Latitanza Matacena, condanna ad un anno per Chiara Rizzo

Latitanza Matacena, condanna ad un anno per Chiara Rizzo

Alessandra Serio

Latitanza Matacena, condanna ad un anno per Chiara Rizzo

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venerdì 24 Gennaio 2020 - 21:15

Per la messinese è stato escluso il collegamento con la criminalità. L'avvocato Candido: "Ha subito una ingiusta detenzione".

E’ arrivata nel  tardo pomeriggio la sentenza dell’operazione Breakfast, condotta dalla Dia di Reggio Calabria nel maggio 2014, che ha ricostruito gli aiuti all’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, ancora oggi  latitante a Dubai.

Il Tribunale di Reggio Calabria ha condannato ad un anno anche la moglie, la messinese Chiara Rizzo per la quale sono però cadute quasi tutte le accuse. I giudici hanno ritenuto colpevole anche l’ex ministro dell’Interno forzista Claudio Scajola, accusato di procurata inosservanza di pena in favore di Matacena.

Per Scajola la condanna è a 2 anni, pena sospesa.  Esclusa l’aggravante di aver favorito la mafia. A Chiara Rizzo è stata riconosciuta l’intervenuta prescrizione per un altro capo di imputazione. “

Il Tribunale di Reggio Calabria ha definitivamente escluso ogni collegamento tra Chiara Rizzo e la ndrangheta, ha inoltre confermato che la mia cliente non ha goduto di fittizie intestazioni del patrimonio di Matacena e per questo, oltre ad essere stata assolta, ha ottenuto la revoca dei sequestri. La condanna ad un anno di reclusione,a fronte di una richiesta di oltre 11 anni , è relativa alla procurata inosservanza della pena e sarà certamente oggetto di impugnazione”, commenta l’avvocato Bonni Candido.Da questa sentenza discende che Chiara Rizzo ha subito una ingiusta detenzione di sei mesi. In questi termini l’odierno verdetto è da considerarsi già un notevole successo che sarà totale nel secondo grado di giudizio.”, conclude il difensore.

Scagionato Martino Politi, l’uomo di fiducia di Matacena, assolto da tutte le accuse; un’assoluzione e una prescrizione per  l’ex segretaria, Maria Grazia Fiordelisi.  

Amaro il commento di Scajola, coinvolto nel processo proprio per il suo collegamento con la Rizzo, “Pensavo che la mia vicenda processuale si risolvesse già in primo grado. Devo però dire che è andata bene rispetto alla richiesta di condanna a quattro anni e mezzo del pubblico ministero (…) Sottolineo inoltre che la mia condotta da ministro dell’Interno è stata di assoluta correttezza e di schietta interlocuzione istituzionale con rappresentanti e ambasciatori di altri Stati. Ho cercato di aiutare una donna in gravi difficoltà”. Nessun commento da parte di Matacena.

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