Messina e la mobilità nello Stretto: presentato Pendolaria 2022

Messina e la mobilità nello Stretto: presentato Pendolaria 2022

Giuseppe Fontana

Messina e la mobilità nello Stretto: presentato Pendolaria 2022

sabato 07 Maggio 2022 - 07:09

Il vicepresidente nazionale di Legambiente, Zanchini: "Un problema di visione. Bisogna ragionare anche su offerte di servizi per non trovarsi infrastrutture vuote"

MESSINA – Legambiente dei Peloritani, sostenuta dalla Fondazione Filippo Puglia, ha presentato alla Camera di Commercio il rapporto Pendolaria 2022. Un lungo pomeriggio di lavori, quello coordinato dal referente Enzo Colavecchio, in cui sono intervenuti diversi ospiti, sebbene non tutti quelli previsti. Assente l’assessore alle Infrastrutture e alla Mobilità della Regione Siciliana, Marco Falcone, che a causa di impegni istituzionali non è stato a Messina. Al suo posto il capo di gabinetto Ettore Foti.

Zanchini: “Serve ragionamento su mobilità”

Enzo Colavecchio promette: “Saremo sempre più presenti, questo è solo un primo appuntamento sul tema”. A presentare il rapporto è stato l’architetto Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale: “Si è tornati a parlare dell’area dello Stretto e noi vogliamo ragionare di trasporti dal punto di vista dei pendolari”. Al di là dei numeri esposti, per un report che è nazionale, Zanchini ha evidenziato come non sia solo un problema infrastrutturale. “Serve un ragionamento su come migliorare la mobilità – ha spiegato – sfruttando le risorse del Recovery Plan per guardare avanti. Il rischio è che se non si ragiona di offerte di servizi ti ritrovi con infrastrutture vuote, o senza treni o con le stazioni vuote, senza nessuno”.

“Un problema di visione”

“Il problema è la visione – prosegue Zanchini – La visione sia del Sud sia della mobilità verso il resto del Paese. Il Sud non ha mai ragionato di come rendere possibile girare velocemente in quest’area del Paese, dalla Sicilia alla Calabria o dalla Calabria alla Puglia. Sono sparpagliati tanti aeroporti, tanti porti, treni e stazioni. Se vuoi andare da Napoli a Bari ci stai 4 ore e ci sono pochissimi treni. I treni ancora oggi sono gli Intercity, c’è qualche freccia ma sono pochissimi. Al Sud ci sono anche treni molto vecchi, di 19 anni di media, cioè alcuni ne hanno anche 40 o 50 di anni. Non bisogna più rimandare con l’idea che forse in futuro arriverà chissà quale grande progetto”.

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