No allo scippo. Antonio De Luca, Uil e Cgil: "Il Papardo non si tocca"

No allo scippo. Antonio De Luca, Uil e Cgil: “Il Papardo non si tocca”

Rosaria Brancato

No allo scippo. Antonio De Luca, Uil e Cgil: “Il Papardo non si tocca”

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lunedì 24 Maggio 2021 - 09:55

Un'alzata di scudi dopo la bocciatura della pianta organica che di fatto darebbe un colpo durissimo alla struttura sanitaria

Sul Papardo il coro è unanime: ennesimo scippo nei confronti della sanità messinese. La questione della bocciatura della Pianta organica dell’ospedale che di fatto equivale al depotenziamento della struttura della zona nord, è al centro di un fuoco di fila di sindacati e politica.

Ennesimo scippo

“Siamo  di fronte all’ennesimo  scippo nei confronti dell’Ospedale Papardo- scrive il deputato regionale Antonio De Luca (M5S)- La  struttura  era già stata depotenziata durante la  scorsa legislatura e  ha continuato  ad esserlo  anche durante l’attuale governo Musumeci. La politica regionale evidentemente ha l’obiettivo di depotenziare sempre di più il nosocomio della zona nord di Messina”.

Tagli ai fondi

Nel mirino la bocciatura della pianta organica e la diminuzione dei fondi trasferiti al Papardo per circa 8 milioni di euro che comporteranno il taglio di circa 156 medici e di numerosi servizi sanitari, con il rischio chiusura di alcune unità operative.

De Luca: il Papardo non si tocca

Dobbiamo difendere con le unghie e con i denti il presidio ospedaliero della nostra città, che è parte fondamentale dell’offerta sanitaria di Messina, specialmente della zona nord- prosegue Antonio De Luca– Sarò in prima linea nella battaglia per salvare l’Ospedale Papardo. Ho già inoltrato richiesta di audizione in commissione Sanità del direttore generale del Papardo Mario Paino e dell’Assessorato regionale Mario La Rocca. Sulla vicenda  presenterò anche  una interrogazione parlamentare”.

Uil: decisione scellerata

In campo anche Uil e Cgil attraverso le rispettive federazioni Uilfpl e Fp Cgil.  “Una scellerata determinazione che rapprenta un cinico disegno politico che punta a declassare la prestigiosa Azienda Ospedaliera della città di Messina con grave danno e nocumento per la collettività e per i lavoratori della struttura” dichiarano Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, Giuseppe Calapai, segretario generale Uil Fpl, Corrado Lamanna, coord.re prov.le Area Medica Uil Fpl, e Livio Andronico, segretario aziendale Uil Fpl.

Nessuno dimentica- proseguono i sindacalisti– che il Papardo era stato classificato DEA di secondo livello, ma la politica sanitaria lo declassò a DEA di primo livello, mortificando diverse unità operative, quali ad esempio malattie infettive, neurochirurgia, oculistica, chirurgia vascolare e chirurgia plastica che da strutture complesse furono declassate in Strutture Semplici dipartimentali, tutto avvenuto in violazione della legge Balduzzi”.

Papardo in prima linea

La provincia di Messina ha avuto riconosciuto un solo DEA di secondo livello, a differenza della città di Catania che ne ha avute classificate ben tre. Uil e Uilfpl rilevano come un simile schiaffo sia anche un mancato riconoscimento rispetto al ruolo in prima linea avuto dal Papardo nella lotta al covid. Il presidio ha garantito piena funzionalità di 8 posti di terapia intensiva, nonché le degenze nei reparti di malattie infettive e di pneumologia Covid sub-intensiva, dove sono stati ospedalizzati anche pazienti provenienti dalle altre province della Regione Sicilia. Contestualmente sono state garantite tutte le altre specialità di area medica e chirurgica di emergenza, senza nessuna riduzione dei posti letto.

Cgil: presidio mortificato

Stessa posizione per la Fp Cgil come spiegano il segretario della FP CGIL, Francesco Fucile, il segretario provinciale con delega alla sanità, Antonio Trino e il coordinatore provinciale dei medici, Guglielo Catalioto.«Negli ultimi anni – affermano i dirigenti sindacali -, l’Azienda ospedaliera ha subito una mortificazione immeritata dal governo centrale, con la complicità dell’apatica deputazione regionale Messinese, a vantaggio di altre realtà extra provinciali e del privato convenzionato».

“Favorire il Giomi?”

A tal proposito la FP CGIL ricorda un “particolare” non di poco conto e probabilmente non casuale, ovvero la costruzione, da parte del Gruppo Giomi, di una mega struttura adiacente il Papardo: «Tale scelta la dice lunga – evidenziano i sindacalisti – perché, in teoria, nessun imprenditore privato costruirebbe accanto ad un ospedale pubblico. Riteniamo non più tollerabile l’ennesimo scippo ad una azienda che produce salute, che ha dato disponibilità alla impellente richiesta di garantire posti Covid, che è ricca di professionalità di indiscussa caratura, che serve un territorio vastissimo e che ha dimostrato di esserci, malgrado le difficoltà ed i tagli subiti.  Se la “bocciatura” assessoriale è legata ad una rivisitazione al ribasso dei numeri, riteniamo impossibile mantenere una struttura come il Papardo a garantire ciò che in atto produce, e questo è inammissibile perché colpisce una provincia già abbastanza falcidiata dalle cure dimagranti di una politica regionale miope».

3 commenti

  1. Condivido pienamente l’intervento di Antonio De Luca.

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  2. Ma la deputazione messinese dov’è????

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  3. Dal momento che il Movimento a Palermo regge la stampella al Signor Musumeci, questa uscita appare strana, perché se loro non sapevano qualcosa che non potevano non sapere, allora la loro stessa politica è avulsa dal contesto regionale… Dato che, non solo per la questione gravissima in questione, certe persone parlano sempre con il senno di poi, qualche dubbio…

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