Messina, niente più fogna nel lago di Ganzirri né acqua in strada. Arrivano 3,8 milioni

Messina, niente più fogna nel lago di Ganzirri né acqua in strada. Arrivano 3,8 milioni

Marco Ipsale

Messina, niente più fogna nel lago di Ganzirri né acqua in strada. Arrivano 3,8 milioni

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lunedì 16 Dicembre 2019 - 12:43

Entro un anno il via ai lavori, che dureranno anch'essi un anno. Così tra due anni il lago dovrebbe essere finalmente ripulito e la strada intorno non dovrebbe più... allagarsi

MESSINA – Il sistema di raccolta e smaltimento delle acque è vecchio e insufficiente. A monte del lago di Ganzirri sono cresciute negli anni le urbanizzazioni e così le portate degli scarichi.

La Città Metropolitana, ente gestore della Riserva di Capo Peloro, ha imposto il divieto di recapito delle acque meteoriche nel lago e, in più, a Ganzirri la rete è mista, le acque bianche vanno a finire nella fognatura. I progetti delle costruzioni prevedevano l’allaccio alla rete delle acque nere, ma spesso non si è fatto, per risparmiare, e si è preferito scaricare nel lago, senza che nessuno controllasse, coi risultati sotto gli occhi di tutti.

Ecco perché spesso si sente provenire puzza dal lago e l’acqua è sporca ed ecco perché, ad ogni forte pioggia, la strada intorno al lago si… allaga.

FINANZIATO UN PROGETTO DA 3,8 MILIONI

Ora la notizia attesa da tempo. Un progetto congiunto tra Comune e Città Metropolitana di Messina è stato ammesso a finanziamento per 3,8 milioni, nell’ambito del Po Fesr (Piano operativo Fondo europeo di sviluppo regionale) Sicilia 2014-2020. Prevede la realizzazione di 14 pozzi drenanti e di un collettore ad anello intorno al lago, per smaltire le acque delle piogge nel terreno, dopo la depurazione.

Oggi, invece, le acque attraversano la rete viaria che si sviluppa intorno al lago, si caricano di inquinati (idrocarburi, olii, materiale terrigeno ecc.) e inevitabilmente si riversano nel lago.

IL PROGETTO E’ STATO BOCCIATO IN PRIMA BATTUTA

Ma il progetto, lo scorso 16 ottobre, era stato bocciato perché considerato non coerente con quanto previsto dal piano di gestione della riserva naturale. “Come poteva non essere coerente, visto che serve a risolvere un’emergenza ambientale?” – chiede il sindaco Cateno De Luca.

POI E’ STATO RIVALUTATO

Così l’assessora Carlotta Previti e la Città Metropolitana hanno chiarito alla Regione che il progetto era coerente eccome e non è stata necessaria neanche un’audizione, inizialmente prevista per il 14 novembre, al Crppn, il Consiglio regionale per la protezione della natura.

IL RISCHIO PROCEDURA DI INFRAZIONE E I CONDOMINI BLASONATI

“Abbiamo fatto presente che era un progetto urgente – dice De Luca -, c’era anche il rischio di entrare in procedura di infrazione, a causa dell’inquinamento di un’area protetta. Questi bandi escono in media ogni due anni. Ad esempio nel 2017 il Comune di Fiumedinisi ha ottenuto 2,5 milioni, quello di Catania 7,5 milioni, Messina non aveva partecipato, come se non si conoscesse l’uso fognario del lago. Gli accertamenti hanno confermato che alcuni condomini blasonati scaricano lì volontariamente. Abbiamo denunciato e l’iter giudiziario è in corso”.

I DETTAGLI DEL PROGETTO

Al dirigente comunale Antonio Amato il compito di spiegare i dettagli del progetto. “La vecchia condotta era stata realizzata quando a monte della strada non c’erano edificazioni. Poi tutto si è riversato lì e la rete è diventata insufficiente, oltre al fatto che la riserva naturale impone che non si possano gettare le acque nel lago, che sarebbe il destino naturale”.

Le soluzioni erano due: “Ma una era impossibile – spiega Amato -. Si trattava di costruire grandi impianti di sollevamento per raccogliere le acque e gettarle in mare ma sarebbero servite grandi vasche di raccolta e impianti di pompaggio, che sarebbero rimasti fermi nella bella stagione, col rischio che poi non funzionassero. Oltre al fatto che non ci sarebbe stato neanche lo spazio”.

Allora ecco l’altra soluzione: “Realizziamo pozzi drenanti per piccoli bacini, nelle aree di lottizzazione, di proprietà del Comune. Poi le acque vengono smaltite nei pozzi, depurate e finiscono nel sottosuolo. Ciò che rimane viene raccolto da una trincea drenante”. E la gestione, così come l’intera rete delle acque bianche, sarà compito di Amam.

I TEMPI

Si tratta ancora solo di uno studio di fattibilità. A breve il finanziamento da 3,8 milioni verrà notificato al Comune. Da quel momento scatteranno 90 giorni di tempo per trasformare lo studio in progetto esecutivo, quindi presumibilmente ad aprile. Poi si potrà preparare la gara d’appalto. Tra i tempi del bando e quelli di aggiudicazione, l’obiettivo è di far partire entro il 2020 i lavori, che poi dureranno un anno.

Insomma per questa e la prossima stagione invernale, Ganzirri dovrà ancora fare i conti con fogna e allagamenti. Poi il problema dovrebbe essere definitivamente risolto.

(Marco Ipsale)

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