La Provincia finisce nel mirino della Corte dei conti: nei bilanci numeri allarmanti

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La Provincia finisce nel mirino della Corte dei conti: nei bilanci numeri allarmanti

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martedì 07 Maggio 2013 - 18:18

I magistrati contabili sollecitano gli amministratori di Palazzo dei Leoni a porre in essere le misure correttive necessarie ad avviare un serio percorso di risanamento per eliminare le criticità strutturali

Se il Comune piange, la Provincia non ride. La situazione economico-finanziaria dei due enti, che distano pochi metri l’uno dall’altro, è drammatica e la Corte dei Conti è lì vigile a documentare e segnalare tutte le criticità. Dopo aver più volte acceso i riflettori su Palazzo Zanca, stavolta tocca a Palazzo dei Leoni: i magistrati contabili hanno spulciato i bilanci provinciali 2011 e 2012, riscontrando un ingente deficit, una sempre crescente massa debitoria e spese correnti che toccano il picco.

Il disavanzo della gestione di parte capitale del documento contabile del 2011 è di oltre 5 milioni di euro. Analoga criticità è stata riguarda il previsionale 2012, con un buco di oltre 10 milioni di euro.

L’organo di controllo hanno ha appurato l’esistenza di debiti fuori bilancio per quasi 12 milioni di euro, appesantiti da passività pregresse relative a parcelle per avvocati pari a circa 3 milioni di euro. La spesa corrente è lievitata da 62 milioni a quasi 74 milioni di euro.

La Corte dei conti ha sollecitato , quindi, gli amministratori di Palazzo dei Leoni a porre in essere le misure correttive necessarie ad avviare un serio percorso di risanamento per eliminare le criticità strutturali. (DLT)

12 commenti

  1. MessineseAttento 7 Maggio 2013 19:30

    In effetti per organizzare sagre paesane ci sembrano un pò troppi 15 milioni di euro di buco. Chiediamo alla mega giunta allargata di super esperti come mai queste salsicciate ci sono costate così tanto.
    Tre milioni di euro di parcelle per avvocati, poi, sono la beffa che di solito segue sempre il danno.

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  2. Peppe Vallera 8 Maggio 2013 05:55

    Parole sante!
    Ma se togli i contributi clientelari a cosa serve la Provincia?
    Giuseppe Vallèra.

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  3. Mi stupisco che qualcuno si stupisca.

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  4. Messinese Stufo 8 Maggio 2013 07:31

    Come ogni volta,la gente comune fa sempre finta di non sapere nulla salvo poi cadere dal pero quando si scoprono le macagne,in Primis la Corte dei Conti, e signori Revisori dei Conti.
    Se un cittadino comune si fosse appropriato di 12 milioni di euri per farsi gli affari suoi certamente gli organi preposti avrebbero fatto qualsiasi cosa per arginare il danno, ma qui gli organi preposti sembano proprio xxxxxx con i Dirigenti e Amministratori a finire ai Sindacalisti del Palazzo.
    E per raggranellare questi pochi “Spiccioli”, sai che belle riunioni del Consiglio facevano questi signori tagliando piu’ possibile comprensivo del taglio ai dipendenti su Straordinario,”tramutato in ore di compensativo, cioe’ a GRATIS”, Buoni Pasto perche devono mangiare solo LORO, e Bloccando anche Concorsi Interni avvalendosi dell’emerita xxxxxxx Legge BRUNETTA.E per finire,la beffa di vedere questi signori in tv che con le loro belle PAROLE ci vorrebbero intortare spiegando ad HOC le loro strategie di lavoro. Mi chiedo solo con quale CORAGGIO continuano a mostrare la loro bella faccia a tutti gli onesti Cittadini che hanno perso il lavoro o continuano a lavorare senza prendere stipendi. VERGOGNA!VERGOGNA!VERGOGNA!!!

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  5. giuseppevinci 8 Maggio 2013 12:30

    Con quello che versa di oneri riflessi!!!

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  6. • Accadde nel 19695 e per essere più preciso, il 10 luglio quanto decisi di dimettermi da ragioniere generale della provincia regionale di Messina. Potevo ancora rimanere in servizio per altri quattro anni. La decisione è maturata per il fatto che, a seguito della riforma della pubblica amministrazione targata Bassanino che aveva eliminato il controllo esterno antecedente alla esecutività degli atti della pubblica amministrazione (commissioni provinciali di controllo), la composizione dell’organo di controllo (collegio dei revisori dei conti) eletti e scelti dal (controllato), ed i poteri attribuiti all’organo politica (Presedente) sulla gestione del personale (rapporto fiduciario) mi convinsero, e non mi sono sbagliato, che anche la gestione finanziaria dell’ente sarebbe stata appannaggio del presidente e ridotta, nel nulla, la autonomia gestione , sotto il profilo finanziario, del ragioniere generale. Insomma il ragioniere generale o avrebbe ubbidito agli ordini del capo della amministrazione oppure da questi (Presidente o sindaco) sarebbe stato trasferito ad altre funzioni ed adibito ad altri compiti nell’ambito della stessa amministrazione. E poiché tale situazione avrebbe condotto l’amministrazione al disastro economico finanziario, profezia avveratasi,. per dignità ho preferito togliere il disturbo. Adesso se ne piangono le conseguenze e chi dovrebbe pagare per tale stato di cose, con buona pace di tutti, rimane impunito. E, ritengo, così come per il Comune di Messina, siamo ancora agli inizi.

