Mam S. Teresa, l’emblema di una stagione da incorniciare nei sentimenti di un bimbo napoletano

Mam S. Teresa, l’emblema di una stagione da incorniciare nei sentimenti di un bimbo napoletano

Carmelo Caspanello

Mam S. Teresa, l’emblema di una stagione da incorniciare nei sentimenti di un bimbo napoletano

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domenica 08 Maggio 2016 - 13:22

Il sogno play-off sfuma all'ultima giornata. Il sipario sulla prima stagione in B1 cala sul parquet del Palasport di Arzano che canta all'unisono al di là dei colori di appartenenza, trascinato dai cori dei tifosi siciliani. La più bella immagine che lo sport possa e debba dare

L’emblema della straordinaria stagione della Mam Volley S. Teresa è racchiusa nel volto e nei sentimenti di un bambino napoletano di 3 anni. Il suo nome è Gennaro. Ha cantato per tutta la partita con i tifosi santateresini, ha suonato il tamburo ed ha saltato con loro. Alla fina ha vinto l’Arzano Napoli 3-0 (25-20, 25-18 e 25-9), che festeggia l’accesso agli spareggi per la sere A2. Gennaro, di sangue partenopeo, tiene in mano il megafono e continua a cantare con gli Eagles, i supporters della Mam S. Teresa che ringraziano società e atlete nonostante si siano appena persi i play off, all’ultima giornata della stagione regolare. Quello di Arzano era uno scontro diretto.

Santina Nicita, tifosa doc della Mam saluta il bimbo, raccomandandogli di fare il bravo. Lui risponde senza pensarci su: “Dove vai? Vengo con te…”. Lo sport li aveva fatti diventare amici nell'arco di una partita di pallavolo. Sono i sentimenti profondi di un bambino e di una disciplina sportiva che da anni segna S. Teresa di Riva, accomunata dalla “fede” in questa squadra che unisce una comunità intera che ad onor del vero va oltre il perimetro comunale. Indipendentemente dalla condizione sociale e dalla professione. In una delle gare sofferte ma vinte al cospetto di un pubblico da serie superiore, al Palabucalo, il portavoce del team jonico, Massimo Ferraro, ebbe a dire: “Sono sempre più convinto dell’importanza di questa squadra e del perché debba continuare ad esistere”. S. Teresa ha vissuto per questa realtà, che ne rappresenta il fiore all’occhiello. Rischiando a volte di creare troppe pressioni, come è accaduto. Un rischio che bisogna correre in un comprensorio che affoga in un mare di problemi. E che non riesce nemmeno ad offrire un degno Palasport alla squadra che ha portato il nome di S. Teresa, di Messina e della Sicilia in mezza Italia. Una squadra che ha fatto soffrire ed ha fatto sognare, fino all’ultima giornata del campionato di B1. Che ha sfiorato i play off per la A2, una vocale che fa “paura” solo a sentirla.

L’ennesima stagione da brividi si chiude con l’abbraccio commovente tra le atlete e i tifosi. Quei tifosi che non hanno mai fatto sentire sola la squadra, ovunque giocasse, sobbarcandosi centinaia e centinaia di chilometri. La serie A2 se la giocano Marsala, Casal De’ Pazzi Roma e Arzano Napoli. Ma S. Teresa potrà dirsi orgogliosa di essere stata tra le grandi nonostante si presentasse ai nastri di partenza da matricola. Difficoltà e tensioni ce ne sono state. Va una plauso alla società per aver saputo gestire le varie fasi del campionato dentro e fuori lo spogliatoio, anche quando lo scoramento sembrava prendere il sopravvento. Il sipario sulla prima stagione in B1 della Mam S. Teresa cala sul parquet del Palasport di Arzano che canta all'unisono, al di là dei colori di appartenenza, trascinato dai cori dei tifosi siciliani. La più bella immagine che lo sport possa dare.

Carmelo Caspanello

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