Furci. La Via Crucis del Bilancio: l'Amministrazione cade per la seconda volta

Furci. La Via Crucis del Bilancio: l’Amministrazione cade per la seconda volta

Carmelo Caspanello

Furci. La Via Crucis del Bilancio: l’Amministrazione cade per la seconda volta

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mercoledì 27 Dicembre 2017 - 14:56

Scadenze finanziarie non rispettate. La minoranza fa cadere il numero legale, Consiglio da riconvocare. Il 22 dicembre erano fuggiti i consiglieri di maggioranza per evitare lo scioglimento dell'assemblea. Siamo alla farsa

FURCI. Il Bilancio di previsione 2017, che al 27 dicembre sembra più un consuntivo, si è trasformato in una sorta di Via Crucis. L’Amministrazione comunale, e con essa la maggioranza che non c’è più, è caduta per la seconda volta. La prima volta è implosa il 22 dicembre quando i consiglieri della stessa maggioranza, constatando che di fatto erano… minoranza, se la sono data a gambe facendo mancare il numero legale, in modo da evitare la votazione, quindi la bocciatura del Bilancio (commissariato) e con essa lo scioglimento del Consiglio (l’Amministrazione sarebbe rimasta in carica). La riunione è stata riconvocata per questa mattina in fretta e furia. E qui la maggioranza cade la seconda volta, sempre sotto i numeri che non ha. Palesando tra l’altro di essere poco avveduta sotto il profilo politico. Succede che alle 10, l’ora della riunione consiliare, il numero legale non c’è. Alle 11, un’ora dopo, il numero legale è garantito dalla presenza di due consiglieri di minoranza: Francesco Rigano e Sarah Vita (erano assenti gli esponenti di opposizione Francesco Moschella, Chiara Cocuccio e Piero Trimarchi). Ma non basta lo stesso. Mancano anche l’indipendente Raluca Sandra e Martina Casablanca, da tempo sull’aventino. Approvato il primo punto all’ordine del giorno, un disavanzo di amministrazione relativo all’esercizio 2016, il colpo di scena. Rigano prende la parola e fa notare che il Consiglio era stato convocato il 22 sera per oggi, il 23 era sabato il Comune era chiuso, il 24 era domenica e poi seguivano le festività di Natale e S. Stefano. “Nel frattempo – chiosa Rigano – siamo venuti a conoscenza di un documento della Corte dei conti che potrebbe incidere sul Bilancio. In virtù di ciò la minoranza non intende rimanere in aula per esaminare ed approvare il previsionale. Inoltre, tre consiglieri del nostro gruppo sono assenti per precedenti impegni. Non ci resta che andare via”. E al presidente, Gianluca Di Bella non resta che constatare insieme alla segretaria la mancanza del numero legale. E’ amareggiato. “La volta scorsa – sbotta Di Bella – la maggioranza ha fatto venire meno il numero legale perché aveva a cuore l’approvazione del Bilancio. Questa volta la minoranza è andata via per non farlo approvare”. Si consuma così l’ennesima farsa. Il vicesindaco e assessore al Bilancio, Maria Vera Scarcella, parla di “gesto strumentale della minoranza. Ognuno si assuma le proprie responsabilità per i danni che si arrecheranno sotto il profilo finanziario”. Di tutt’altro avviso Rigano: “Questa è l’ennesima dimostrazione di una maggioranza inesistente ed una amministrazione allo sbando”. Un’amministrazione ed una “maggioranza” che avrebbero potuto essere più avvedute: bastava che gli stessi consiglieri che lo scorso 22 dicembre erano “fuggiti” dall’aula per evitare di andare a casa, quest’oggi alle 11 non si presentassero facendo venire meno in seconda convocazione il numero legale. Si sarebbe tornati in aula domani mattina alle 10 e sarebbero bastati sei consiglieri per garantire lo svolgimento della seduta. E ci sarebbero stati i numeri anche per approvare il previsionale. Un ragionamento elementare. Ed in questo caso la “fuga” della maggioranza avrebbe avuto un senso. Invece adesso il Consiglio dovrà essere riconvocato. E non si arriverà più, giusto per fare un esempio, a coprire il pagamento dei mutui entro il 29 dicembre. Adesso assistiamo al valzer del rimpallo di responsabilità su uno strumento finanziario giunto in aula con enorme ritardo. Una cosa è certa: a garantire i numeri non deve essere la minoranza. C’è da chiedersi se non sarebbe stato opportuno andare tutti a casa in attesa delle elezioni della prossima primavera. E non solo per quanto accaduto negli ultimi giorni, bensì per l’aria che si respira nel Palazzo, dove lo scollamento tra Consiglio e Amministrazione è palese da tempo. Il Bilancio di previsione sarebbe stato approvato ugualmente, dal commissario. E forse, sarebbe stato il male minore.

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