Operazione Nebrodi, liberi altri operatori dei Centri agricoli

Operazione Nebrodi, liberi altri operatori dei Centri agricoli

Alessandra Serio

Operazione Nebrodi, liberi altri operatori dei Centri agricoli

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mercoledì 29 Gennaio 2020 - 07:30

Altre tre scarcerazioni di altrettanti operatori dei centri di assistenza agricola coinvolti nell'operazione antimafia Nebrodi

E’ finita la prima estenuante fase post blitz Nebrodi, affidata al giudice per le indagini preliminari Salvatore Mastroeni, che ha concluso gli interrogatori di garanzia di tutti i 94 arrestati, in carcere e ai domiciliari. Alcuni sono stati sentiti per rogatoria perché reclusi in carceri di altre città, ma il grosso dei faccia a faccia con le persone coinvolte li ha condotti personalmente il giudice che ha siglato i provvedimenti, tra la casa circondariale di Gazzi e il piano seminterrato di Palazzo Piacentini, dove si trova il suo ufficio.

Ai confronti hanno hanno partecipato anche i magistrati che hanno condotto l’inchiesta, il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e i sostituti Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti. I Pm hanno si sono detti favorevoli a rimettere in libertà quelli che, dopo aver risposto e aver chiarito la loro posizione, hanno chiesto la revoca della misura cautelare. E nei giorni scorsi il GUP Mastroeni ha così ridato la libertà ad alcuni di loro.

Da oggi non sono più ai domiciliari Massimo Costantini, ex direttore dell’Ufficio Provinciale Agricoltori di Messina. Accompagnato dall’avvocato Carlo Faranda, Costantini ha chiarito di non aver seguito materialmente le pratiche, affidate ad altri. Cadono i domiciliari anche per Marinella Di Marco, impiegata del CAA Acli di Cesarò, e Antonia Strangio, operatore del Centro di Assistenza Agricola Unsic Messina 003.

Nei giorni scorsi erano già tornati in libertà il sindaco di Tortorici Emanuele Galati Sardo, Barbara Crascì, Elena Pruiti, Rosa Maria Faranda e Alessio Bontempo, difesi dagli avvocati Nino Favazzo, Carmela Foti, Alessandro Pruiti, Laura Todaro e Fabio Armeli Iapichino.

La decisione del giudice riguarda il profilo delle esigenze cautelari. Restano in piedi, invece, tutti i sospetti nei loro confronti sul ruolo assunto nelle vicende scoperte dai Carabinieri. Ma l’indagine è ancora tutta aperta e gli approfondimenti sono ancora in corso.

Adesso gli arrestati hanno a disposizione un altro vaglio, quello del Tribunale del Riesame, che può confermare o revocare i provvedimenti del Gip Mastroeni.

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