Il commissario D’Amore saluta la Fiera, la Regione ne propone la liquidazione

Il commissario D’Amore saluta la Fiera, la Regione ne propone la liquidazione

ELENA DE PASQUALE

Il commissario D’Amore saluta la Fiera, la Regione ne propone la liquidazione

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giovedì 19 Aprile 2012 - 21:39

La bocciatura dell’emendamento alla finanziaria regionale fa traboccare il vaso. La prossima settimana scadrà il mandato di D’Amore che, salvo novità, dovrebbe lasciare definitivamente l'incarico. I lavoratori pronti a proteste estreme

Il destino dell’Ente Fiera sembra ormai giunto ad un punto di non ritorno. La prossima settimana scadrà il mandato semestrale di commissario straordinario affidato a Fabio D’Amore che, salvo sorprese dell’ultimo ora, sembra intenzionato a salutare definitivamente gli uffici di viale della Libertà. Ad “affossare” in modo quasi definitivo le sorti dell’ente la bocciatura dell’emendamento “salva Fiera” alla finanziaria regionale, che avrebbe garantito la copertura finanziaria per gli stipendi arretrati e per le quote relative agli eventi fieristici del 2012: nel dettaglio 100 mila euro per il 2011 e 450 mila per il 2012. Una bocciatura per alcuni già abbastanza scontata, perché il correttivo presentato dai deputati messinesi, con in testa Rinaldi e Panarello (Pd), anziché essere inserito nel “calderone” del maxi emendamento in discussione è stato presentato come emendamento a parte; procedura, quest’ultima, che ne ha sancito la cassazione e che di fatto per il commissario D’Amore non è che la conferma dello scarso peso dei deputati messinesi che siedono tra gli scranni della Sala D’Ercole.

Ma questa non è che l’ultima “goccia”, perché sul destino degli uffici di viale della Libertà, la Regione, che ricordiamo non essere titolare di alcuna quota dell'ente (di cui sono soci Comune e Provincia), sembra già avere le idee ben chiare. E lo conferma il documento inoltrato al commissario D’Amore lo scorso 18 aprile in cui se ne chiede lo scioglimento. Alla base delle motivazioni, almeno ufficialmente, il contenuto della relazione commissariale inoltrata proprio da D’Amore. Proprio quest’ultimo però tiene a specificare alcuni aspetti: «Il documento a cui si fa riferimento è quello che ad ogni fine mandato deve predisporre per fare un bilancio dell’attività svolta. Un’analisi a 360 gradi in cui si delineano i contorni della situazione, passati, presenti e le prospettive future. Sebbene dal momento del mio insediamento la condizione, dal punto di vista debitorio, sia stata rimessa in piedi, è naturale che rimangano numerose criticità. Questo non vuol dire che abbia mai parlato di liquidazione».

Alla luce di quanto disposto, l’assessorato ha chiesto al commissario di presentare eventuali “controdeduzioni” ed è a questo punto che D’Amore “gira la palla” ai dipendenti: «In un recente riunione, il sindacato Ugl (che conta il maggior numero di iscritti tra i dipendenti, 7 su 13), considerati i vari aspetti della questione, ha proposto la messa in liquidazione. Io sono pronto a difendere in prima linea le loro ragioni, ma devono chiarire quali sia la loro linea». La speranza, forse, così come avvenuto nel caso della liquidazione della fiera di Palermo, sarebbe quella di poter essere “inglobati” come dipendenti regionali, ipotesi che al momento non conosce certezza. I lavoratori, intanto, alla luce delle ultime novità, proprio ieri hanno tenuto un’infuocata assemblea nei locali dell’ente al termine della quale è stata prodotto un documento in cui si fa riferimento alla liquidazione, di cui si parla nel documento inoltrato al commissario dell’assessorato regionale. Gli stessi dipendenti si dicono pronti ad estreme forme di protesta, tra le quali non si esclude anche l’occupazione degli uffici locali. Insieme al comunicato in cui si annuncia lo stato di agitazione, i lavoratori chiariscono la loro posizione. Ulteriori novità emergeranno dalla conferenza indetta oggi dal commissario D’Amore. (ELENA DE PASQUALE)

