsi di una interrogazione congiunta indirizzata al sindaco Cateno De Luca (che sarà discussa mercoledì prossimo in aula) per avere notizie aggiornate sull’iter che dovrebbe finalmente portare alla realizzazione del secondo Palazzo di giustizia, tirano fuori oggi una questione “che potrebbe incidere non poco – sostengono – sulla scelta del sindaco di individuare nel cosiddetto “fossu” di via La Farina la nuova sede del secondo tribunale”.

“Il 20 giugno 2008 – spiegano Gioveni e Rizzo – il progetto esecutivo del Multipiano era stato approvato in una conferenza dei servizi, per poi avere un aggiornamento dei prezzi nel 2009 e poi un’approvazione ‘politica’ con una delibera di Giunta del 21 dicembre 2009. E’ di tutta evidenza, seppur non lo abbiamo ancora potuto verificare – aggiungono i consiglieri – che il progetto sia anche inserito nell’attuale Piano triennale delle opere pubbliche, per cui sarebbe interessante a questo punto capire come intende risolvere la matassa l’Amministrazione, visto che in questi giorni sta redigendo il nuovo Piano 2019 – 2021”.

I due esponenti del centrosinistra vanno oltre: “A questo punto, a maggior ragione che esiste un progetto così importante di ben 612 posti auto, che in una zona centralissima rappresenterebbe senz’altro una ‘manna’ per residenti, commercianti e per gli stessi automobilisti che si recano in centro, diventa forse più che discutibile (o quanto meno da approfondire) una scelta che, al contrario, potrebbe ancor più congestionare la zona, senza considerare inoltre che il progetto del parcheggio sembra essere stato anche parzialmente finanziato”.

La seduta del Consiglio comunale convocata per mercoledì, in cui si discuterà anche dell’interrogazione sul Palagiustizia satellite, sarà certamente l’occasione per fare chiarezza su una vicenda infinita “che adesso – concludono Gioveni e Rizzo – urge necessariamente definire nell’interesse della cittadinanza e dei numerosi addetti ai lavori del complesso mondo della giustizia”.