Il Tar: “Troppe irregolarità, sovrannumero ed identificabilità dei concorrenti”

Il Tar: “Troppe irregolarità, sovrannumero ed identificabilità dei concorrenti”

Il Tar: “Troppe irregolarità, sovrannumero ed identificabilità dei concorrenti”

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sabato 16 Marzo 2013 - 11:58

Vacilla pericolosamente il numero chiuso. Tra gli atenei coinvolti anche l’Università di Messina dove, ricordano gli avv. Bonetti e Delia, “da quattro anni il rispetto del fattore anonimato è sotto la lente di ingrandimento dei giudici della Procura della Repubblica”

Contro la contestata modalità di accesso ai corsi di laurea italiani arriva una nuova pesante sentenza emessa, questa volta, dal Tribunale Amministrativo di Cagliari.

Oggetto di attenzione da parte dei giudici amministrativi, le modalità concorsuali di accesso all’ex facoltà di Medicina e Odontoiatria di Sassari, graduatoria aggregata a quella dell’Università cagliaritana.

La pronuncia del Tar accoglie dunque il ricorso presentato dagli avvocati Michele Bonetti e Santi Delia e rappresenta un ulteriore tassello in favore di quel processo di scardinamento di una procedura selettiva che continua a mostrare inconsistenza e fallibilità di una prassi che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto giungere a selezionare i più capaci e meritevoli.

“Il Tar di Cagliari – spiegano i legali messinesi – ha potuto riscontare nell’attività svolta dalle commissioni l’uso di modalità destinate ad identificare i partecipanti nel corso della prova di accesso”.

Semplice il sistema adottato: “Ai candidati – spiegano ancora Bonetti e Delia – veniva chiesto di trascrivere accanto al codice segreto, impresso sul plico consegnato a ciascun partecipante, il numero della propria carta d’identità.

Attraverso questo sistema gli esponenti della commissione – prosegue Bonetti, legale UDU – sono stati in grado, durante la fase correttiva degli elaborati, di risalire agli autori, violando in tal modo le più elementari regole legate alla segretezza ed all’anonimato che regolano il corretto svolgimento dei concorsi pubblici”.

Pronuncia di analogo tenore era stata emessa nei mesi scorsi anche dal Tar Molise.

Secondo gli avvocati Bonetti e Delia “molti sono ad oggi i concorsi universitari in Italia che, dopo la sentenza di Cagliari, sono a rischio di annullamento”.

Tra gli atenei coinvolti anche l’Università di Messina dove, ricordano i due legali, “da quattro anni il rispetto del fattore anonimato è sotto la lente di ingrandimento dei giudici della Procura della Repubblica”.

L’Ateneo peloritano però non l’unica istituzione universitaria al centro delle verifiche dei Tar: “Anche Bari, Foggia, Campobasso e Parma – ricordano Bonetti e Delia – sono chiamate a rispondere del mancato rispetto della normativa che regola la prassi concorsuale: un vero terremoto, perché era stato proprio il MIUR – aggiungono – a suggerire agli Atenei l’adozione di questa prassi”.

Una sentenza accolta con favore anche dai rappresentati della comunità studentesca, che apprezzano il duro lavoro svolto della Magistratura italiana e cagliaritana impegnata ad combattere l’illegalità presente all’interno degli atenei: “Il numero chiuso fa acqua da tutte le parti – apostrofa Michele Orezzi coordinatore dell’Unione degli Universitari – a Sassari, oltre ad aver identificato gli scritti dei candidati prima delle correzioni, vergognose sono state le condizioni attraverso le quali si è espletato il concorso pubblico”.

La sessione concorsuale – spiega Orezzi – si è svolta all’interno di una struttura sportiva senza tavoli che consentissero ai partecipanti di affrontare le prove in maniera adeguata.

Nel corso della sessione concorsuale poi, più volte è entrato in funzione l’allarme antincendio che ha lasciato aperto l’ingresso durante lo svolgimento del concorso: tutto questo è inaccettabile – attacca il coordinatore degli universitari – è un furto di futuro per i nostri ragazzi”.

“Il Tribunale Amministrativo di Cagliari ha inoltre ribadito, come peraltro ammesso dalla stessa amministrazione – concludono i legali UDU – come ciascun candidato sia stato identificato ed invitato a deporre il proprio documento d’identità in evidenza in modo da poter essere consultato dai membri della commissione in qualunque momento”.

Emma De Maria

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