Michele Campanella al Palacultura con l’Orchestra del Conservatorio Corelli

Michele Campanella al Palacultura con l’Orchestra del Conservatorio Corelli

giovanni francio

Michele Campanella al Palacultura con l’Orchestra del Conservatorio Corelli

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lunedì 25 Febbraio 2019 - 08:47

L’orchestra del Conservatorio, integrata da alcuni docenti, anche quest’anno ha proseguito nella collaborazione con le associazioni musicali della città, in questo caso la Filarmonica Laudamo, collaborazione che permette ai giovani studenti del Conservatorio messinese di esibirsi con affermati artisti in campo internazionale. In questa occasione, domenica u.s., l’ospite d’onore è stato il celebre pianista Michele Campanella, numerose volte di scena a Messina, ma probabilmente (a mia memoria) per la prima volta al Palacultura. Il presidente della Filarmonica Laudamo, Domenico Dominici, ha dedicato il concerto a Giovanni Molonia, componente storico del consiglio dell’Associazione musicale, figura preziosa e importantissima nel campo storico e musicale della nostra città, recentemente scomparso, al qule è stato tributato un sincero e commosso applauso da parte del pubblico. Diretta come di consueto dall’ottimo maestro Bruno Cinquegrani, l’Orchestra del Corelli ha proposto un programma di musica romantica ottocentesca. Il primo brano eseguito, l’Ouverture accademica op. 80 di Johannes Brahms, fu composto dal musicista tedesco come ringraziamento per il conferimento della laurea honoris causa conferitogli dall’Università di Breslavia. Si tratta pertanto di una composizione orchestrale di circostanza, che contiene molti riferimenti alle canzoni goliardiche studentesche, una sorta di umoristico gioco musicale. È stata poi la volta del momento più atteso della serata, l’esibizione di Campanella con l’Orchestra, nell’esecuzione di “Totentanz” (danza macabra) di Franz Liszt. È un brano tutto sommato poco eseguito nelle sale da concerto, ed è stata pertanto una fortuna averlo potuto ascoltare, trattandosi di una delle migliori e più originali composizioni del musicista ungherese. Sul celebre tema del canto liturgico medioevale “Dies Irae”, Liszt sviluppa una singolare fantasia, in unico tempo, strutturato in “Andante”, “Allegro” (tema con variazioni) e “Allegro animato”, ove il celebre tema viene articolato in varie modalità, ora fortissimo e sinistro, come l’impressionante incipit con l’Orchestra e il pianoforte che scandiscono i celebri accordi all’unisono, ora leggero e delicato, nei meravigliosi arpeggi e fraseggi al piano di Campanella, specialista del pianismo lisztiano; per lo più però il brano assume la forma di vera danza macabra, ossessiva, fortemente ritmata, a tratti solenne, a tratti addirittura diabolica, comunque molto affascinante. Sicuramente i giovani musicisti dell’Orchestra Corelli hanno dato il meglio in questo brano, impegnati a non sfigurare al cospetto del celebre pianista, che è apparso in gran forma è ha offerto una esecuzione impeccabile, regalando anche un bis “magico”, il Valzer in la minore op. 34 n. 2 di Chopin, dal carattere malinconico e desolato, probabilmente il Valzer più intenso composto dal polacco, ed infatti era anche il suo preferito, composto, come scrisse Schumann, “Per far danzare l’anima piuttosto che il corpo”. La seconda parte è stata dedicata all’esecuzione dell’Ottava Sinfonia di Antonin Dvorak op. 88 in sol maggiore. È un brano ricco di gradevoli spunti melodici, con un incantevole incipit nel primo movimento “Allegro con brio” e un delizioso Scherzo “Allegretto grazioso” dall’andamento di valzer, che ricorda nella sua atmosfera lievemente malinconica la splendida “Serenata per archi” dello stesso autore. Apprezzabile la scelta di eseguire questa sinfonia, non celebre come la nona “Dal nuovo mondo” tuttavia espressione della maturità artistica nel campo sinfonico già raggiunta da Dvorak quattro anni prima del suo più famoso capolavoro.

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