Nota dei dipendenti

“Più volte abbiamo avuto modo di dimostrare l’attaccamento ad un Ente che tanto ha dato in passato alla città Messina, perché amato e fortemente sostenuto da forze produttive e istituzioni. Purtroppo dobbiamo registrare oggi il disamore il disinteresse che a volte sfocia nell’ostruzionismo verso un Ente che, sebbene arranca fra mille difficoltà, avrebbe potuto riqualificarsi con un minimo sforzo congiunto di tutti. Oggi i dipendenti si vedono costretti a concentrare tutti gli sforzi e le energie per individuare un percorso, unitamente alle organizzazioni sindacali provinciali, per far fronte alle esigenze immediate e a quelle occupazionali future. Manifestano estremo dispiacere perché al disagio del rischio della perdita del posto di lavoro si somma l’amarezza per l’ennesimo scippo alla nostra città, perché purtroppo siamo convinti che i problemi di Messina non possono essere risolti solo con la semplice forza di periodici proclami o di parole stampate su quotidiani, vuote dichiarazioni di intenti che poggiano solo sulla confusione di percorsi che si scontrano fra politiche, interessi di parte, personalismi e presunzioni. Vogliamo comunque Ringraziare, al di là del risultato ottenuto, i pochi parlamentari che hanno presentando l’emendamento presso l’Ars e che hanno difeso strenuamente la nostra causa discussa alle prime ore dell’alba di giorno 18, chiedendo loro ancora una volta appoggio, collaborazione e sostegno in una battaglia, quella del mantenimento di un dignitoso posto di lavoro, che si profila quanto mai difficile in momenti come questi in cui non intravedendo luci si entra nel tunnel di soluzioni estreme!!”

8 commenti

  1. Bisogna buttare giù la Fiera e restituire l’affaccio al mare alla cittadinanza. Una città come Messina potrebbe offrire ai turisti e ai croceristi qualcosa di unico.
    I cittadini potrebbero così riuscire a vivere grazie alla gestione di attività turistiche invece di elemosinare posti di lavoro al politico di turno in uno dei tanti stipendifici della città.

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  2. La schiera dei disoccupati continua aa aumentare…
    Grazie alle politiche locali, regionali e nazionali, Messina sta diventando, giorno dopo giorno, una città dove soltanto chi ha un posto pubblico nelle amministrazioni varie (Comune, Genio Civile, Provincia, Soprintendenza, Ispettorato del Lavoro, Ufficio dell’Impiego, ASL, Ospedali e molti altri)sopravviverà.
    Sarebbe ora di marciare verso Roma e protestare come in Grecia perchè, signori senza più alcuna speranza, siamo arrivati alla frutta…

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  3. …e dei dipendenti della (ex) Fiera che ne facciamo? Che soluzione gli diamo?

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  4. Era ora… Da messinese mi domando a cosa serve tenere in piedi una struttura inutile, a spese dei contribuenti… L’unico evento di richiamo, la Fiera Campionaria d’agosto la si può fare anche in un’altro luogo.

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  5. Non c’e’ bisogno di buttarla giu’.
    Cade a pezzi da sola.
    Comunque non vi preoccupate che presto si metteranno d’accordo. Figurati se il cane molla l’osso quando ancora c’e’ un brandello di carne da spolpare.

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  6. Oggettivamente i locali della fiera sono locati in un luogo non proprio comodo, gli stessi poi sono in condizioni quasi disastrose comunque che necessitano di grandi lavori di ristrutturazione e adeguamento alle tante leggi/norme in vigore per un migliore utilizzo. Spostarla in altro sito sarebbe la cosa comunque più consona così si potrebbe liberare tutto l’affaccio a mare.
    Ma la decisione “parlemitana” mi sa tanto di fine definitiva della Fiera messinese e io ci trovo una certa invidia/rabbia da parte dei politi che hanno preso tale decisione, ricordiamoci che la Fiera di Messina è l’unica rimasta in attività e a qualcuno la cosa non pare proprio andare giù.

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  7. Ed io che mi dovevo compare la padella antiaderente…

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  8. Gli diamo un bel vitalizio di 1500 euro al mese per nn fare niente. Cosi non avranno traumi.

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