Il preparatore atletico lascia perché in disaccordo con l'allenatore

“Acr Messina comunica di avere interrotto consensualmente il rapporto professionale con il preparatore atletico Giovanni Saffioti. La società ha accettato le dimissioni presentate dal professore Saffioti, a cui va il ringraziamento per il lavoro svolto con serietà e dedizione”.

Un breve comunicato societario che non spiega le motivazioni della presentazione delle dimissioni da parte del preparatore atletico.

A farlo, però, ci pensa il diretto interessato: “In 22 anni di professionismo, di cui gran parte alla Reggina, sono sempre stato abituato a confrontarmi con tutti. Tutto ciò è venuto meno nelle ultime settimane. Grazie ai quotidiani confronti con il tecnico, ho capito che la mia professionalità scade nell’interpretazione superficiale e poco aderente ad un progetto che punta in alto”.

Ed è proprio con mister Rando che, evidentemente, qualcosa non è andata. “Ho sbagliato a valutare – dice Saffioti -, la città di Messina mi ha fatto dimenticare la categoria ma per ritornare nel calcio che conta è necessario essere ed agire da professionisti”.

L’accusa, però, non è rivolta alla proprietà. Anzi, “la famiglia Sciotto ha tenuto una condotta esemplare, non facendo mancare nulla e non concedendo alcun alibi alla squadra”, così come la dirigenza, compreso l’ex Antonio Obbedio.

Dopo i ringraziamenti a tutti, Saffioti torna su Rando: “Grazie per avermi ricordato che se ne ho voglia devo fare ciò che ho sempre fatto”.

E infine difende il proprio operato riportando i dati rilevati col gps sulla prestazione di un calciatore nella gara vinta contro il Marina di Ragusa, giocata per un’ora in superiorità numerica. “Spicca subito la distanza percorsa, 5676 metri nel primo tempo e 5814 nel secondo, con dei valori nel secondo tempo pari o superiori al primo. Basta solo fare una riflessione su di essi e si avranno molte risposte ai tanti perché”.