Milazzo. Quale futuro per la Raffineria? L’incontro a Palazzo D’Amico

Milazzo. Quale futuro per la Raffineria? L’incontro a Palazzo D’Amico

Salvatore Di Trapani

Milazzo. Quale futuro per la Raffineria? L’incontro a Palazzo D’Amico

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mercoledì 20 Maggio 2020 - 15:17

Un primo incontro a Palazzo D’Amico, sul futuro della Raffineria. Diversi i temi trattati, tra cui la situazione dei lavoratori dell’indotto.

Si discute del futuro della Raffineria di Milazzo. A Palazzo D’Amico un incontro, voluto dal sindaco mamertino Giovanni Formica e dal sindaco di San Filippo del Mela Gianni Pino. Presenti all’incontro il direttore della Ram, Luca Amoruso, i rappresentanti delle aziende private che operano nell’indotto, i sindacati e il presidente di Sicindustria, Ivo Blandina.

La questione lavorativa

Tema principale del confronto, la situazione dei lavoratori dell’indotto. Nel corso dell’emergenza sanitaria, infatti, si è registrata una consistente riduzione della presenza dei lavoratori delle varie aziende committenti. Una criticità, hanno sottolineato i due sindaci, che interessa l’intero comprensorio.

«Scopo di quest’incontro –hanno dichiarato Formica e Pino- è quello di avere un quadro chiaro dei temi riguardanti la produzione ed il lavoro visto il forte disorientamento e la preoccupazione che si registrano nella popolazione. E quindi è opportuno che ciascuno, in questo momento, svolta il proprio ruolo nel rispetto della responsabilità che gli appartiene. E la Raffineria ha chiaramente un ruolo di responsabilità sociale della quale non può non tener conto».

L’intervento del direttore della Ram

Ad aprire il dibattito il direttore della Ram, Luca Amoruso: «La situazione attuale –ha spiegato- è figlia di una duplice contingenza: l’emergenza sanitaria, ma anche lo scenario economico. Ad esempio quest’anno era stata programmata una fermata straordinaria che per ovvie ragioni si è deciso di posticipare al secondo trimestre del 2021, non avendo certezze sulla cessazione dell’emergenza nei prossimi mesi. E rinviando la fermata automaticamente sono saltate tutte le attività ad essa collegate sia nella fase preparatoria che quella successiva».

Amoruso ha quindi affrontato la questione degli investimenti, che per il 2020 ammonteranno a 45 milioni di euro. «Somma –ha spiegato- che rappresenta comunque qualcosa di straordinario visto la situazione generale del comparto e considerato che c’è un esubero di produzione, e che tale intervento è stato possibile grazie alla presenza del doppio azionista (Eni e Q8) che riconosce un ruolo strategico dell’impianto di Milazzo».

Amoruso ha quindi concluso prendendo in esame il Piano della qualità dell’aria, approvato dalla regione. Una questione sulla quale la Cgil ha dichiarato di voler chiedere un confronto.

La posizione dei sindacati

Proprio il rappresentante del sindacato, il segretario generale Giovanni Mastroeni, ha voluto sottolineare la strada da intraprendere: quella dell’ammodernamento e dell’ambientalismo.

«Prima dell’emergenza Covid –ha affermato Mastroeni– avevamo convocato un incontro con il management della Raffineria per conoscere il Piano degli investimenti che non può essere inferiore rispetto al passato. Poi la situazione è precipitata e oggi nell’indotto le cifre sono drammatiche visto che lavora un quarto delle maestranze che operavano sino a pochi mesi fa. Ecco che è importante capire cosa sta succedendo e quello che si vuole fare. L’equilibrio è importante e le parole chiavi di ogni discussione devono essere ammodernamento e ambientalismo. Discuteremo anche delle restrizioni imposte dalle ultime normative chiedendo alla classe politica di rivederle confrontandosi con chi rappresenta i lavoratori, ma ora dobbiamo far tornare in azienda i lavoratori».

Si sono detti concordi sulla posizione della Cgil, i segretari generali di Cisl e Uil, Nino Alibrandi e Ivan Tripodi: «In questo momento –hanno sottolineato- deve essere la Raffineria a promuovere più di prima se necessario, una politica di responsabilità sociale di impresa sostenendo attività e investimenti che portino non a un suo esclusivo sviluppo economico ma integrino le dimensioni di tutela e sviluppo dell’ambiente naturale e del contesto sociale in cui essa si trova a operare».

Dalle maestranze si chiede fiducia reciproca

Netta presa di posizione, infine, dai rappresentanti delle maestranze dell’indotto per i quali i lavoratori devono tornare al più presto al lavoro.

«C’è un problema di sopravvivenza – hanno detto Nino De Gaetano e Francesco Formica- e la situazione rischia di diventare esplosiva quando non si riesce a portare da mangiare a casa. Oggi anche i lavoratori storici lavorano una settimana ogni due mesi. E’ improponibile. Inutile fare giri di parole. La Raffineria chiede fiducia ma poi dispone che i badge di chi resta a casa siano oscurati. La fiducia non può essere solo da una parte. Bisogna aumentare la forza lavoro. Qui c’è in gioco il futuro di un intero territorio».

Nuovo incontro giovedì

Il tavolo del dibattito si è quindi concluso senza una soluzione definitiva al problema, pur con un primo e necessario confronto. Della questione se ne tornerà a discutere giovedì 21 maggio, quando i vertici della Ram incontreranno i rappresentanti sindacali.

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