Lo sfogo di una mamma: «Rischiamo la vita sulla A 18 per portare i nostri figli in piscina»

Lo sfogo di una mamma: «Rischiamo la vita sulla A 18 per portare i nostri figli in piscina»

Danila La Torre

Lo sfogo di una mamma: «Rischiamo la vita sulla A 18 per portare i nostri figli in piscina»

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sabato 09 Febbraio 2019 - 07:00

MESSINA – Passano le settimane, passano i mesi e le società di nuoto Polisportiva Messina,  Ulysse,  Ossidiana,  Calypso,  Power Team Messina e Onde Blu non hanno ancora un impianto in cui allenarsi. La Piscina Cappuccini, dove sino all’anno scorso svolgevano gli allenamenti,  è diventata per loro off limits a causa delle tariffe stellari deliberate dalla giunta Accorinti e mantenute dalla giunta De Luca. Da ottobre , le sei società chiedono aiuto al Comune di Messina, ma l’amministrazione non ha ancora risposto ai ripetuti appelli. E così hanno dovuto arrangiarsi come hanno potuto. A pagare sulla propria pelle i disagi  scaturiti dall’assenza di risposte e soluzioni da parte di Palazzo Zanca sono gli atleti, molti dei quali bambini,  e le loro famiglie, costrette a  fare sacrifici immani e a rischiare addirittura la vita, come spiega la mamma di un piccolo atleta in una lettera indirizzata al sindaco Cateno De Luca.  La  situazione  è diventata infatti insostenibile, perché per avere una piscina in cui potersi allenare gli atleti devono arrivare sino a Nizza di Sicilia e percorrere l’ A 18, diventata negli ultimi tempi teatro di numerosi incidenti.  

Di seguito la lettera al primo cittadino

Onorevole Sig. Sindaco, Cateno De Luca,

non so se lei abbia figli e che età essi abbiano, ma immagini, solo per un momento che, dopo la pausa estiva, destinata alla spensieratezza e alle meritate vacanze, a settembre suo figlio/a si accinga a ricominciare tutte le sue consuete attività, la scuola ovviamente e lo sport (sport che ama, che pratica da una vita, che ha lasciato a luglio per una breve pausa ma che non vede l’ora di ricominciare).

Improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, ci viene detto che gli allenamenti alla piscina Cappuccini non possono essere tenuti per gli elevati costi previsti…

Il 20 ottobre 2018 viene fatta una conferenza stampa presso il Salone delle Bandiere, sono presenti centinaia di persone, tecnici, presidenti, genitori, e atleti di 6 società, la Power team Messina, l’Ulysse, l’Ossidiana, la Polisportiva Messina, la Calyspo e ultima ma non ultima, l’associazione Ondeblu, che si occupa di nuoto per disabili”. Ma come anche loro?” -penso –“E’ assurdo che nemmeno i disabili possano svolgere le loro attività…”

Le società di nuoto, sincronizzato e pallanuoto, cominciano a cercare soluzioni…così la FIN che gestisce la piscina Graziella Campagna, prova a dare ospitalità a tutti, nei limiti del possibile. La conseguenza è che bisogna stringersi, non ci stiamo tutti…e così comincia l’inferno…passiamo i primi mesi a cambiare orari di allenamento ogni settimana. I tecnici diventano improvvisamente abili matematici, intenti a costruire un algoritmo perfetto che consenta di far allenare tutti, ( ci sono atleti di tutte le età) incastrando orari, giorni e disponibilità di corsie…certo, siamo quasi quattrocento atleti in totale…

La Power Team ha in gestione la piscina di Nizza di Sicilia e così, per limitare i danni dettati da un sovraffollamento delle corsie, ci viene data come soluzione “temporanea” quella di svolgere parte degli allenamenti a Nizza (da due a quattro volte la settimana a seconda delle categorie). Cominciano i viaggi…80-100 km (a seconda della zona in cui si abita in città) per un percorso andata-ritorno per accompagnare dei ragazzi ad un allenamento…l ‘autunno avanza…inizia l’inverno, comincia il brutto tempo…se piove che si fa?