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  7. Peppe Vallera 8 Maggio 2013 17:43

    Caro Dott. Gaetano Saya, quanto da Lei scritto è tutto vero, ma le prediche le deve fare a chi non conosce i fatti.
    E’ vero o non è vero che, Lei Ragioniere Generale, il primo contributo (sostanziosissimo) in bilancio era per la Lega Navale, da Ella presieduta?
    Quanti soldi sono stati dati per sagre paesane (salsiccia, ricotta, pane, carne infornata, ecc, ecc) sotto la Sua Dirigenza?
    Quanti trofei e quante coppe sono stati regalati (mi riferisco al periodo in cui il magazzino era di fronte alla Segreteria Generale, al primo piano dell’ala vecchia)?
    Quanti lavori non erano definiti di “somma urgenza”(risposta: nesuuno)?
    Quante cause perse in partenza (così come poi in effetti accadeva persino in Cassazione) vedevano la Provincia ricorrere in appello?
    Quanti avvocati del collegio di difesa erano anche in rapporti diaffari con la Provincia, in quanto proprietari di Uffici distaccati?
    Mi auguro che la redazione pubblichi il mio intervento, per darLe modo di replicare.
    Grazie.
    Giuseppe Vallèra

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  8. Che paghino i veri responsabili, ossia, presidente, giunta, consiglieri provinciali, dirigenti, esperti e revisori dei conti. Contestualmente che s’indaghi e si condanni chi ha provocato tutti questi debiti, indipendentemente dalla dicitura sulla più o meno necessità dell’amministrazione.
    Il tempo delle parole è finito. Passiamo ai fatti, ma quelli veri. Fin quando non pagherà nessuno esisteranno sempre amministratori “voraci” che continueranno a seguire questa scia.

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  9. Stiamo parlando di un ente pubblico, preposto a servizi di pubblico interesse, perchè la Lega Navale lo è. Non si tratta di una delle tante associazioni che fanno capo a determinati personaggi e prendono contributi a pioggia. La tutela dell’ambiente marino è l’interesse prioritario delle Leghe navali presenti nel territorio nazionale.
    Quanto da Lei esplicitato al Dott. Gaetano Saja va invece contestato alla classe politica, in particolare le coppe, ecc.
    Idem per le cause perse e gli INUTILI Collegi di Difesa, così come per le somme urgenze che venivano spartite in base al peso politico, OPPOSIZIONI COMPRESE.
    I consigli di quel tempo erano delle vere sceneggiate perchè in aula veniva deciso quanto precedentemente deciso e concordato, OPPOSIZIONI COMPRESE (che non sono mai esistite).

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  10. La domanda più corretta – se mi consente – sarebbe: a cosa servono le regioni? Perchè sulla territorialità comune e provincia possono trovare una loro collocazione, ma le regioni……………….

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  11. Peppe Vallera 9 Maggio 2013 14:06

    Compito di un Funzionario non era, allora, mettere solo la firma per dare l’imprimatur ai desiderata dei politici, ma evidenziare il pericolo per le casse, con le relazioni che venivano mandate a Giunta e Consiglio.
    Tutto questo il dott. Saya non lo ha mai fatto, ma ha sempre firmato in silenzio.
    Che la lega navale sia un ente pubblico non ci piove, che adesso prenda una parte infinitesimale dei contributi dell’era Saya è pure una verità, così come il fatto che fosse una casta, una elite cui appartenevano quelli che si auodefinivano la messina-bene, quelli, tanto per intenderci, che quando hanno potuto. hanno spolpato il Pubblico per gli interessi privati e che, poi, hanno fatto fallire una città.

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  12. Purtroppo c’è molta verità in questa risposta. Posso solo aggiungere che quando i soldi sono cominciati a scarseggiare, è scoppiata “TANGENTOPOLI”. Messina non è una città normale rispetto alle altre città italiane. A Messina i messinesi non contano, ma conta il potere economico che gestisce e decide per i messinesi quello che è più giusto. E fin quando esisteranno certi “personaggi” la storia sarà sempre la stessa.
    Purtroppo.

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