Analisi su imprese, lavoro e redditi
Un’economia in trasformazione tra crescita del lavoro dipendente, aumento delle imprese e sfide nell’attività femminile.
Il tessuto imprenditoriale messinese
Nell’anno 2024 le imprese registrate nel Comune di Messina sono 20.117, di cui 17.395 classificate secondo i codici Ateco e 2.722 non ancora classificate.
Le imprese classificate nel Comune di Messina sono prevalentemente registrate nella divisione Commercio all’ingrosso e al dettaglio (35.8%), seguito dalle Costruzioni (14.9%), dalle Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (7.6%), mentre le imprese non classificate rappresentano il 15.7% del totale generale.
Nel 2024 si registrano complessivamente 48.713 addetti distribuiti nei vari settori economici. I settori con maggior numero di addetti sono il Commercio (11.462), i Servizi di alloggio e ristorazione (5.479), le Costruzioni (4.435) e i Trasporti (3.911), che insieme rappresentano oltre la metà dell’occupazione locale.
Nota metodologica: I dati sono forniti dalla Camera di Commercio di Messina e si riferiscono alle imprese registrate nel territorio comunale.
Lavoro a Messina
Nel 2024 il mercato del lavoro di Messina presenta un quadro in evoluzione, con 54.000 occupati che rappresentano una leggera variazione rispetto ai 55.000 del 2023. Il tasso di occupazione si attesta al 37,9%, in linea con le dinamiche che caratterizzano l’area dello Stretto e il contesto meridionale, dove i mercati del lavoro seguono specifiche peculiarità territoriali.
L’analisi di genere evidenzia interessanti dinamiche di trasformazione: l’occupazione femminile mostra una tendenza di crescita nel medio periodo, testimoniando i progressi nella partecipazione delle donne al mercato del lavoro messinese. Questo trend positivo riflette sia i cambiamenti socio-culturali in atto sia le nuove opportunità che si stanno sviluppando nel territorio.
Il contesto occupazionale della città si inserisce nelle caratteristiche specifiche dell’economia siciliana, dove convivono settori tradizionali e nuove opportunità di sviluppo. Con circa 39.500 persone classificate come inattive, Messina condivide con altre grandi città del Mezzogiorno sfide comuni legate alla valorizzazione del capitale umano e all’attivazione di nuove dinamiche economiche.
L’analisi dell’inattività per genere mostra che le donne presentano un tasso del 51,3% rispetto al 27,2% degli uomini, evidenziando spazi di miglioramento nella conciliazione vita-lavoro e nell’offerta di servizi di supporto che possano favorire una maggiore partecipazione femminile alle attività economiche del territorio.
Redditi a Messina
Nell’anno 2023 (dichiarazioni fiscali presentate nel 2024) il numero di contribuenti è cresciuto significativamente a 134.251 (+1,3% rispetto al 2022), consolidando la tendenza di ripresa post-pandemica.
La distribuzione per classe di reddito conferma la struttura economica della città: la fascia 0-10.000€ rappresenta il 28,38% dei contribuenti (in leggero calo rispetto al 29,7% del 2022), mentre continua la crescita delle fasce di reddito medio-alte, segnale di un graduale miglioramento del tessuto economico locale.
Un dato particolarmente significativo è l’aumento del 3,0% dei redditi da lavoro dipendente, passati da 69.450 a 71.518 dichiaranti, indicativo di una maggiore stabilità occupazionale. Al contrario, si registra una lieve diminuzione dei redditi da pensione (-0,8%), scesi a 49.730 dichiaranti.
Continua la tendenza positiva di riduzione delle situazioni di disagio estremo: i soggetti privi di reddito sono scesi a sole 15 unità (erano 19 nel 2022), confermando l’efficacia delle politiche di inclusione sociale e delle misure di sostegno al reddito.
Rispetto al 2014, l’evoluzione decennale mostra una trasformazione strutturale dell’economia locale con una significativa crescita nelle fasce di reddito medio-alte e una sostanziale riduzione delle situazioni di estremo disagio economico.
Nota: Questi dati si riferiscono alle dichiarazioni fiscali 2024 per i redditi 2023, rappresentando le informazioni più aggiornate disponibili.

Calcolando anche il lavoro nero? Che potrebbe tranquillamente superare quello in regola