Progetta di uccidere PM, si cerca la "talpa" di Veneziano

Progetta di uccidere PM, si cerca la “talpa” di Veneziano

Alessandra Serio

Progetta di uccidere PM, si cerca la “talpa” di Veneziano

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domenica 28 Agosto 2016 - 23:44

La Procura di Reggio Calabria sta cercando si capire come facesse il pregiudicato di Milazzo a conoscere gli spostamenti del sostituto Federica Paiola. La solidarietà degli avvocati messinesi.

Sono ad ampio raggio le indagini sul progetto di attentato a Federica Paiola, il sostituto procuratore di Barcellona finita nel mirino di Salvatore Veneziano, pregiudicato mamertino rinchiuso a Gazzi. Oltre che sulla possibilità di reperire armi e preparare l'attentato da dietro le sbarre del carcere, gli investigatori si stanno concentrando anche su come facesse il ventunenne a conoscere nel dettaglio gli spostamenti del magistrato torinese.

L'ipotesi è che il pregiudicato potesse contare su una "talpa" tra le forze dell'Ordine. Ipotesi al momento non confermata, anzi i primissimo accertamenti sembrano fugare il dubbio che tra gli uomini dello Stato qualcuno potesse informare il ventunenne mamertino, ma comunque al vaglio, visto con quanta precisione Veneziano conosceva orari e tappe del tragitto casa-lavoro della PM, "rea" di averlo arrestato per ben due volte. Veneziano è una "testa calda" ritenuta molto pericolosa: ha la "miccia" facile – è stato arrestato per stalking, incendio e danneggiamento, ed è un esponente del racket mamertino. Tuttavia il pescatore non è un elemento di spicco del clan locale. Dal canto suo la dottoressa Paiola non aveva scorta e abitava a Milazzo già da qualche tempo, perció potrebbe non essere stato difficile per Veneziano individuare l'abitazione della PM.

Intanto alla dottoressa Paiola è stata assegnata una scorta rinforzata, e i detenuti intercettati a colloquiare del progetto con Veneziano, un calabrese ed un palermitano, sono stati trasferiti e interrogati. Ad occuparsi del caso è la Procura di Reggio Calabria.

E al magistrato arriva la solidarietà degli avvocati messinessi. "Siamo vicini alla dottoressa Paiola in questo momento così difficile. La scoperta di un progetto ideato contro di lei – dichiara il Presidente dell'Ordine degli avvocati di Messina, Vincenzo Ciraolo – è prova dell'impegno e della dedizione profusi dalla collega contro la criminalità organizzata del barcellonese alla quale in pochi mesi il magistrato è riuscito a infliggere duri colpi. Siamo certi che non si farà scoraggiare da quanto scoperto e continuerà a occuparsi delle delicate inchieste affidatele con l'impegno e la dedizione manifestati fino a oggi, con il sostegno di tutte le istituzioni locali".

"Questa vicenda – aggiunge Ciraolo – conferma la necessità, più volte manifestata, del rafforzamento dei presidi di legalità sul territorio, soprattutto in aree ad alta densità mafiosa come la nostra".

Alessandra Serio

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