Nuovi servizi sociali: una saga lunga due anni, l'ennesima rimodulazione, progetti praticamente uguali

Nuovi servizi sociali: una saga lunga due anni, l’ennesima rimodulazione, progetti praticamente uguali

Francesca Stornante

Nuovi servizi sociali: una saga lunga due anni, l’ennesima rimodulazione, progetti praticamente uguali

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lunedì 16 Maggio 2016 - 09:12

Nei giorni scorsi l'assessore Santisi ha convocato una conferenza dei servizi per la presentazione del Piano di Zona 2013/2015, ma lo stesso era accaduto già a novembre e ancora prima con Mantineo. Progetti che evidentemente non convincono la Regione e che Messina rimodula ormai da due anni.

L’ennesima rimodulazione. Arrivata un po’ a sorpresa, evidentemente necessaria perché i progetti sociali elaborati da Messina per ottenere i finanziamenti del Piano di Zona 2013/2015 continuano a non convincere la Regione. E così nei giorni scorsi l’assessore alle Politiche Sociali Nina Santisi ha annunciato la convocazione della conferenza dei servizi indetta, come si legge nel comunicato stampa del Comune, «per la presentazione del Piano di Zona per il triennio 2013/2015». Fin qui sembrerebbe nulla di strano. Lo stesso però era accaduto anche nello scorso mese di novembre, quando sempre la Santisi rimodulava il vecchio progetto del suo predecessore Mantineo. E, ancora, nel luglio 2014 era stato proprio Mantineo ad annunciare la presentazione del Piano di Zona 2013/2015. Una saga lunga quasi due anni, in ballo oltre 2 milioni di euro di fondi da spendere in nuovi servizi dedicati alle fasce deboli della popolazione, tante polemiche che nel tempo si sono susseguite proprio sulla reale utilità di alcuni progetti, azioni che sono state riviste o eliminate sulla scorta delle osservazioni formulate nel tempo dalla Regione.

Giovedì pomeriggio, nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, si è consumato un nuovo passaggio di questa lunghissima epopea del Piano di Zona 2013/2015. L’assessore Santisi, alla presenza del dirigente al ramo, Domenico Zaccone, degli operatori istituzionali del Comune e dell’ASP, dei rappresentanti della società civile (associazionismo, volontariato e cooperazione), e dei sindacati, ha presentato, nel corso di una conferenza dei servizi, il Piano sociosanitario dell’Area Omogenea 3, finanziato con il Fondo per le Politiche Sociali (Legge 328 del 2000) per la triennalità 2013-2015. Programmazione elaborata e rimodulata dal Gruppo Piano in base alle ultime indicazioni formulate dall’assessorato regionale competente. Ciò che però fa storcere il naso ai più attenti è che l’assessore parli di presentazione dei progetti come se si trattasse di una novità e che questa conferenza dei servizi sia stata convocata all’ultimo momento, senza tra l’altro aver spiegato perché sia servita una nuova rimodulazione, visto che in questi mesi l’assessore aveva a più riprese annunciato di essere in attesa dell’approvazione da Palermo.

L’unica vera novità di questo Piano di Zona in versione aggiornata è l’inserimento di una nuova azione: sostegno alle famiglie con minori affetti da “ disturbo pervasivo dello sviluppo”: anche in questo caso l’azione prevede un intervento di educativa domiciliare, basato su processi di abilitazione comportamentale, la cui efficacia è data dall’applicazione in più ambiti di vita del minore, permettendo di generalizzare i risultati dell’apprendimento.

Gli altri progetti sono esattamente gli stessi che erano stati elaborati già a novembre. Impossibile però al momento sapere se sono state riviste le somme previste per ogni singola azione:

Azione 1) Affido leggero, azioni di accoglienza leggera: il progetto ha l’obiettivo più generale di implementare l’affido familiare, promuovendo modalità innovative di accoglienza, come quella diurna giornaliera, durante le vacanze e nei fine settimana, nell’intento di sostenere il minore e la famiglia proteggendo la permanenza nel proprio nucleo familiare, tutte le volte che ciò si rende possibile. Si intende, in tal modo, limitare l’inserimento dei minori in strutture residenziali e favorire una presa in carico “comunitaria”;

Azione 2) Spazio verde – salute mentale: si rivolgerà, in via sperimentale, agli utenti presi in carico dal Dipartimento di Salute Mentale di Messina, titolari di progetti terapeutici individuali che saranno impegnati nella realizzazione di un intervento di riqualificazione, cura e manutenzione delle aree verdi della Cittadella della Salute (adiacenti il Centro Diurno “Camelot”), al fine di rendere tali spazi accessibili e fruibili da parte della comunità più ampia, attraverso l’attivazione di borse lavoro orientate all’acquisizione di competenze ed abilità lavorative;

