Operazione Dominio, condanne anche in appello per il clan di Mangialupi

Operazione Dominio, condanne anche in appello per il clan di Mangialupi

Alessandra Serio

Operazione Dominio, condanne anche in appello per il clan di Mangialupi

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martedì 29 Ottobre 2019 - 10:38

Reggono anche in secondo grado le condanne per la banda di rapinatori legata al clan di Mangialupi e arrestati dalla Finanza nel 2017

Reggono anche in secondo grado le accuse contro il clan di Mangialupi, e in particolare contro alcuni dei suoi storici esponenti, coinvolti nel blitz denominato Dominio sui nuovi reggenti, in particolare gli uomini in affari coi La Valle.

Pur con qualche aggiustamento nel quantum delle pene, la Corte d’Appello (presidente Sicuro) ha in buona sostanza confermato condanne per tutti, disponendo il non doversi procedere per prescrizione soltanto per due persone, Giovanna e Rosario Aloisi.

Confermata la sentenza del novembre 2018, quindi, per Salvatore Arena e Salvatore Utano (6 mesi d’arresto), Francesco Benanti (1 anno e 10 mesi), Francesco Russo (3 anni e 4 mesi).

I giudici hanno concesso le attenuanti generiche e ridotto la condanna – in qualche caso anche in misura piuttosto rilevante – ad alti cinque imputati: Mario Schepisi (3 anni e 10 mesi), Giovanni Aspri (7 anni), Nunzio Corridore (4 anni), Francesco Crupi (3 anni 8 mesi) e Giuseppe Giunta (11 anni e 4 mesi).

Antonino Scimone era stato assolto del tutto in primo grado, le accuse contro di lui erano cadute. La Procura ha appellato il verdetto chiedendo la condanna, ma i giudici d’appello hanno confermato l’assoluzione per due accuse e lo hanno condannato solo per un episodio, ad un anno e 10 mesi.

Impegnati nelle difese gli avvocati Isabella Barone, Domenico Andrè, Salvatore Silvestro, Alessandro Billè, Giuseppe Trovato, Alessandro Trovato.

Alla sbarra in questa tranche c’erano soprattutto i nomi storici del clan, che gestivano in particolare il giro di droga. Poi alcuni gestori delle sale giochi dove erano piazzate le macchinette imposte dallo stesso clan, oppure i fedelissimi che coadiuvavano chi tirava le fila nel fiorente business delle scommesse on line e in sala giochi. Infine, i pregiudicati coinvolti nella trance delle rapine.

Il processo si è diviso in diversi tronconi, tutti comunque chiusi con condanne anche in secondo grado

La retata della Guardia di Finanza è scattata nel marzo 2017: conti correnti e immobili ammontanti a quasi 10 milioni di euro complessivi sequestrati, 21 arresti, mentre gli indagati in totale erano 32.

Le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia – insieme al PM Maria Pellegrino c’era la collega Liliana Todaro, avevano fatto emergere nuovi assetti nella cosca e il ruolo di Domenico La Valle il quale, approfittando della disgregazione della cosca storica, era riuscito ad assumere il controllo totale delle attività di zona, costituendo il punto di riferimento imprenditoriale del quartiere.

Per fare questo, La Valle si era avvalso di una fitta rete di collaboratori mettendo “le mani” soprattutto nel campo delle slot machine e delle scommesse online.

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