Ospedali, 4 da chiudere nel Messinese secondo la Gabanelli

Ospedali, 4 da chiudere nel Messinese secondo la Gabanelli

Alessandra Serio

Ospedali, 4 da chiudere nel Messinese secondo la Gabanelli

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giovedì 11 Aprile 2019 - 07:00

La mappa dei reparti non sicuri in base al decreto del 2015, dai punti nascita ai reparti di alta specializzazione

Quattro pronto soccorso di altrettanti ospedali della provincia di Messina andrebbero chiusi in base al decreto del 2015 che ha riordinato il settore sanità e dato il via alla nuova mappa della rete ospedaliera, attuata a singhiozzo in Sicilia.

Sono il Pronto Soccorso dell’ospedale Cutroni Zodda di Barcellona, quello di Lipari, il San Vincenzo Sirina di Taormina e il Pronto Soccorso dell’ospedale di Sant’Agata di Militello. In tutta la regione, sono 23 su 62 i pronto soccorso che secondo il decreto andrebbero chiusi e accorpati ad altro ospedale perché non hanno i requisiti minimi, che sono quelli degli accessi. Dovrebbero essere 54 al giorno. Mentre al Cutroni Zodda nel 2017 sono stati 17.649, il Pronto Soccorso di Lipari ha registrato 56242 accessi, al San Vincenzo Sirina di Taormina sono stati 19.220, quasi altrettanti a Sant’Agata.

Il decreto però è rimasto in parte sulla carta. Contro la chiusura, i sindaci delle zone di appartenenza, i pazienti, le associazioni dei medici e gli stessi dirigenti. Una battaglia che il nostro giornale racconta quotidianamente.

Ieri il dato è stato riproposto da Milena Gabanelli nel suo blog sul Corriere, Dataroom. La giornalista ha pubblicato la mappa dei reparti italiani che andrebbero chiusi perché non hanno i requisiti minimi. Secondo la nuova legge, infatti, più accessi vuol dire maggiore sicurezza per gli utenti. Un criterio non da tutti condiviso. In mancanza di sicurezza, dice la Gabanelli, sarebbe meglio “fare qualche chilometro in più e accedere ad una struttura più sicura”.

Fare qualche chilometro in più a volte costa la vita, però, soprattutto quando quel “in più” non è caratterizzato da pochi chilometri, come spesso accade per territori variegati come quello siciliano.

Messinese in particolare. Si pensi al caso di Taormina, che dista dal Policlinico di Messina, dove c’è il pronto soccorso più vicino, nel caso in cui quello del San Vincenzo fosse chiuso, quasi 50 chilometri. O al territorio montuoso dei Nebrodi, che avrebbe in Patti il primo pronto soccorso utile, se quello di Sant’Agata venisse soppresso. Un’ambulanza in partenza da San Fratello, per fare un esempi, dovrebbe percorrere oltre 68 chilometri per arrivare a Patti.

Per i reparti di Ostetricia nel 2015 venne stabilito che dovevano esserci minimo 500 parti all’anno per legge. 84 su 422, ricorda la Gabanelli, non hanno i requisiti minimi. Di questi, 10 sono in Sicilia, e tra questi c’è il punto nascita di Sant’Agata, che ha registrato “soltanto” 317 parti nel 2017.

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