No Ponte Calabria: "processioni negate e territori abbandonati, miliardi per il Ponte e niente per le aree interne"

No Ponte Calabria: “processioni negate e territori abbandonati, miliardi per il Ponte e niente per le aree interne”

Redazione

No Ponte Calabria: “processioni negate e territori abbandonati, miliardi per il Ponte e niente per le aree interne”

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mercoledì 20 Agosto 2025 - 14:03

"Mentre crollano i viadotti e le strade restano interrotte da frane, lo Stato italiano spreca cifre esorbitanti per opere che non servono alla cittadinanza"

VILLA SAN GIOVANNI – “Ricorderemo l’estate 2025 anche per le processioni mancate e annullate, simbolo di un territorio abbandonato e reso fragile da decenni di incuria e scelte politiche sbagliate.
A Roccaforte del Greco la processione di San Rocco è stata interrotta dalle forti piogge che si sono abbattute sabato scorso sulla cittadina grecanica, imponendo la sospensione dell’evento per il fondato timore di gravi conseguenze dovute al dissesto idrogeologico.

Una fragilità acuita dall’assenza cronica di programmi seri e di medio-lungo periodo per la messa in sicurezza del territorio, mentre miliardi vengono dirottati verso il Ponte sullo Stretto invece che sulla viabilità, sulla manutenzione delle strade e sulla prevenzione.

A San Luca, invece, il pellegrinaggio al santuario della Madonna di Polsi, cuore della religiosità tradizionale calabrese e aspromontana, simbolo di una pietà mariana che risale alla cristianità bizantina, non si potrà svolgere. È stata la stessa Prefettura a intervenire con un provvedimento che interdice il raggiungimento di Polsi a causa dell’impraticabilità della strada. Da qui la protesta di cittadini e devoti contro il “ripiego” di una celebrazione sostitutiva a Locri, priva della statua.

La stagione coloniale, compreso il colonialismo “interno” contro il Mezzogiorno, non è mai finita. La questione meridionale diventa questione “criminale” per istituzioni che considerano il Sud ancora terra di banditismo, dove l’unico volto riconoscibile dello Stato è quello che chiude, scioglie, commissaria (come dimostra la grave vicenda della Fondazione Alvaro) e impone opere di regime. Il Ponte sullo Stretto è l’ennesima espressione di questo colonialismo: un’opera calata dall’alto, senza ascolto e senza utilità per le popolazioni locali.

Non è un caso che tutto ciò accada durante il governo (nazionale e regionale) della destra identitaria, quella che grida “prima gli italiani!”, salvo poi impedire lo svolgimento di eventi che custodiscono le espressioni più autentiche dell’identità delle comunità, il senso dei luoghi e le trame collettive dell’esistenza qui ai margini della nazione. Questa è la loro idea di identità: togliere dignità ai territori per regalare miliardi alle lobby del cemento.

Mentre crollano i viadotti e le strade restano interrotte da frane, lo Stato italiano spreca cifre esorbitanti per opere che non servono alla cittadinanza ma solo ai privati che se ne avvantaggiano.
Nell’esprimere solidarietà alle popolazioni dell’Aspromonte, ribadiamo che questo territorio ha bisogno di un piano straordinario di messa in sicurezza dal rischio idrogeologico, di un progetto per la salvaguardia degli ecosistemi, di politiche serie per le aree interne, per l’occupazione e la sostenibilità. Tutto il resto è propaganda giocata sulla pelle dei calabresi”.

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