Ma non era una soluzione temporanea? L’autostrada ME-CT lei la conosce…noi rischiamo la vita per un allenamento, e abbiamo un impianto in città semivuoto che ospita solo il concessionario e utenti privati…Ma come, l’impianto non è comunale? Ma come, lo sport non è un diritto di tutti? Ma come, i ragazzi non dovrebbero essere tutti uguali? I cittadini non hanno tutti gli stessi diritti?

Come possiamo privare centinaia di ragazzi del loro elemento? No, noi non possiamo… E così, noi genitori, cominciamo a macinare Km, ad accompagnare i figli ogni giorno in un orario diverso…i nostri figli che vanno anche a scuola, che spesso tornano a casa e devono ancora fare tutti i compiti …i nostri figli che se si allenano alla Piscina Comunale (e siamo pure fortunati) tornano a casa alle 23…ma c’è la scuola il giorno dopo? Si, c’è la scuola, alcuni si alzano alle 6 il giorno dopo…E’ normale che dei ragazzini di 8-9-10 anni (sì perché agonisti si diventa a questa età), debbano tornare a casa alle 23 per andare ad un allenamento che diventa fondamentale, perché è l’unico giorno che “hanno 3 corsie per allenarsi”…no, non lo è…almeno, non dovrebbe esserlo, ma diventa il male minore, ci abituiamo anche a questo…

Ho visto atleti di 16-17 anni, alti il doppio di me, allenarsi stretti in due corsie, tirarsi dei palloni, ed ho immaginato…chissà che cosa darebbero per fare una partita di pallanuoto VERA! So, che alcuni hanno mollato, hanno cambiato sport, perché “così non ha senso”. Certo, noi del nuoto, siamo quelli messi meno peggio, in fondo anche ammassati in una corsia, almeno il cloro l’abbiamo visto…ci siamo consolati così, noi genitori…abbiamo aspettato, stiamo facendo sacrifici immensi, perso tempo, tanto tempo e soldi, perché il sorriso sul volto dei nostri figli, probabilmente vale tutto questo…ma poi, subentra la rabbia, il non trovare risposte…il chiedersi “perché???”

Perché, in questa città, così sofferente, non si riesce nemmeno a risolvere una questione che dal principio appare assurda?…e improvvisamente, uno spiraglio…si comincia a parlare di Villa Dante…sembra una cosa fatta…evviva…ma poi, arriva Dicembre e nulla…tutto fermo…le associazioni scrivono senza ottenere risposta, lei non risponde, l’amministrazione tutta non risponde, noi aspettiamo, e aspettiamo ancora…il tempo passa…passa Dicembre e poi anche Gennaio…

E’ giusto che dei ragazzi e le loro famiglie, per inseguire la loro passione, debbano subire tutto questo? È accettabile? Questi ragazzi sono AGONISTI, non si arrendono, sono abituati a mangiare in macchina, a correre in piscina subito dopo scuola, imparano ad organizzarsi in tutto, si svegliano all’alba per partecipare ad una gara, fanno rinunce e sacrifici immensi… come si può accettare che rimangano 5 mesi senza risposte, che ricevano solo silenzio da chi li dovrebbe rappresentare?…I giovani, sono il nostro futuro…lo sport è aggregazione, sana competizione, amicizia vera, è quel qualcosa che leva i ragazzi dalla strada e li fa crescere con valori reali in questa società sempre più allo sbando.

La prego, non ignori ancora i nostri appelli, non deluda ancora tutti questi ragazzi…noi siamo cittadini messinesi come tutti gli altri, non meritiamo forse di essere trattati tutti in egual modo?

Abbiamo tutti gli stessi diritti e dovremmo avere il diritto di usufruire di un impianto, che è comunale, esattamente come gli altri.

Confidiamo in lei

Chiara Genovese, genitore di un atleta

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