Secondo Palazzo di giustizia, Zuccarello: “La grande bufala dell’Amministrazione Accorinti”

Secondo Palazzo di giustizia, Zuccarello: “La grande bufala dell’Amministrazione Accorinti”

Secondo Palazzo di giustizia, Zuccarello: “La grande bufala dell’Amministrazione Accorinti”

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lunedì 30 Gennaio 2017 - 07:33

Il consigliere comunale ricorda che resta aperto l’iter amministrativo avviato nel 2009, su cui il precedente Consiglio Comunale si era espresso con una delibera vincolante, che la giunta Accorinti non ha revocato ma a cui non ha dato neanche continuità

Dopo l'annuncio dell’amministrazione Accorinti sull’imminente firma del Protocollo che darà il via alla realizzazione del secondo palazzo di giustizia all’ex Ospedale Militare, interviene il consigliere comunale Daniele Zuccarello. E lo fa entrando a gamba tesa.

“II Palazzo di Giustizia- scrive – è solo una grande bufala di questa amministrazione. Come se la questione non fosse mai stata affrontata, né mai oggetto di definizione in sede amministrativa e giurisdizionale”.

L’esponente del Civico Consesso ripercorre quindi tutta la vicenda: nel 2009, il Comune ha indetto un procedimento per l’acquisto di un immobile da destinare a secondo Palazzo di Giustizia, avente le caratteristiche di consistenza e localizzazione riportate nell’ambito dell’Invito ad Offrire, indicato dalla Commissione di manutenzione del Palazzo di Giustizia, presso la Corte d’Appello di Messina.
Tale procedimento d'acquisto, dichiaratamente assistito da apposito finanziamento ministeriale (c.a. 17.mln di euro) era da utilizzare sollecitamente, pena la sua indisponibilità.
Il procedimento si è concluso con la redazione, da parte della Commissione di Valutazione appositamente nominata dall’Amministrazione Comunale, di una graduatoria che ha classificato come prima e, perciò aggiudicataria, l’offerta del Gruppo G.M.C., seconda quella della Neptunia S.p.A. e terza quella dell’Arcidiocesi, che riguardava un edificio già sede dell’I.T. Marconi.
L’aggiudicazione è stata impugnata dinanzi al Giudice Amministrativo, con distinti e separati ricorsi.
La vicenda giurisdizionale si è conclusa con la sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa n. 651 dell’11.10.2011 che ha accolto il ricorso dell’Arcidiocesi e rigettato o dichiarato improcedibili tutti gli altri.
Il Consiglio Comunale di Messina – prima con O.d.G. del 15.11.2011 e poi, con delibera n. 10/C dell’8.02.2013 immediatamente esecutiva, notificata a tutte le offerenti e non gravata, ha deliberato, “nel preliminare interesse dell’Ente ad evitare la revoca dei finanziamenti ministeriali” e “in considerazione delle motivazioni della sentenza del C.G.A.”nonché “dell’espresso ed articolato monito conformativo rivolto all’Amministrazione Comunale", di dare mandato (al tempo) al Commissario Straordinario, in esecuzione della sentenza del C.G.A. per la Regione Sicilia n. 651/2011 di rinnovare, senza ritardo, la procedura per l’acquisto dell’immobile da destinare a secondo Palazzo di Giustizia nel suo atto finale, nominando, eventualmente, la nuova Commissione Giudicatrice ed un nuovo R.U.P., affinchè effettuasse la valutazione delle offerte di cui all’art. 5 dell’Invito ad Offrire”. Rilevante è che tale Delibera abbia assolto al disposto della sentenza del C.G.A., poi passata in giudicato.
“In ogni caso – sottolinea Zuccarello – seppure l’Amministrazione Comunale ritenesse legittima e confacente al pubblico interesse la individuazione di nuove e diverse soluzioni di immediata praticabilità per dotare la città di un secondo Palazzo di Giustizia, dovrebbe superare alcuni ostacoli. In primo luogo va osservato che la strada di annullamento della delibera di indizione della gara è molto dubbia e la revoca richiede la valutazione di “sopravvenuti motivi di pubblico interesse” o “mutamento della situazione di fatto” o ancora “nuova valutazione dell’interesse pubblico originario”(l.n.241/90 art. 21quinquies)".

"Se l’Amministrazione dovesse procedere alla revoca, dovrebbe, in sostanza, dimostrare che nel 2009 non vi erano le ragioni di richiedere che il finanziamento del Ministero fosse impiegato per l’acquisto di un immobile esistente o che l’utilizzazione del finanziamento Ministeriale non fosse allora o non sia divenuto oggi indispensabile per dotare la città della struttura”.

Secondo il consigliere Zuccarello, “A questa Amministrazione manca l'Abc del diritto”.

Il rischio è che si vada incontro ad un contenzioso: “Tutto questo – conclude il consigliere – determinerà immancabilmente la condanna del comune al pagamento di un indennizzo milionario”.

4 commenti

  1. Quindi la SPA GMC va al CGA con un RUP per impugnare l’ODG all’art 5, come se si dicesse “vicesindaco”.

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  2. Quindi la SPA GMC va al CGA con un RUP per impugnare l’ODG all’art 5, come se si dicesse “vicesindaco”.

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  3. Cappello Di Paglia 31 Gennaio 2017 17:37

    Se vuole parlare di fatti risalenti ad anni passati, dovrebbe interloquire con gli “amici suoi” (politicamente parlando)e chiedere a loro spiegazioni… Per il resto, quando si è un classico “xxxxxxxxxxx”, bisognerebbe essere un po’ più prudenti nel parlare. Discutono sui problemi e sulle necessità della gente sempre quelle persone che non hanno mai “veramente” lavorato un singolo giorno della loro vita! Sine verba…

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  4. Cappello Di Paglia 31 Gennaio 2017 17:37

    Se vuole parlare di fatti risalenti ad anni passati, dovrebbe interloquire con gli “amici suoi” (politicamente parlando)e chiedere a loro spiegazioni… Per il resto, quando si è un classico “xxxxxxxxxxx”, bisognerebbe essere un po’ più prudenti nel parlare. Discutono sui problemi e sulle necessità della gente sempre quelle persone che non hanno mai “veramente” lavorato un singolo giorno della loro vita! Sine verba…

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