Azione 3) Sportelli di segretariato sociale e “spazi di cittadinanza”: le attività del progetto interessano l’organizzazione di “sportelli sociali di cittadinanza” nelle circoscrizioni cittadine, con l’obiettivo di garantire la prossimità di un servizio di orientamento e accoglienza che consenta di intercettare e leggere il disagio e il bisogno prima che si enfatizzi e assuma forme di malessere significativo, verso la promozione e l’attivazione di veri e propri percorsi di empowerment che orientino l’utente e migliorino l’offerta;

Azione 4) Famiglie-comunità per il “dopo di noi” (inserimento abitativo e socio lavorativo): il progetto interessa due linee operative correlate per l’accompagnamento delle persone con disabilità verso processi di inserimento abitativo “ad ognuno la sua casa”, attraverso progetti per l’autonomia abitativa del “dopo di noi” e “durante noi” e di inserimento socio-lavorativo “ad ognuno il suo lavoro”, mediante percorsi dedicati di formazione sul campo e borse lavoro;

Azione 5) Interventi di prevenzione del gioco d’azzardo patologico: il progetto prevede più linee d’azione orientate al contenimento della diffusione del fenomeno mediante interventi di prevenzione della dipendenza e di sostegno al giocatore e alla famiglia per uscire dalla condizione di emarginazione ed isolamento e acquisire consapevolezza della problematica, riconoscendone segnali e degenerazioni. Le misure previste campagna di informazione e sensibilizzazione, sportello di accoglienza per giocatori e famiglie, costruzione di percorsi individualizzati, interventi psicoeducazionali e attivazione della rete territoriale;

Azione 6) Servizio di mediazione interculturale: l’azione progettuale è pensata per far fronte, “step by step”, ai bisogni specifici delle persone di nazionalità straniera evidenziati dalle associazioni e dagli operatori socio-sanitari e intende rispondere al bisogno non solo di integrazione sociale e lavorativa, ma anche di alfabetizzazione linguistica, mediazione culturale e supporto nell’accesso ai servizi sociali e sanitari;

Azione 7) servizio di mediazione familiare e penale: è un progetto orientato a promuovere una cultura della separazione, del divorzio e dei conflitti familiari nella prospettiva unica della tutela dei figli e offrire alle coppie in difficoltà spazi di ascolto e mediazione dove riorganizzare i nuovi equilibri familiari, senza mai perdere di vista l’esercizio comune e competente della responsabilità genitoriale. La mediazione penale, nel progetto, si rivolge a superare la contrapposizione ideologica fra reo e vittima e ad avvicinare maggiormente la comunità al problema della gestione della devianza, attraverso la costituzione della rete impegnata nei processi di sensibilizzazione;

Azione 8) Sistema Informativo sociale: la costruzione del Sistema Informativo Sociale va inquadrata in un’azione, non meramente tecnica-informatica, ma rivolta alla definizione di regole e standard per l’organizzazione e la gestione dei flussi informativi strategici, al supporto informativo per la progettazione e gestione degli interventi e del sistema integrato dei servizi socio-sanitari, alla gestione condivisa e coordinata dell’anagrafe degli utenti, alla rilevazione e diffusione dei dati relativi ai bisogni della popolazione;

Azione 9) Sostegno precoce e Sperimentazione per la famiglia con minori affetti da disturbi dello spettro autistico: promuove il sostegno alle famiglie, attraverso il coinvolgimento e l’acquisizione di competenze per la riproducibilità della terapia nel contesto familiare, strategia chiave del successo del trattamento abilitativo, caratterizzato da interventi precoci mediati dai genitori, in particolare nella comprensione del linguaggio e nella riduzione della gravità dei tratti autistici. Il progetto sostiene, in questa prospettiva, percorsi di parent coaching personalizzati che vede la famiglia nel nuovo ruolo di “co-terapista” a casa;

Azione 10) Sviluppo è coesione e libertà: si tratta di un articolato progetto di sviluppo di comunità che punta a promuovere processi di capacitazione dei cittadini e delle comunità locali sulle principali aree dei “funzionamenti umani”, coesione sociale, inclusione socio lavorativa, educativa domiciliare a favore della prima infanzia, dei genitori e dei nuclei di coabitazione in condizioni di rischio sociale, azioni di responsabilità sociale e investimento sui “beni relazionali” dei territori; Azione 11) sostegno alle famiglie con minori affetti da “ disturbo pervasivo dello sviluppo”: anche in questo caso l’azione prevede un intervento di educativa domiciliare, basato su processi di abilitazione comportamentale, la cui efficacia è data dall’applicazione in più ambiti di vita del minore, permettendo di generalizzare i risultati dell’apprendimento.

Francesca Stornante

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