Palagiustizia in via La Farina, Messinaccomuna boccia la scelta di De Luca

Palagiustizia in via La Farina, Messinaccomuna boccia la scelta di De Luca

Palagiustizia in via La Farina, Messinaccomuna boccia la scelta di De Luca

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mercoledì 14 Novembre 2018 - 10:39

Acorinti, De Cola e Signorino elencano le varie criticità della soluzione individuata dal sindaco e difendono la loro proposta per la realizzazione del palagiustizia nelle aree dell’Ospedale Militare

Messinaccomuna boccia la scelta del sindaco De Luca realizzare il secondo palazzo di Giustizia in via La Farina.

“ La realizzazione del secondo palazzo di Giustizia nel “fosso” di via La Farina – scrivono in un comunicato gli ex amministratori di Palazzo Zanca – è, a oggi, un’idea irrealizzabile: mancano le aree, i volumi, la conformità al Piano Regolatore, i finanziamenti e i tempi per la sua realizzazione non sono quelli dichiarati dal Sindaco”.

Acorinti, De Cola e Signorino elencano le varie criticità e difendono la loro proposta per la realizzazione nelle aree dell’Ospedale Militare.

Superfici e Piano Regolatore – È facile verificare utilizzando il SIT – strumento pubblico avviato durante l’Amministrazione Accorinti http://www.comune.messina.sitr.it/ – che le aree oggi utilizzabili (zona Sp) nel cosiddetto fosso di via La Farina hanno una superficie di circa 1.900 mq e non 3.200 come dichiarato dal Sindaco che ha anche affermato che si realizzeranno 14.000 metri quadri per uffici, cioè circa 45.000 metri cubi, oltre ai parcheggi. Il Sindaco però certamente sa che, a oggi, poichè l’area si trova entro i 500 m dal mare l’indice di edificazione è di 0,75 mc/mq (LR 71/78, art. 15 comma b) è quindi possibile realizzare circa 1400 (milletrecento) metri cubi. Infinitamente meno di quanto dichiarato.

Tempi – Il Sindaco ha dichiarato che entro 4 anni il nuovo edificio sarà finito e collaudato ma non ha detto in base a quale azione miracolosa questo avverrà. In merito il rapporto 2018 pubblicato dall’Agenzia della Coesione indica che per un’opera da 40 mln in Italia il tempo medio è superiore ai 10 anni, questo va aumentato, sempre per i dati esposti nel rapporto, del 15% per la Sicilia perché maglia nera per i tempi di realizzazione delle opere. Si arriva quindi a 11-12 anni. A questo bisogna aggiungere che la storia recente (Stadio, Porto, via Don Blasco, Torrente Bisconte Cataratti, …) conferma e aumenta la previsione di 11-12 anni, inoltre la necessità di variante, vedi quanto esposto prima, allo strumento urbanistico allungherà ulteriormente i tempi di alcuni anni. Temiamo che anche in questo caso, come già accaduto per lo sbaraccamento, la data indicata sia di pura fantasia e senza alcun dato concreto a supporto.

Costi, ribassi e risparmi – Il Sindaco ha dichiarato un costo di 40 mln ma che ne saranno sufficienti 20, perché 6 si risparmieranno sugli affitti e circa 14 deriveranno dal ribasso d’asta. Purtroppo quanto affermato è lontano dalla realtà perché come il Sindaco sa, il ribasso, fosse anche del 90%, interverrà in fase di gara, ma per fare l’apppalto si ha necessità, per legge, di disporre dell’intero finanziamento. Inoltre i risparmi annunciati derivanti da affitti che non si pagheranno, non ci saranno sia perché il tempo di costruzione sarà ben più lungo dei 4 anni dichiarati ma soprattutto perchè come sa chi amministra, da alcuni anni le spese per la Giustizia (anche per le sedi) sono sostenute direttamente dal ministero e non più dai comuni. Quindi per un progetto da 40 mln, servono 40 mln che a oggi non ci sono.

Progetto – è stato detto che il Dipartimento LLPP ha già sviluppato un progetto di massima. È questa una definizione normativamente superata, tuttavia va certamente intesa come un’attestazione dell’esistenza del primo livello di progettazione (oggi progetto di fattibilità tecnica ed economica, art.23 codice degli appalti). Per un’opera di questa dimensione per questa fase il codice degli appalti (d.lgs 50/2016) prevede una serie di studi (… Il progetto di fattibilità è redatto sulla base dell'avvenuto svolgimento di indagini geologiche e idrogeologiche, idrologiche, idrauliche, geotecniche, sismiche, …) di cui non sembra esserci traccia così come ad oggi non sembra ci siano atti ufficiali (documento preliminare alla progettazione, approvazioni, …).

“Ad una prima analisi degli elementi esposti dal Sindaco – ssi legge ancora nel comunicato – emergono forti criticità per la realizzazione del secondo palazzo di Giustizia in via La Farina. Invitiamo quindi l’Amministrazione a rivalutare la reale fattibilità di quanto annunciato. Riteniamo che la soluzione proposta per la realizzazione nelle aree dell’Ospedale Militare – oltre a essere in linea con le politiche, nazionali ed europee di recupero e riuso delle aree sottoutilizzate nelle città – sia congrua in termini di spazi disponendo di oltre 11.000 mq coperti e 20.000 scoperti, dispone delle risorse finanziarie necessarie e offre la possibilità di risparmiare denaro pubblico in tempi rapidi. Certamente può essere migliorata e si può cercare insieme con i firmatari dell’accordo di accelerare il suo iter originariamente previsto in 36 mesi, ma abbandonare questa strada per il "fosso" significa lasciare le cose nella situazione attuale in cui gli unici ad avere beneficio sono i proprietari dei 7.200 mq che a oggi vengono affittati all’esterno di Palazzo Piacentini”.

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