Messina. Secondo Palagiustizia, perché non è la soluzione ideale ma può essere quella giusta

Messina. Secondo Palagiustizia, perché non è la soluzione ideale ma può essere quella giusta

Marco Ipsale

Messina. Secondo Palagiustizia, perché non è la soluzione ideale ma può essere quella giusta

giovedì 22 Settembre 2022 - 12:13

Il recupero di palazzi chiusi da anni, vicini alla fermata tranviaria e al parcheggio Cavallotti

Casa dello Studente, ex ospedale Margherita, ospedale militare, fosso di via La Farina, palazzo di via Capra. Probabilmente ne dimentichiamo qualcuna. Sono le proposte, tutte fallite, per il secondo Palagiustizia.

Da anni, anzi decenni, il Ministero della Giustizia paga somme cospicue, ad oggi quasi 2 milioni l’anno, per l’affitto di locali che non sempre corrispondono alle esigenze del settore. Ecco perché l’obiettivo è quello di porre fine ai disagi e di trovare una sede unica, grazie ai 18 milioni di euro stanziati anche questi tanti anni fa.

La nuova sede, ovviamente, deve avere determinate caratteristiche. Ed è su queste caratteristiche che si è animato il dibattito, a volte sfociato in scontro, senza che si sia mai arrivati ad una soluzione. Una soluzione che, ora, finalmente, sembra esserci. Anche se non è la prima volta che viene dato per certo qualcosa che poi certo non è.

Le ipotesi fallite

Ma perché sono fallite tutte le varie ipotesi avanzate fino ad oggi? La Casa dello Studente è vicina allo storico Tribunale ma non ha parcheggi, è chiusa dal 2007, è stata ristrutturata una prima volta ma servono ancora altri lavori. Ipotesi scartata, quando sarà pronta tornerà ad ospitare gli studenti.

L’ex Margherita è servito da parcheggi e linea tranviaria ma è decentrato e si è optato per farci un polo culturale accanto al Museo.

L’intesa per le aree dell’ospedale militare

La storia più recente narra del protocollo d’intesa firmato a febbraio 2017 dall’ex sindaco Renato Accorinti insieme al sottosegretario di Stato alla Difesa, Gioacchino Alfano, al capo Dipartimento organizzazione giudiziaria del personale e del servizi del Ministero della Giustizia, Gioacchino Natoli, e al direttore generale dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi.

Si prevedeva il nuovo palagiustizia nelle aree dell’ospedale militare, che si sarebbe dovuto trasferire nell’ex Polo Logistico della Marina Militare, in via Bonino. Quel giorno si disse che i 17 milioni disponibili bastavano per adeguare entrambe le aree, fin quando, dopo tre anni di poco e nulla, con note del Ministero della Difesa, prot. 4423 del 30 gennaio 2020 e n. 139238 del 23 giugno 2020, veniva dichiarata “la non disponibilità dell’Esercito a trasferire il proprio ospedale in altra sede”. Altri anni persi.

Il Fosso di via La Farina

A giugno 2018, nel frattempo, era arrivata la giunta De Luca che, a questo punto a ragione, non aveva mai creduto in quell’intesa. La nuova proposta, però, non era meno complicata: realizzare ex novo il secondo palagiustizia lì dove c’è il parcheggio Fosso di via La Farina, con una stima di spesa di circa 40 milioni, più del doppio dei fondi disponibili. Una proposta che non ha riscosso grande successo, anzi anche questa è miseramente fallita.

La sede Inps

Si era poi pensato ai locali di via Tommaso Capra, oggi sede Inps, che dovrebbe tornare nella vecchia sede di via Argentieri. In questo caso il percorso prosegue e alcuni uffici (forse il Tribunale del Lavoro) potrebbero trovare sede al terzo e quarto piano di quell’edificio. Sarebbe saltata, invece, l’ipotesi via Romagnosi.

Ex Banca di Roma e Cassa di Risparmio

Ieri, infine, l’annuncio a sorpresa dell’intesa per l’ennesima nuova sede: i palazzi dell’ex Banca di Roma e dell’ex Cassa di Risparmio, in via Garibaldi.

E la storia si ripete, anche qui via con le critiche: palazzi storici, pieno centro città, niente parcheggi annessi. E’ vero, ad esempio la soluzione viale Europa era più vicina allo svincolo autostradale e aveva ampia disponibilità di parcheggi. Ma è pur vero che in questo caso il parcheggio Cavallotti si trova a 500 metri, cinque o sei minuti a piedi, dai due edifici scelti, che sono chiusi da anni e per i quali sono ammessi solo interventi di manutenzione, senza cambiarne i prospetti. Si trovano, tra l’altro, a 150 metri, due minuti a piedi, dalla fermata tranviaria “Palazzo Reale” e sempre a meno di dieci minuti a piedi da Palazzo Piacentini, dalla stazione centrale e dal molo degli aliscafi.

Insomma riaprire i due palazzi e contemporaneamente trovare una soluzione all’annoso problema può essere solo una notizia positiva per la città, anche se destinati ad un settore specifico. Perché si concretizzi, però, c’è ancora strada da fare. Bisogna ottenere le autorizzazioni per i lavori di adeguamento, che dovrebbero durare circa un anno o poco più. Il trasferimento non avverrebbe prima del 2024. Sempre che, nel frattempo, non spuntino altri problemi.

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2 commenti

  1. Il Cvallotti…….quali posti?????
    Quanti posti??????
    Ma dive vivono questi signori……..andate al Cavallotti a metà mattinata….
    Un secondo palazzo di giustizia con…..forse…….qualche decina di posti.
    Come direbbe il dott. Mondello….tutti in bici…..avvocati…giudici…….fare ampi parcheggi per biciclette.

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  2. Le persone “normali” per andare a lavoro e trovare parcheggio PAGANO….

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