Questa mattina, come avviene ormai da due anni, a visitare i migranti è stato il personale dell’Asp, della Cri e dell’Usmaf. A garantire la massima sicurezza c’erano le Forze dell’Ordine insieme alla Guardia Costiera, accanto alle sempre attive associazioni di volontariato. FOTO DI SERENA CAPPARELLI

Hanno messo piede a terra, sul Molo Marconi, quando il sole batteva a picco, nel suo punto più alto. Di caldo ce n’era tantissimo questa mattina al Porto di Messina, ma non è stato certo questo a fermare la macchina organizzativa dell’accoglienza. Alle 11 e mezza erano tutti pronti, si attendeva soltanto che il pattugliatore CP 941 Diciotti comparisse all’orizzonte. Questa volta, ad essere salvati in mare aperto nel Canale di Sicilia, sono stati 578 tra donne, uomini e bambini accompagnati e non, per lo più provenienti dall’Africa subsahariana. Tra di loro, c'era anche un neonato di soli 14 giorni e tre donne incinta prontamente soccorse. si trovavano nel Canale di Sicilia, su un barcone malandato, quando sono stati “raccolti” dal pattugliatore e trasportati in città.

E’ ormai divenuta una routine quella degli sbarchi nel Porto di Messina, così come le fasi dell’accoglienza, dell’identificazione e del trasferimento dei vari centri, tutte coordinate dalla Prefettura. Questa mattina, come avviene ormai da due anni, a visitare i migranti è stato il personale dell’Asp, della Cri e dell’Usmaf. A garantire la massima sicurezza c’erano le Forze dell’Ordine insieme alla Guardia Costiera, accanto alle sempre attive associazioni di volontariato.

Adesso si procederà alla fase di identificazione e poi i migranti verranno trasferiti nei vari centri di accoglienza della città e del Nord Italia. (Veronica Crocitti)

Foto di Serena Capparelli