Metertygater. Una famiglia del mito greco si confessa attraverso le due protagoniste

Metertygater. Una famiglia del mito greco si confessa attraverso le due protagoniste

Tosi Siragusa

Metertygater. Una famiglia del mito greco si confessa attraverso le due protagoniste

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venerdì 14 Agosto 2020 - 07:00

L’adattamento dello script, liberamente ispirato a Fuochi della Yourcenar e Crisotemi di Ritsos, si è ascritto a Aurora Miriam Scala, personalità artistica e poliedrica, che ha curato la direzione della encomiabile rappresentazione e ne ha assunto uno dei due ruoli comprimari, e cioè la Meter dell’intitolazione.

Grande maestria è da rilevare, in primis, armonizzazione fra le parole, l’organizzazione scenica – con confacenti costumi Sartoria Fugè e dettagli minimalisti a rendere in maniera consona l’atmosfera di riferimento – e la resa interpretativa, complice, per quest’ultimo aspetto, la valente recitazione della “Tygater”, Maria Chiara Pellitteri, altro polo attoriale!

Clitemnestra e Elettra, da Euripide in poi oggetto di scandaglio millimetrico, anche nella rivisitazione degli autori sopra menzionati, sono qui oggetto di mise en scene, però, sotto un peculiare profilo, quello che precede il tormentoso conflitto, per indagare, invece, il periodo pregresso, quello felice, che per lo più ogni famiglia può dire di aver conosciuto, o riconosciuto quantomeno a cagione della sua cessazione.

E così anche questo chiacchierato nucleo familiare, sulla bocca di tutti per gli esiti rovinosi dei rapporti insiti, non fa eccezione. I primi due quadri ci restituiscono, soprattutto il primo, un legame fra una madre amorevole e la sua figliola adolescente, che trova il fulcro nell’elemento primordiale rappresentato dall’acqua, che rinvigorisce il loro rapporto nelle estati di Santorini, ove Clitemnestra insegna a nuotare ad Elettra….I racconti son in questa fase idilliaci, giochi, scherzi, pranzetti con l’anguria succosa che tutto tinge di rosso, finchè quell’aggregazione familiare non conosce le pene del cambiamento. La scena è temporalmente posposta all’avvento del cupo e sanguinoso regime dei colonnelli, databile al 21 aprile 1967, che irrompe improvviso al potere, generando la partenza dell’ambizioso Agamennone, che diviene uno dei capi, l’allontanamento per seguire la guerra del figlio Oreste e il sacrificio dell’altra giovinetta, fragile, ovvero Ifigenia, che viene giustiziata….Clitemnestra subisce una mutazione genetica, inizia ad allontanarsi dalla figlia superstite, si sostituisce al marito assente nei duri compiti da compiere a Santorini, ove, intanto, le due si sono trasferite.

Entra in gioco l’altro, un piccolo uomo, Egisto, il nipote dell’assente, che prende il suo posto anche nel letto materno.

Quel periodo di presa del potere ha poi termine nel 1974 e il dittatore, che aveva in quei sette anni solo scritto poche lettere alla moglie, ma che ragguagliava meglio invece la figlia Elettra, fa il suo inglorioso ritorno a casa. E’ ancora bello, ma non come un dio ma come un toro, come direbbe la Yourcenar, ha conosciuto il tradimento muliebre per opera dei racconti di una Elettra sempre più schierata con il padre, anche quando questi porta con sé una giovane americana, dai capelli lunghi fino al sedere, che aveva preso a frequentare.

La giovane non frappone condizioni all’affetto verso la figura paterna mentre rifiuta la nuova vita della madre e i suoi amorazzi. Questo terzo quadro ci conduce verso una novella diversità nella descrizione dell’efferata uccisione che vede Elettra artefice diretta della morte di Clitemnestra, per soffocamento….Ritorna come foriera di lutto l’acqua, il loro gioco di vita è qui portatore di separazione esiziale.

Giustamente vincitore del Premio Nazionale Creatività Giovanile Under 30 2018, la piece ha costituito altro punto di forza del Clan Off rinato dalle proprie ceneri e in trasferta, per questa singolare stagione estiva, al MUME della nostra città.

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